PERSONAGGI STORICI : LA FAMIGLIA GHIVIZZANI
Personaggi storici di Ghivizzano (quarta parte)
LA FAMIGLIA DEI GHIVIZZANI
Da un articolo di Terra Lontana del 1989 del Prof. Pellegrini
L’albero genealogico di questa famiglia da come capostipite un Tommaso Noxi (Nuti) di Ghivizzano con la data del 1240.
Le fonti più antiche ricordano un Corsellino Nuti presente nel 1331 al giuramento di Giovanni re di Boemia. Nell’anno 1349 Ftancesco del fu Matteo Noxi di Ghivizzano era pievano della chiesa di San Giovanni di Gallicano.
I Nuti, a Lucca, erano designati “Da Ghivizzano” e un Giovanni di Tommaso da Ghivizzano, intorno all’anno 1553 si fece chiamar “Ghivizzani” e tale rimase il nome nell’elenco dei patrizzi lucchesi accanto ai Nuti (ma ebbero un diverso stemma).
Di Tommaso da Ghivizzano veniamo a saper dalle “Cronache” di G.Sercambi, che fu persona influente e stimata per consiglio e cultura politica. Egli era dottore di legge e fautore di paolo Guinigi che fu signore di Lucca dal 1400 al 1430.
La sepoltura di Tommaso da Ghivizzano fu fatta nella chiesa di San Michele, proprio dietro il coro si eleva una casa ancora in mattoni con le trifore recante lo stemma in terracotta, anzi gli stemmi murati sulla facciata sono due, il secondo più grande è in marmo. Entrambi divisi orizzontalmente e recanti nel campo superiore il leone e sotto strisce verticali rimasto anche come stemma di Ghivizzano.
Nella seconda metà del 1400 visse a Lucca Niccolao da Ghivizzano, arciprete della cattedrale che fu elevato alla dignità di cameriere del Papa, mentre nello stesso tempo visse Iacopo da Ghivizzano, operaro di Santa Croce (duomo) che nel 1470 fece rifare le invetriate della chiesa di bellissimi colori e l’organo dal maestro Domenico di Lucca, gran matematico. Lo stesso commissionò il pavimento del duomo alla bottega dei Civitali e, ad Antonio di Ghino da Siena, il riquadro pavimentale al centro, che rappresenta il “Giudizio di Salomone(1475-77).
I Nuti avevano lo scudo diviso orizzontalmente in due parti : sopra il leone sotto le strisce verticali. Lo stemma dei Ghivizzani invece è diviso in tre campi: nella metà sinistra sempre il leone e sotto le bande verticali, nel campo lungo di destra l’aquila per metà con corona d’oro in testa.
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| Stemma nel fonte battesimale a pozzo nella Chiesa di Sant'Antonio |
Parlando della ricostruzione dell’oratorio di San Simone e Giuda, durante il tragico anno della peste (1631), per dedicarlo a San Rocco è stato ricordato un Graziano Nuti, tra i più ricchi di Ghivizzano, che offri “all’accatto” sei staio di miglio. Il figlio di costui, Biagio, colpito da peste in data 3 settembre 1631, fece testamento lasciando alla chiesa di Ghivizzano un terreno con il legato dei dodici mesi all’anno e all’altare della Madonna del Carmine, due pezzi di selva con l’obbligo, ogni sabato, di mantenervi accesa una lampada.
Sei anni dopo la cessazione dell’epidemia (30 agosto 1637) moriva in Ghivizzano il lucchese sig. Camillo Ghivizzani: sicuramente vi si trovava a passare l’estate. Per volontà dell’estinto la salma fu portata a Lucca mentre il ramo lucchese della famiglia si chiamava “Ghivizzani”, quello rimasto al paese d’origine continuava a chiamarsi “Nuti”. <dalla registrazione delle visite pastorali risulta che il palazzo Nuti a Ghivizzano ospitò nel 1728 il Vescovo di Lucca.
E' famiglia originaria del castello di Ghivizzano, e già detta dei Nozi, ch'ebbe cittadinanza lucchese nel secolo XIV e fu presente ai giuramenti di fedeltà a Giovanni di Boemia nel 1331 ed a Carlo IV nel 1369. Dal 1392 al 1797 dette alla repubblica numerosi Gonfalonieri ed Anziani, mentre altri sostennero importanti ambascerie politiche. Tommaso fu umanista nel periodo della Signoria di Paolo Giunigi; Nicolao, nello stesso secolo, protonotario apostolico, abate di Cantignano e governatore di Romagna. Jacopo, operaio di S. Martino promosse i lavori delle vetrate a colori, eseguiti da Pandolfo di Ugolino pisano, ed altre opere d'arte, come l'organo costruito da maestro Domenico degli Organi lucchese. Queste nobili tradizioni furono investite nel secolo XIX da Antonio Ghivizzani patriota e filantropo, consigliere di Stato e senatore del Regno. La famiglia fu iscritta nel Libro d'Oro della repubblica di Lucca del 1628, e in quello del ducato Borbonico del 1826 col grado di nobiltà patrizia nella seconda discendenza da Bartolomeo, Giovanni Giuseppe, Costantino e Cesare.
PERSONAGGI STORICI DI GHIVIZZANO
(Da un articolo di Terra lontana del 1964 di Rina Franceschini)
Ghivizzano ha avuto uomini distinti e diversi furono fra gli Anziani della Repubblica di Lucca come un Tommaso da Ghivizzano, dottore di legge e distinto oratore. Figura tra i legati al Papa Innocenzo VII e alla reggenza creata in quello stesso anno da Paolo Guinigi e di qui si vede quanta stima godesse questo uomo nel Senato di Lucca.
Un Nicolao da Ghivizzano lo troviamo “notaro” del Camerlingo generale di Lucca nel 1532.
Un Agostino da Ghivizzano è per varie indicazioni anziano come un Giovanni da Ghivizzano è più volte eletto anziano e gonfaloniere della Repubblica Lucchese, dopo ritrovata la libertà dal dominio dei Guinigi.
Cosi un Iacopo, un Pietro, un Pietro di Giovanni, tutti di Ghivizzano, sono per varie volte eletti anziani della Repubblica Lucchese. Era di Ghivizzano don Paolo Guidotti che resse la chiesa di Benabbio intorno al 1500 e morì in concetto di santità.
Tra le famiglie nobili troviamo la famiglia Nuti: forse la più antica di cui un certo Corsellino Nuti nel 1331 fu presente al giuramento di Giovanni re di Boemia e fu anziano di Lucca nel 1371.
La Famiglia Ghivizzani fu senz’altro fra i nobili di Lucca nel 1300 e un personaggio della famiglia Ghivizzano fu presente al giuramento di Carlo IV e di Giovanni re di Boemia. Un Nicolao Ghivizzani fu arciprete del Duomo nel 1452 e in pari tempo era cameriere del Papa e abate di Cantignano.
Un Iacopo Ghivizzani nel 1470 era “operaro” di S.Croce e come operaro fece fare un grandioso organo per il Duomo di Lucca, dal maestro Domenico, degli organari di Lucca.
Da un articolo di Terra Lontana del 1966
Cagnoli Giovanni, illustre membro della famiglia, fu inviato a Milano come oratore ed in seguito ritornò a Lucca per ricevere dei soldi e per questioni amministrative. Fu confinato a Perugia.
Pure i Guidotti discendevano da Ghivizzano.
Nel 1525 Don Pierotti Paolo fu nominato priore di San Michele in Foro.

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