PERSONAGGI EMIGRATI VINCENZO PUCCINI
Personaggi emigrati
VINCENZO PUCCINI
uomo esemplare
Vincenzo il più giovane dei figli di Michele nacque a Ghivizzano il 7 aprile 1893 ed emigrò in Colombia nel 1913 all’età di 20 anni.
Sposò la milanese Banfi Giuseppina ed ebbero sette figli di cui Ugo è stato vescovo di Santa Marta in Colombia.
Iniziò con un piccolo commercio di generi alimentari per passare dal dettaglio all’ingrosso e divenne importatore di prodotti dall’Italia, gli U.S.A. la Danimarca e specie di frutta fresca importata dalla California.
La ditta con sede a Barranquilla si chiamava “Comisariato Frutas,Rancho,Licores” con succursali a Medellin, Bogotà e Calì.
Con la seconda guerra mondiale si bloccarono tutti i commerci marittimi e per la scelta del fascismo del campo nemico , incapparono nei sospetti e nei controlli delle autorità.
Fu allora che si cambio genere passando al commercio del pesce conservato in scatola acquistando il pescato dai pescatori locali. L’industria progrediva fino al punto di acquistare un “peschereccio” ben attrezzato giunto in Colombia da San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno).
A bloccare l’espansione di questo fortunato impianto venne la morte il 16 agosto 1974 e i figli non furono in grado di proseguire avendo preso altre professioni.
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| Vincenzo Puccini con la famiglia |
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| Il giovane Vincenzo con la mamma Teresa |
Da un articolo del 1964
Vincenzo Puccini
Nel 1913 il giovane Vincenzo Puccini si trasferì da Ghivizzano in Colombia e si stabilì in Barranquilla, sull’oceano Atlantico. Giovane di ottime qualità commerciali dopo poco lo troviamo socio della ditta “Pacini & Puccini” con altri ghivizzanesi nel commercio di abbigliamento e telerie.
Poi la crisi economica mondiale del 1928-1932 non risparmiò neppure la “Pacini e Puccini” che fu costretta a chiudere. Ma il Puccini non si smarrì e con ferrea volontà si rimise al lavoro e con altri soci, apri una nuova attività commerciale importando prodotti alimentari da ogni parte del mondo. La nuova ditta si chiamava “Il Comisariato”.
Nel frattempo Vincenzo si era costituito una famiglia, sposando la sig.a Giuseppina Banfi, di origine italiana, e avendo sei figli.
Fermo ai sani ed austeri principi religiosi e morali, assimilati fra le mura domestiche al paese natio, seppur stimato e apprezzato anche dagli organi governativi colombiani era rimasto sopra tutto un vero italiano, amante della Patria senza compromessi, pronto a qualunque sacrificio.
E fu cosi che durante la seconda guerra mondiale, proprio per questi ideali, gli fu proibita qualsiasi attività e messo al “confino” perdendo tutti i beni con tutta la famiglia, per lunghi tre anni.
Intanto i figli crescevano ed andavano via via sistemandosi:
Ugo e Rosita sceglievano la vita religiosa nella congregazione “Opus Dei” e gli altri quattro Francesco, Giulio, Orlando e Anna Teresa si formavano la loro famiglia sulle orme esemplari di quella paterna.
Volle una casa sempre aperta per se e i suoi figli a Ghivizzano e partecipò ad ogni iniziativa benefica nel suo paese natio: dalla costruzione della nuova chiesa del Sacro Cuore, alla sala parrocchiale alla chiesa SS. Pietro e Paolo e alla sistemazione del nuovo organo e numerosi interventi di aiuto a privati.
(per la sala parrocchiale dietro la chiesa di san Pietro partecipò con contributo di Lire 11.000.000)
Passata la bufera , cessate le restrizioni, fece ritorno a Barranquilla dove si dedicò al commercio all’ingrosso del pesce con la ditta ”De pescados y mariscos congelados” fornendo pesce a tutti i mercati della repubblica colombiana.
Da ricordare il suo hobby preferito ne la raccolta di francobolli tanto da diventare uno tra i collezionisti più importanti del mondo.
Le sue doti industriali sono state riconosciute dallo stesso Governo Italiano che ha voluto insignire il Puccini con la Croce di Cavaliere al merito del Lavoro.
Grande appassionato di filatelia ha tenuto per molti anni relazioni con la ditta Bolaffi di Milano.
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| la Ex villa di Vincenzo Puccini davanti la Chiesa del Sacro Cuore |
Da un articolo del 1989
PREMIAZIONE DEI LUCCHESI NEL MONDO
Il 10 settembre 1989 presso la Camera di Commercio di Lucca si è svolta la premiazione dei lucchesi che hanno onorato l’Italia nel mondo. Sono stati premiati Giovanni Leoni nato a Ghivizzano il 19 febbraio 1936 e emigrato negli Stati Uniti nel 1956: “il suo inizio, fu quello di figurinaio ma poi studiò l’arte della gastronomia e divento cuoco e proprietario del ristorante “La Buca Giovanni” a San Francisco, California, oggi considerato fra i primi 100 degli Stati Uniti”
Nell’occasione è stato premiato (alla memoria) Puccini Vincenzo nato a Ghivizzano il 7 aprile 1894 emigrato in Colombia nel 1913 e deceduto il 16 agosto 1974 con questa motivazione: “La laboriosità e l’intraprendenza dimostrata dopo aver raggiunto parenti in Colombia. Il suo patrimonio di valori civili e religiosi gli ha consentito di affrontare con successo diversi lavori, nel commercio e nell’industria colombiana e disponibilità verso la comunità italiana. Padre di sette figli, uno dei quali è diventato vescovo a Barranquilla, è stato esempio nell’emigrazione italiana in Colombia e, per questo, meritevole di pubblica attenzione”
Hanno ritirato il premio “alla memoria” di Vincenzo Puccini i delegati Maria Camilli e Agostino Lucchesi (nella foto)





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