DEPLIANS TURISTICI DI GHIVIZZANO
DEPLIANS TURISTICI DI GHIVIZZANO
con riassunto “Storia dell’antico Castello”
Luglio 1989 stampato dalle Officine Grafiche Eurograf di Lucca deplians con la storia di Ghivizzano scritto dal prof Aldo Pellegrini edito da “Terra Lontana”
Si riportano la copertina e 2 pagine delle 22 del deplians
Dicembre 2007 stampato da Tipografia Amaducci Borgo a Mozzano testo prof. Pellegrini edito da “Terra Lontana”
Si riportano la copertina e 2 delle 26 pagine del deplians
Riassunto della
“STORIA DELL’ ANTICO
PAESE DI GHIVIZZANO”
L’origine abitativa di questa valle del Serchio risale ai tempi dell’occupazione dei Liguri-Apuani nel 200 a.C. Ad essi nel 239 a.C. si contrapposero i Romani avanzati da Lucca e che si stabilirono appunto in tutta la valle del Serchio per cui Ghivizzano deriva dal latino clavis (chiave), cioè sentinella della valle e quindi da clavis, clavidianum e poi Ghivizzano.
Documenti certi che testimoniano la prima entità risalgono al 983 dopo C. quando il Vescovo di Lucca Teudogrimo concesse in affitto case e terreni alla famiglia dei Ronaldinghi di Loppia (Barga), che erano di origine longobarda.
Ghivizzano assunse sempre maggior importanza militare per cui i lucchesi , per ordine del loro condottiero Castruccio Castracani ricostruirono questa fortezza, chiamata Rocca, dominata da una torre a tre piani con terrazza, alta 35 metri con finestre ad arco romaniche.
La costruzione del fortilizio ebbe inizio nell’anno 1281 e terminò nell’anno 1328. Aveva le mura di cinta da ogni lato della quale è rimasta una parte ad occidente con i visibili corridoi alla sommità per le sentinelle.
Nella Rocca vi era pure una caserma che ospitava 40 soldati.
Nell’anno 1330 la difesa della Rocca fu affidata a Francesco Castracani, cugino di Castruccio, che vi abitò a lungo con la moglie Giovanna, morta nel 1336, le cui spoglie riposano nella Chiesa parrocchiale, vicini a quelle del figlio Filippo morto nel 1347. L’attuale chiesa parrocchiale di San Pietro e Paolo deriva da un consistente ampliamento della primitiva e propria chiesa della Rocca chiamata allora San Martino e risalente in origine al 1308.
Il cambio del nome avvenne nel 1777 di tale epoca è il caratteristico scalone, denominato “scaleo” che dalla via principale del paese sale alla chiesa parrocchiale, il cui campanile merlato fu ricostruito ed ampliato sul precedente antico, nell’anno 1857.
Nella chiesa nel castello costruita nel 1420 e chiamata di San Matteo, oggi denominata di Sant’Antonio Abate vi è il primo fonte battesimale a forma di pozzo ottagonale risalente al 1445 di particolare pregio con decorazione esterne negli specchi tra cui gli stemmi della famiglia Nuti. L’altro fonte battesimale risale al 1790 ed è collocato nella parete della chiesa.
A destra dell’ingresso della porta più antica del paese vi è la caratteristica via Sossala (dal latino sub-sala) cioè strada sotto le stanze del palazzo già Ghivizzani-Nuti dove per sfuggire alla peste fu ospite nell’anno 1429 Paolo Guinigi, signore di Lucca, con la moglie Ilaria del Carretto.
L’altra porta detta “Portello” fu aperta soltanto nell’anno 1882 a seguito della costruzione della strada rotabile.
Nella via Sossala fanno capo alcuni “chiassi” cioè stradine coperte che la collegano alla via principale denominata via David Camilli (che è nativo di Ghivizzano e Vescovo a Fiesole) il quale donò l’antico palazzo dei Ghivizzani-Nuti alla parrocchia per l’educazione dei giovani.
La torre e la rocca ai primi dell’anno 1500, venuta meno l’importanza strategica e bellica causa l’avvento delle armi da fuoco fu ceduta in affitto e poi venduta a privati.
L’ultimo proprietario, un certo Antoni Ermenegildo, residente in America, donò la torre e la rocca alla parrocchia di Ghivizzano nell’anno 1924.
Ad oggi la Torre è di proprietà del Comune di Coreglia Antelminelli.
Riassunto della
“STORIA DELL’ ANTICO
PAESE DI GHIVIZZANO”
L’origine abitativa di questa valle del Serchio risale ai tempi dell’occupazione dei Liguri-Apuani nel 200 a.C. Ad essi nel 239 a.C. si contrapposero i Romani avanzati da Lucca e che si stabilirono appunto in tutta la valle del Serchio per cui Ghivizzano deriva dal latino clavis (chiave), cioè sentinella della valle e quindi da clavis, clavidianum e poi Ghivizzano.
Documenti certi che testimoniano la prima entità risalgono al 983 dopo C. quando il Vescovo di Lucca Teudogrimo consesse in affito case e terreni alla famiglia dei Ronaldinghi di Loppia (Barga), che erano di origine longobarda.
Ghivizzano assunse sempre maggior importanza militare per cui i lucchesi , per ordine del loro condottiero Castruccio Castracani ricostruirono questa fortezza, chiamata Rocca, dominata da una torre a tre piani con terrazza, alta 35 metri con finestre ad arco romaniche.
La costruzione del fortilizio ebbe inizio nell’anno 1281 e terminò nell’anno 1328. Aveva le mura di cinta da ogni lato della quale è rimasta una parte ad occidente con i visibili corrodoi alla sommità per le sentinelle.
Nella Rocca vi era pure una caserma che ospitava 40 soldati.
Nell’anno 1330 la difesa della Rocca fu affidata a Francesco Castracani, cugino di Castruccio, che vi abitò a lungo con la moglie Giovanna, morta nel 1336, le cui spoglie riposano nella Chiesa parrocchiale, vicini a quelle del figlio Filippo morto nel 1347. L’attuale chiesa parrocchiale di San Pietro e Paolo deriva da un consistente ampliamento della primitiva e propria chiesa della Rocca chiamata allora San Martino e risalente in origine al 1308.
Il cambio del nome avvenne nel 1777 di tale epoca è il caratteristico scalone, denominato “scaleo” che dalla via principale del paese sale alla chiesa parrocchiale, il cui campanile merlato fu ricostruito ed ampliato sul precedente antico, nell’anno 1857.
Nella chiesa nel castello costruita nel 1420 e chiamata di San Matteo, oggi denominata di Sant’Antonio Abate vi è il primo fonte battesimale a forma di pozzo ottagonale risalente al 1445 di particolare pregio con decorazione esterne negli specchi tra cui gli stemmi della famiglia Nuti. L’altro fonte battesimale risale al 1790 ed è collocato nella parete della chiesa.
A destra dell’ingresso della porta più antica del paese vi è la caratteristica via Sossala (dal latino sub-sala) cioè strada sotto le stanze del palazzo già Ghivizzani-Nuti dove per sfuggire alla peste fu ospite nell’anno 1429 Paolo Guinigi, signore di Lucca, con la moglie Ilaria del Carretto.
L’altra porta detta “Portello” fu aperta soltanto nell’anno 1882 a seguito della costruzione della strada rotabile.
Nella via Sossala fanno capo alcuni “chiassi”cioè stradine coperte che la collegano alla via principale denominata via David Camilli (che è nativo di Ghivizzano e Vescovo a Fiesole) il quale donò l’antico palazzo dei Ghivizzani-Nuti alla parrocchia per l’educazione dei giovani.
La torre e la rocca ai primi dell’anno 1500, venuta meno l’importanza strategica e bellica causa l’avvento delle armi da fuoco fu ceduta in affitto e poi venduta a privati.
L’ultimo proprietario, un certo Antoni Ermenegildo, residente in America, donò la torre e la rocca alla parrocchia di Ghivizzano nell’anno 1924.
Ad oggi la Torre è di proprietà del Comune di Coreglia Antelminelli.




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