PERSONAGGI STORICI: CASTRUCCIO CASTRACANI
Ghivizzano e i personaggi storici (prima parte)
CASTRUCCIO CASTRACANI
Nacque a Lucca 29-3-1281 figlio unico di Gerio e Puccia degli Streghi. Condottiero Ghibellino della famiglia degli Antelminelli, Signore e Duca di Lucca a venti anni seguì la famiglia in esilio a Ancona poi passo in Francia e poi in Inghilterra. Da qui dovette fuggire per un omicidio e d ebbe una breve ma molto movimentata. Morì a Lucca il 3-9-1328 a soli 47 anni di una malattia maligna con febbri alte e violente.
A Ghivizzano ristrutturò la rocca compresa la torre e vi costruì accanto una caserma che ospitava una guarnigione di 40 soldati, denominata “Casa del Capitano del popolo”, cinse l’intero borgo con delle mura ( lungo via Sossala -sotto la sala- si possono ancora vedere le feritoie per l’appostamento dei balestrieri) costruì un palazzo che nei secoli ospiterà personaggi illustri come Francesco Castracani, Paolo Guinigi e Francesco Sforza.
Non si ha traccia che abbia mai vissuto nel castello da lui ricostruito.
Castruccio Castracani, uno degli uomini più famosi della città di Lucca, faceva parte di una famiglia che esercitava il mestiere di “campsores”, ovvero cambiavalute, con un banco davanti alla Chiesa di San martino, cattedrale di Lucca.
Castracane e Gerio, rispettivamente nonno e padre di Castruccio, furono impegnati in un’attività strettamente alla loro professione: l’estrazione e la lavorazione dei metalli attraverso la gestione insieme ad una compagnia bresciana, delle miniere di ferro di Stazzema. Dotato di grande abilità politica Castruccio riusci a porre sotto di se il territorio nord-occidentale della Toscana mediante il riconoscimento da parte dell’imperatore Ludovico il Bavaro, di una serie di titoli, che lo posero in una posizione preminente nella gerarchia feudale italiana, e gli si conferirono piena autorità sui territori di Lucca, Luni, Pistoia, Volterra, cui venne ad aggiungersi nel 1328 anche Pisa.
Nel 1320 l’imperatore lo investì del titolo di Vicario imperiale di Lucca, della Valdinievole della Garfagnana e delle terre pistoiesi, che parteggiavano per l’Impero.
Una nuova investitura a Vicario generale dei fedeli dell’impero in Lunigiana allargava la sua sfera di potere al territorio compreso tra Genova e il fiume Magra, e provocava in Toscana nel 1325 uno scoppiò di ostilità; il 5 maggio Castruccio occupava Pistoia, con l’aiuto di Filippo Tedici. Immediatamente l’esercito fiorentino comandato dal generale spagnolo Ramon de Cardona prepara un offensiva contro il territorio lucchese dalle parti di Cappiano.
Castruccio, lascito un presidio a Pistoia, fa converger il grosso delle sue milizie in Valdinievole attestandole sulle colline tra San Martino in Colle e Vivinaria (oggi Montecarlo).
Tale collocazione era un punto strategico fondamentale infatti consentiva da un lato di mantenere le comunicazioni con Pistoia e dall’altro di tenere sotto controllo i movimenti delle truppe fiorentine in marcia verso Altopascio.
Nel settembre del 1325 Cardona prende il castello di Altopascio e stabilisce il campo delle terre paludose di Badia Pozzeveri.
Castruccio dopo aver ricevuto rinforzi da Azzone Visconti, duca di Milano, scende col grosso della cavalleria dalle colline di Vivinaria costringe l’avversario ad una dura battaglia e lo sconfigge pesantemente. Poi, insegue il nemico sotto le mura di Firenze dove, secondo il costume del tempo, fece battere moneta a ricordo della schiacciante vittoria.
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Castruccio Castracani |
Da un articolo di Terra Lontana
Relazione tenuta a Ghivizzano il 25 ottobre su Castruccio Castracani del prof: Aldo Pellegrini
Scarse sono le notizie sulla permanenza di Castruccio Castracane a Ghivizzano, feudo della famiglia Antelminelli fino dal secolo XIII. Abbiamo notizia che questa comunità con la chiesa di San Martino faceva parte del piviere di Loppia e fu allivellata dal Vescovo di Lucca Teudogrimo, con molti altri paesi, alla famiglia dei Rolandinghi con diploma nell’anno 983.
Tra questi Longobardi e di Antelminelli sono ricordati, come signori, i Bizzarri.
Il capitano da poco era venuto signore di Lucca quando (1316)
i Lucchesi e i Pisani ebbero cacciato Uguccione della Faggiola.
I Guelfi esuli da due anni ( sacco di Lucca del 1314) e scendendo l’appennino con un colpo di mano avevano occupato Coreglia e Castruccio venne da Lucca a cingerla con un assedio durato due mesi.
Le notizie saltano alla giovinezza a vent’anni: 1301 quando i Ghibellini o Bianchi, in lotta con i Neri, sono cacciati da Lucca.
Segue l’esilio della famiglia ad Ancona. Di lì Castruccio emigra in Inghilterra. Nel 1304 lo ritroviamo a Pisa. Esercita il mestiere delle armi. Alla morte dell’imperatore Arrogo VII di Lussemburgo(1313) si sa che era al suo seguito e passò agli ordini di U. della Faggiola, fatto signore di Pisa. Per intervenuti accordi con i Lucchesi, i Ghibellini, esuli di Pisa, sono riammessi a Lucca, ma qui congiurano contro i Guelfi al potere dando la città in mano di Uguccione che “corre” la città (sacco di Lucca 1314)
In Farinata degli Uberti l’amor di patria vinse quello di parte nel 1260, quando si oppose alla distruzione di Firenze, Castruccio invece fece prevalere il partito fino ad accettare la spoliazione del “natio loco”. Mentre Lucca è governata da un figlio di Uguccione, Castruccio compie campagne di guerra in Lunigiana ma i suoi successi muovono l’invidia del signore pisano che tenta di sopprimerlo. Non riesce perchè Pisani e Lucchesi si ribellano ed estromettono Uguccione (1316) .
Da quest’anno comincia la signoria e la fortuna di Castruccio che ingrandisce lo stato fino alla conquista di Pistoia, scatenando l’ostilità di Firenze con la battaglia di Altopascio(1325).
Umiliati i fiorentini che insegue fin sotto le mura della città, Castruccio, a somiglianza dei consoli romani, preceduto dalle prede di guerra e folto stuoli di prigionieri, fa ingresso trionfale in Lucca (11 novembre 1325).
Discende in Italia l’imperatore Ludovico il Bavaro. In omaggio Castruccio gli andò incontro a Pontremoli e lo scorto, suo malgrado, fino a Roma per l’incoronazione.
Durante l’assenza i Fiorentini occuparono Pistoia Tornato in Toscana, a marce forzate, riprenderà Pistoia ma gli strapazzi della campagna militare compromettono la salute fisica: è la morte in data 3 settembre 1328 a soli 47 anni la previsione che il personale potere cadrà in dissoluzione perché non consolidato. Infatti i figli si videro subito tolto dall’imperatore il diritto di successione, sebbene più volte con diplomi riconfermato a Castruccio.
Lucca passò in potere a vari signori spesso come merce di scambio fino alla tirannia dei Pisani, dalla quale fu liberata nel 1369 per volontà dell’imperatore Carlo IV di Boemia, lautamente compensato con centomila fiorini d’oro.
Il nome Antelminelli non ebbe fortuna in Lucca nei secoli a venire. Sul finire del secolo XVI la storia registra il tradimento
d’un discendente, Bernardino Antelminelli, la cui congiura, a scopo di consegnare la repubblica lucchese ai Medici di Firenze, scoperta in extremis, fu perseguita con torture e supplizio di Bernardino e dei suoi tre figli.
Neppure l’autorità di Niccolò Macchiavelli, che idealizzò ed esaltò la figura del condottiero lucchese, valse a meritagli un monumento su una piazza cittadina.
Tuttavia la sua fama di genio militare e politico oltrepassa i confini del territorio provinciale.
LA VITA DI CASTRUCCIO CASTRACANI
DI
GUGLIELMO LERA
(“Lucca città da scoprire”)
Era giovanetto quando la sua famiglia fu bandita dai Guelfi: nel 1301 divenne Visconte del Vescovo di Lucca, Nel 1302 partecipò ai vari tentativi ghibellini di rioccupare Lucca. Quindi passò in Francia, Inghilterra e Fiandra dove si affinò nel commercio e nell’arte militare.
Tornato in Italia, si fermò priam a Verona, Bergamo e Venezia; passò quindi all’esercito di Arrigo VII di Lussemburgo dopo la sua morte, a Pisa a capo dei fuoriusciti lucchesi che nel 1314 spinsero Uguccione della Faggiola alla conquista della loro città.
Valoroso combattente nel 1315 a Montecatini , si ritirò poi in Versilia e Lunigiana con la scusa di debellare le residue forze guelfe. Ma troppo forte e astuto per non destare sospetti; richiamato a Lucca stava per essere ucciso da Uguccione, suo vecchio compagno d’armi, allorchè questi venne cacciato da Pisa.
Inizia così per Castruccio quel fortunato , folgorante periodo che per un giro di dodici anni, dal 1316 al 1328, lo vide protagonista della sorte del Centro Italia, creatore di una Signoria il cui consolidamento fu impedito solo dalla sua immatura morte.
Nominato il 4 novembre 1316 “Capitano Generale e Difensore della città” senza impegnarsi immediatamente bella realizzazione dell’ambito progetto di fare di Lucca il centro del ghibellinismo toscano e una Signoria ereditaria comprendente un territorio di molto superiore a quello del Comune, per tutto il 1317 sensibile al desiderio di pace che animava le potenze italiane.
Di lì a poco però , fino al 1324, assistiamo ad una serie di tentativi politici e militari che mirarono, da una parte ad ottenere sempre più ampi riconoscimenti dagli Imperatori e dai concittadini e d’altra ad avere in Pisa un governo ghibellino facilmente manovrabile, oltre che in diretto contatto sulla Lunigiana e il Valdarno con lo scopo di raggiungere Genova, Pistoia, Prato e Firenze. Tali tentativi specie sul campo non furono sempre fortunati. Gli valsero però, dopo l’azione vittoriosa contro Spinetta Malaspina, la conquista di Pontremoli e di alcuni castelli liguri, il Vicariato Imperiale su Lucca, la Lunigiana e la Valdinievole (1320) e l’elezione a “ Capitano Generale e Signore di Lucca” per tutta la vita (1320). Se i primi otto anni di potere furono più che altro di preparazione, con la fine del 1324 comincia per Castruccio il brillante periodo della conquista. Dopo essersi fatto Campione della parte ghibellina e uomo di fiducia dell’Imperatore Ludovico il Bavaro, che legittimò con diploma la sua Signoria, sulla fine del 1324 egli perse Pistoia pagando a Filippo dei Tredici, che ne era signore, 10.000 fiorini d’oro, Firenze allora per evitarli il peggio, passò al contrattacco affidando al Cardona il comando delle milizie. Castruccio fu costretto ad arretrare e, per salvare Lucca, in attesa dei rinforzi che dovevano giungergli dai Visconti, dai Buonacolsi e da Cangrande, pose il campo a difesa delle colline che da Porcari salgono a Montecarlo. Il Cardona per evitare che ha Castruccio giungessero in tempo gli aiuti, attaccò senza indugi ottenendo dalla Cavalleria qualche successo. Ma rovesciatesi all’improvviso le sorti della battaglia, non rimase ai Guelsi che la via della fuga. Dopo questa vittoria, conseguita presso Altopascio nell’autunno del 1325, Castruccio inseguì gli avversari fino sotto Firenze riportando poi a Lucca uno splendido trionfo alla maniera dei romani. La lega Guelfa si riebbe tuttavia rapidamente e Firenze insieme a Spinetta Malaspina, costrinse Castruccio ad abbandonare posizioni nel Valdarno, nel pistoiese e in lunigiana. Ma scese nel 1327 Ludovico il Bavaro che riconobbe Castruccio Duca di Lucca, Pistoia, Luni e Volterra con diritto di trasmissione ereditaria. L’Imperatore, da Pisa si recò poi a Roma per esservi incoronato; ed anche in questa circostanza Castruccio ebbe una parte notevole. Ma contemporaneamente (gennaio 1328) i Fiorentini rioccuparono Pistoia cacciando Filippo Tredici, oltre che Arrigo e Valleriano figli di Castruccio. Ciò impedì al Bavaro di servirsi di Castruccio per conquistare il Regno di Napoli, Questi infatti, dopo alcuni successi ottenuti in Maremma e la nomina a Vicario Imperiale anche in Pisa, (29 maggio 1328), raggiunse Pistoia la cinse d’assedio facendola arrendere per fame.
Ne riportò un nuovo trionfo a Lucca poi, in accordo col Bavaro che sarebbe dovuto risalire da Roma, decise l’attacco decisivo su Firenze. Ma il 13 settembre 1328, causa la malaria contratta nei terreni paludosi della Valdinievole, morì….
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Castruccio Castracani |
SETTIMO CENTENARIO
DELLA NASCITA
DI
CASTRUCCIO CASTRACANI DEGLI ANTELMINELLI
(1281 – 1328)
Per l’occasione si farà un Convegno di studi nel mese di ottobre per ricordare questo grande personaggio.
Su Castruccio Castracani esiste una considerevole letteratura perché di lui si sono occupati studiosi non soltanto lucchesi, ma italiani e stranieri.
Ci sono biografie antiche e recenti.
La prima biografia nota, si può leggere, ancora in latino, dovuta alla penna di Niccolao Tegrimi e pubblicata a Lucca nel 1536.
Ne conosciamo una seconda manoscritta nell’archivio di stato di Lucca, uno dei più ricchi d’Italia, e segnata al nome di Agostino Ricchi, benchè non firmata dall’autore.
La più attendibile è quella pubblicata a Roma nel 1590, ma poi ristampata nel secolo scorso a Pisa e a Lucca, di Aldo Manunzio.
“Le Attioni di Castruccio Castracani degli Ant.lli”.
Questo professore veneziano, docente a Pisa, si legò in amicizia col lucchese Bernardino Antelminelli, dal quale fu indotto a indagare la vita del suo illustre antenato. All’opera segue una appendice di documenti , i quali però non sono meglio curatie aumentati da Eugenio Lazzareschi: “Documenti della signoria di Castruccio C:” conservati nell’archivio di stato di Lucca e pubblicati in Atti della R. Accademia lucchese nel 1934.
La vita di Castruccio attirò anche l’attenzione d’un illustre fiorentino, Niccolò Macchiavelli, durante la sua visita a Lucca nel 1520 e ne scrisse un sommario inviato ai suoi anici di Firenze Zanobi Buondelmonti e Luigi Alamanni.
Ma oggi chi volesse avvicinarsi al personaggio del settimo centenario può valersi del consiglio di leggere un libro ancora fresco di Giuliano Lucarelli “Castruccio C. degli Ant.lli” edito da M. Pacini Fazzi di Lucca 1981.
Si tratta di un volume documentato sulla collaborazione si un materiale vastissimo. Nel volume si trova foto del castello e queste due righe: “A Ghivizzano, castello della sua famiglia, ingrandì il palazzo per riunirvi la sua corte”
Ghivizzano fu invece fissa dimora per vari anni di Francesco Castracani, cugino pare, in terzo grado del più famoso Castruccio, ma abbastanza importante da consegnare, anche lui, il nome alla storia. Egli ebbe in concessione la vicaria di Coreglia con diploma del 5 ottobre 1333 dal re Giovanni di Boemia, padre di Carlo, che fu poi incoronato imperatore col nome di Carlo IV di Boemia, lo stesso che per 100.000 fiorini d’oro concesse la libertà ai lucchesi nell’anno 1369, emancipandoli dalla tirannia dei Pisani, ma Francesco era ormai morto di morte violenta nel 1356 per mano dei figli di Castruccio Arrigo e Valeriano.
Da un articolo del dicembre 1981
LA “GIORNATA CASTRUCCIANA” a Ghivizzano
Il 25 ottobre 1981 nell’occasione del settimo centenario della nascita di Castruccio Castracane si è svolta al Castello e alla Torre
una giornata celebrativa preparata da un comitato paesano e che ha trovato accoglienza da parte dell’Istituto Storico Lucchese che ha messo a disposizione i relatori storici prof. Guglielmo Lera e Fulvio e il prof. Bertolani Mario.
Il prof. Aldo Pellegrini ha preparato la relazione storica mentre le Scuole Elementari e Medie di Ghivizzano hanno preparato una mostra di disegni e scritti con la collaborazione degli insegnanti e degli alunni.
Questo lo svolgimento della manifestazione:
Alle ore 14 nella strada David Camilli, nella zona ai piedi dello scaleo, torneo dell’antico gioco della “Palletta a mano”
Alle ore 15 Saluto alle autorità e alla popolazione. Visita e premiazione dei disegni e degli scritti degli alunni delle scuole elementari e medie nella sala parrocchiale in Rocca.
Sfilata del Corpo bandistico musicale di Benabbio e dei Balestrieri Lucchesi nelle via del Castello e sulla Rocca, applauditissimi da tutta la popolazione.
Alle ore 16 Interessanti ed applaudite relazioni storiche dei prof. Aldo Pellegrini, Fulvio e Guglielmo Lera e Mario Bertolani.
Alle ore 17,30 Rinfresco alle autorità e alla popolazione sulla Rocca ed al primo piano della Torre.
Si ricorda la presenza del Sindaco Prof. Nesi della Preside prof. Puccini Nieri Mariangela di tutto il corpo insegnati della scuola elementare e media e del dott. Marino Chiesa.
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Torre di Castruccio Castracani in Ghivizzano |
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