STORIA DEL CAMPANILE DELLA CHIESA SS.PIETRO E PAOLO

                    STORIA DEL CAMPANILE DELLA CHIESA 

                               SS. PIETRO E PAOLO

Notizie storiche del campanile della chiesa parrocchiale di S. Pietro e Paolo in Ghivizzano


Non abbiamo notizia se avanti il secolo XV Ghivizzano avesse il campanile nella chiesa di San Pietro e Paolo. In “Memorie e documenti della storia di Lucca” Tomo XVI-carteggio di Paolo Guinigi 1400-30, troviamo (lettera n. 582-pag. 253) che Bonagiunta Dardagnini, vicario di Coreglia con sede in Borgo a Mozzano scrive al signore di Lucca, Paolo Guinigi, assicurando che gli ordini ricevuti per la costruzione del campanile della chiesa di Ghivizzano, sono stati eseguiti.

In particolare gli ordini riguardavano l’altezza e alcune regole: il campanile non doveva essere più alto del primo piano della Torre, (cioè non doveva superare le prime finestre) non doveva aver merli

sulla cima, terminando a tetto senza volta, non doveva avere finestre.

Queste disposizioni, in parte, furono poi mutate. In due lettere 15 ottobre e 3 novembre 1408, Niccolao Dardagnini, altro vicario di Coreglia, scrisse da Borgo a Mozzano al signore di Lucca che l’ordine ricevuto, riguardo al campanile della chiesa di Ghivizzano era stato messo in atto e aveva la finestra verso la torre.

Questo campanile di Paolo Guinigi, dopo quattro secoli, doveva trovarsi in pessimo stato e come tale costituiva un controsenso riguardo all’ingrandimento della chiesa del castello, operato negli anni 1777-79, su accoglimento della petizione della comunità di Ghivizzano all’eccellentissimo Consiglio Generale della Fortificazioni della repubblica lucchese.

E’ il caso di spiegare che la vecchia parrocchiale di San Matteo(attuale chiesa di Sant’Antonio) era divenuta assai insufficiente a contenere l’aumentata popolazione del paese, e, trovandosi incastrata, tra gli altri fabbricati, si pensò di ingrandire quella di San Pietro situata nella rocca, la quale in tal modo acquisì il titolo di chiesa parrocchiale, che attualmente conserva.

Già nei primi anni del secolo XIX si pensò alla ricostruzione d’un campanile al servizio alla chiesa e sciolto dalle esigente strategiche e militari.

Legato alla costruzione dell’attuale campanile è il trapianto a Ghivizzano della famiglia Dini, nella persona di Giovan Battista, chiamato dal comitato dei notabili di allora, quale esperto-maestro scarpellino dalla nativa Pontecosi (Garfagnana) a sagomare i paramenti di pietra, stipiti, colonne, archi, merli che ancor oggi fanno ammirare l’architettura del monumento.

Vi lavorò negli anni 1848-50. Qui, Giovan Battista si ammogliò con una ragazza del luogo, Lorenza Bernardi, di Bernardo e Domenica Antoni.

Dal figlio Luigi (uno dei sette) è derivata una discendenza di industriali del marmo, ancor oggi in piena attività.

Questa notizia è stata rintracciata dal numero di “Terra Lontana” aprile-maggio del 1966. In altro numero del dicembre 1972 “Le campane di Ghivizzano” leggiamo ancora notizie utili per mezzo di G.Lera.

Tre sono le campane istallate su questo campanile: la prima è stata fusa nel 1818 da Vincenzo Bimbi, la seconda è del 1839 di Battista Bimbi e reca la seguente iscrizione: (tradotta dal latino) “il benemerito parroco don Benedetto Santini e il nobile suo popolo del castello di Ghivizzano portarono a compimento l’opera”.

Dall’elenco dei parroci di Ghivizzano Benedetto Santini figura negli anni 1836-1842.

La terza campana, fusa da Lorenzo Lera, è del 1695. Se ne deduce che almeno due campane preesistevano al campanile e possono essere state trasferite dal vecchio fatiscente.

La costruzione terminò nell’anno 1857 come attesta l’iscrizione murata nel lato est, dove si legge: “La pietà religiosa, la concordia degli abitanti del luogo con generose spontanee oblazioni riedificò dai fondamenti questa sacra torre l’anno 1857 – Matteo Rossi gonfaloniere”.

Ghivizzano allora, con Lucca e la Valle del Serchio, era sotto il governo granducato di Toscana, parroco G.B. Cheli da Gallicano 1842-1866.






COSTRUZIONE PRIMO CAMPANILE

Nel 1400


Da uno scritto del 1963 si deduce:

Non siamo a conoscenza che prima del 1400 Ghivizzano avesse la torre campanaria.

Da un documento in data 10 giugno 1408 il vicario della Vicaria di Coreglia, Buonagiunta Dardagnini scrive al Signore di Lucca Paolo Guinigi assicurandolo che la costruzione non avrebbe superato, in altezza, il primo piano della Torre, senza merli nella sommità e terminare a tetto comune, tutto murato senza finestre.

Poi in due lettere in data 25 ottobre e 3 novembre 1408 il Dardagnini comunica che saranno rispettate le disposizioni e che però non sarà del tutto chiuso ma con la porta verso la torre.

Questo primo campanile fatto da Paolo Guinigi dopo 4 secoli non esisteva più e furono i Ghivizzanesi a costruire l’attuale con una costruzione snella e dominante sulla sottostante valle, ampie finestre sui lati, tetto a terrazzo e quattro magnifici merli alla sua sommità. nell’anno 1857.


Dal libro “Gente nel tempo” di Aldo Pellegrini

...il 13 maggio 1831 il presidente di sezione di Ghivizzano Antoni Antonio comunica al gonfaloniere di Coreglia che da tempo si deve restaurare il campanile: “ ma oggi siamo all’urgenza perché minaccia rovina con pericolo delle campane e di restarvi sotto, e si è pensato con le questue di metter qualche cosa da parte, ma è miserabile”.

Chiese dalla comune una somma di almeno sei scudi che lui avrebbe cercato di risparmiare nei lavori della strada della “Costarella”

La lettere accenna così alle condizioni del fabbricato: “Sono troncate le pietre di una cantonata con una lega (in ferro) che sta per strapparsi e qualora succedesse un tal danno la sezione mai più arriverà a rimediarlo…. A mio parere la spesa sarà di 25 scudi”

Il gonfaloniere rispose approvando un contributo di L. 45, corrispondente alla prima richiesta di sei scudi (1 scudo= L. 7,50)

L’anno 1835 si ruppe la minore delle due campane “scioltasi dal mozzato (il ceppo che sostiene la campana) e caduta sul pavimento”

L’operaro della chiesa, Pellegrino Puccini, indirizzo una supplica al ministero degli interni con richiesta di sussidio per rifonderla. Il ministro di Lucca, in data 19 giugno 1835, rimise l’informazione al gonfaloniere di Coreglia con l’incarico di esaminare la situazione attiva e passiva dell’opera della chiesa e di inviare un preventivo di spesa della fonderia per verificare se questa corrispondesse a quella dichiarata dall’operaro nella supplica (L. 40).

In data 28 luglio 1835 il presidente Antoni, insieme all’operaro e il parroco segnalarono che la comune possedeva una casetta disabitata e mal ridotta, la quale, venduta, avrebbe potuto saldar la spesa della fusione della campana. Il gonfaloniere in risposta chiese i documenti per istruire la pratica di tale vendita, che poi non avvenne perché nel contempo in paese era sorto un partito contrario a tale operazione.

Si preferì dare in affitto questa casetta dissestata con l’esclusione dell’annesso forno di cui si servivano a turno varie famiglie per la cottura del pane. Messa all’incanto la locazione fu aggiudicata a Matteo Antoni di Ghivizzano quale miglior offerente, cioè L.12 di affitto annue.

Fino all’anno 1838, il 24 maggio il presidente di sezione segnalò con lettere al gonfaloniere le crepe del campanile e in pari tempo mise in guardia l’operaro facendo conoscere il grave pericolo a suonar le campane. Le fessure si erano aperte a nord dalla parte della chiesa, contemporaneamente il muratore esperto aveva notato un cedimento di tre dita del muro di levante. Il gonfaloniere rispose ordinando, cioè trasformando in ordine la messa in guardia del presidente all’operaro di far tacere le campane, per sicurezza chiedeva la consegna delle chiavi del campanile.

Lo stesso parroco doveva intimare all’operaro il risanamento dei muri del campanile.


PROBLEMATICHE SUL VECCHIO CAMPANILE

E SULLA RICOSTRUZIONE

Di recente costruzione come lo dice l’iscrizione ivi posta e che suona così:

La pietà religiosa

la concordia unanime degli abitanti del luogo

con generosa e spontanee oblazioni

riedificarono dalle fondamenta

questa sacra Torre

l’anno 1857

Matteo Rossi

Confaloniere


Dopo vari documenti che dimostrano immobilismo da parte delle autorità sul vecchio campanile ormai in stato di degrado assoluto si arrivò all’ordine di “far discendere le due campane” e demolire il piano superiore per 13 braccia (un braccio 59 cm) ma la maggioranza della popolazione voleva demolirlo in toto e cosi fu con il denaro e il lavoro gratuito degli abitanti.

Finalmente dopo varie problematiche il 22 aprile del 1857 il presidente di Ghivizzano Zaroni comunicò al gonfaloniere l’inizio dei lavori (alla demolizione si era già provveduto) e i primo di maggio cominciarono i lavori che terminarono un anno dopo.

Si riportano alcuni dettagli di spesa:

All’esercente di alimentari Francesco del Giallo il 12 -8-1857 fornì per ristoro 17 pani ai portatori di pietre e Luisa Raffaelli riscosse 7 lire e mezzo per 5 fiaschi di vino.

Per alloggio in casa di Benedetto Lucchesi lire 3 al mese per affitto (si ricorda che gli scalpellini venivano da Pontecosi)

Il falegname Benigno Martinelli per dettaglio lavori lire 13 e per due pancacci, impiegati a rimontare le campane, lire 44,4.

Lo stesso falegname fece anche la “botola”, la porta d’ingresso dell’organo e i serramenti della porta del campanile.

Il fabbro Bartolomeo Bacci riscosse lire 36 per “feratura” delle campane e Lire 39,5 per la ringhiera della scala interna e lire 35,10 per le tre ringhiere sul campanile.

Il costo totale della ricostruzione andò ben altro del preventivo di spesa fatto e varie furono le richieste di aiuto fino ad arrivare ad una riunione di tutti i capo-famiglia nell’oratorio della Madonna della Neve che stabilì di continuare a pagare la tassa di famiglia oltre i tre anni già stabiliti e mentre il campanile fu portato a termine nel 1857 rimase uno strascico che duro negli anni a venire anche a causa dei contribuenti morosi della tassa di famiglia.

Furono raccolte 507 lire lucchesi e 73 opere.


Targa posta nella parte bassa del campanile


VARIE NOTIZIE SULLA STORIA DEL CAMPANILE

Il primo campanile risale alla costruzione al tempo di Paolo Guinigi, Signore di Lucca, nel 1400-1430.

Era dotato di un orologio collegato alle campane necessario a regolare l’orario di lavoro della gente nei campi.

La manutenzione e il ricaricamento quotidiano era ufficio della pubblica amministrazione. Di questo orologio tratta una lettera del presidente di Ghivizzano Antonio Antoni datata 29 luglio 1824 con la quale viene richiesto il buono per una riparazione.

Risulta la rimessa di un conto spesa fatto dal fabbro Pellegrino Puccini in data 24 luglio 1830.

Probabilmente la chiesa di San Martino, dentro la rocca, era nata senza campanile. Al tempo di Paolo Guinigi si parlò della costruzione di un campanile come si legge su un carteggio del 1408 inviato dal vicario di Coreglia Bonagiunta Dardagnini. Un testo latino dice che il campanile e fuori dalla chiesa, verso mezzogiorno , è di pietra, alto , integro e porta due campane.

In data 15 giugno 1851 l’ing. comunale Barsotti si persuase che doveva essere demolita la parte superiore del campanile. Pericoloso sia per i campanari che per i fedeli e che un minimo terremoto poteva far crollare il tutto. Fu ordinato di far tacere le campane e per sicurezza la consegna delle chiavi del campanile.

La legge borbonica del 1821 stabiliva che i lavori di riparazione degli edifici della chiesa dovevano essere a carico della popolazione, e allora dopo aver deciso la ricostruzione dalle fondamenta fu rifatto con il denaro e il lavoro gratuito degli abitanti.

Per la ricostruzione del campanile fu indetta una riunione nella chiesetta della Madonna della Neve, i convocati erano 105 i presenti 74 ma tutti figurano nella lista: sia i presenti che gli assenti che furono raggiunti a domicilio. Tutti dovevano scrivere di proprio pugno cognome, nome e paternità (per chi era analfabeta interveniva il presidente Antoni che aggiungeva la parola “illetterato”)

A quel tempo(1854) l’unica scuola esistente era quella volontaria fatta dal parroco e finanziata dalla comunità e in paese gli analfabeti erano 47, poco meno della metà.

In data 31 gennaio 1967 preventivo della ditta O.E.S. Brevetti Scarselli di Lastra a Signa per elettrificazione delle campane del costo di L. 1.798.500 e incastellatura in travi di ferro per L.350.000. (allegate copie relative richieste)


ORDINANZA DI CHIUSURA DELLA CHIESA

Ordinanza n° 269 del 17-8-1979

Il Sindaco

--vista la relazione dell’ufficio tecnico dalla quale risulta che alcune strutture della torre campanaria della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Ghivizzano sono pericolanti e minacciano rovina con grave pericolo per la pubblica incolumità

Ordina

Al parroco della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Ghivizzano, don Francesco Cerri, di provvedere all’immediata chiusura della suddetta chiesa e alla recinzione dell’area adiacente al campanile con divieto di accesso al pubblico fino a quando non siano stati eseguiti i lavori di riparazione delle strutture pericolanti del campanile

IL SINDACO

Prof. Giuliano Nesi


Da un articolo del marzo 1982

RESTAURO CAMPANILE

Domenica 7 Marzo 1982 inizio raccolta fondi per lavoro di restauro del campanile della Chiesa Parrocchiale.

Sabato 6 febbraio 1982 alle ore 21 nella Chiesa del Sacro Cuore assemblea dei capi famiglia con la presenza del parroco e dell’architetto Rondina , incaricato del progetto di restauro, per portare a conoscenza della popolazione l’andamento della pratica presso la Sovrintendenza ai Monumenti di Pisa e al Ministero dei beni culturali che dovrebbero partecipare al 50% della spese a occorrente preventivata il lire 45/50 milioni dei quali lire 20 milioni minimo sarebbero a carico del paese, ripartendoli in quote di L. 60.000 per famiglia, anche suddivise in 6 mensilità.

Il 14 marzo alle due Chiese di S, Antonio e del Sacro Cuore è continuata la raccolta e già da ora possiamo scrivere con soddisfazione che la corrispondenza della popolazione appare già elevata.

Si ricorda che il precedente restauro era stato fatto 128 anni fa.

Nel mese di maggio sono iniziati i lavori ad opera della ditta Giacchini di Ponte all’ Ania. Una grande impalcatura circonda il campanile dalla base fino alla sommità mentre per la raccolta dei fondi, tra le 60,000 per famiglia e i contributi dall’estero, si è raggiunta la somma di 19.943.000 lire.











Varie foto restauro del campanile


DA ARTICOLO DEL 1982

Si parla di un ispezione per verificare lo stato dei lavori, al campanile tutto “fasciato” da impalcature, che si trovano ad un buon punto con la sostituzione di enormi blocchi di pietra scarpellinata in sostituzioni di quelli vecchi e rotti o in pericolo di cadere. Altro lavoro inizialmente imprevisto è la travatura interna delle tre campane. Infatti i travi in legno, ormai logore, dietro esame di appositi tecnici, sono in corso di sostituzione con altri più resistenti in acciaio, predisposte anche per una futura elettrificazione.

Da un articolo di Terra lontana del 1983

Nel mese di febbraio del 1983 è stata tolta tutta l’impalcatura e così riabbiamo visto tutto libero e rimesso al primiero splendore il nostro meraviglioso campanile.

(chiuso come la chiesa dal 1979)

Il 7 febbraio nella chiesa del Sacro Cuore ad opera dell’architetto sig. Rondina, che ha eseguito il progetto di restauro e seguito i lavori e la pratica presso la Sovrintendenza ai Monumenti di Pisa, sono state proiettate le diapositive a colori illustranti dall’inizio al termine le varie fasi del restauro. Era presente anche il geometra Giacchini Antonio titolare dell’impresa edile che ha effettuato il restauro, al quale unanimemente è stato riconosciuto il merito di aver lavorato con rara perizia e passione. Anche il tetto della chiesa è stato riparato, così in occasione della Santa Pasqua al suono delle antiche campane sarà festa grossa nella parrocchia di San Pietro e Paolo.

La sottoscrizione di tutti i ghivizzanesi in Patria e fuori a raggiunto i 24 milioni e la spesa totale supera il doppio di tale cifra. Speriamo fiduciosi nella Provvidenza e nella Sovrintendenza ai Monumenti.

Nel Luglio del 1983 si aggiungono 3 milioni concessi dalla nuova Amministrazione Comunale e 1 milione dalla Presidenza della Cassa di Risparmio di Lucca.

Da un articolo di Terra Lontana del 2007

Il 12 novembre 2006 nel n° 46 del noto settimanale “Famiglia Cristiana” alla rubrica “I lettori ci scrivono” è apparso l’annuncio “Mandateci una foto del vostro campanile” inviato dall’associazione culturale il “Campanile” della cittadina di Teano (Caserta) per una grande mostra fotografica dedicata appunto ai campanili d’Italia.

Abbiamo, a tal proposito, anche noi una foto del nostro antico e merlato campanile che a noi appare bello, augurandoci che abbia successo tra i tanti bei campanili d’Italia.

Questa è la foto inviata:



Interno del campanile

Porta interna nel campanile ingresso organo

Da un articolo del 2025

Pulizia esterna del campanile


Nelle prime settimane di gennaio 2025 è stato messo in sicurezza il parametro esterno del campanile liberando il piazzale dalle transenne poste a protezione. La pulizia delle parti cadenti è stata effettuata dall’operato dei tecnici specializzati della Acrobatic System. L’intervento è stato portato a termine in pochi giorni senza necessità di montare impalcature e col solo utilizzo della tecnica (mutuata dall’alpinismo)della doppia fune di sicurezza.

Il costo dell’intervento, interamente a carico della parrocchia, è stato coperto con le offerte raccolte con il “canto della Befana (2630 euro) e fondi raccolti dal Gruppo Ricreativo Parrocchiale in occasioni delle varie manifestazioni svolte.



Specialisti in arrampicata durante la pulizia




Commenti

Visitatori dal mondo

N.B.:Gli accessi dagli USA si riferiscono anche ad "accessi tecnici" del sistema