DOMENICO CAMILLI PROFESSORE E ISPETTORE SCUOLE PONTIFICIE

 


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                                               DOMENICO CAMILLI

                       PROFESSORE E ISPETTORE SCUOLE PONTIFICIE


Da un articolo di Terra Lontana del Prof Pellegrini del 1988

Domenico Camilli nacque a Ghivizzano il 18 novembre 1845, poco più di un anno avanti il vescovo David Camilli (15 gennaio 1847), Nacque d’un parto gemello, la sorellina fu chiamata al battesimo M.Giovanna Filomena.

Genitori furono Carminello del fu Niccolao e M.Domenica Cecchi. Fu battezzato dal parroco G.B.Cheli, compare Regolo Pierotti e comare Pasqua Puccini.

Carminello era fratello di Bartolomeo, padre del vescovo, e di Ferdinando padre di Fidalma, andata sposa a Pietro Lucchesi e madre dei cari compaesani sempre in vita Vittorio,Lea,Carmela,Umberto e Iside. Tra i documenti rimasti in casa della signora Iside Lucchesi, figlia della cugina del professore, c’è un certificato rilasciato dal prefetto degli Studi del seminario di Lucca G.Guidi.

Vi si legge che frequentò le classi 2° e 5° ginnasiale e superò con esito brillante gli esami di ciascuna classe meritando il primo premio nella 4° e nella 5°.Si distinse nello studio della lingua greca, si applicò allo studio della filosofia, orale e razionale, sostenne con plauso gli esami di fisica e matematica.

Una nota letta nello stato delle anime dell’archivio parrocchiale conferma che Domenico trascorse in seminario, da cui uscì, la sua adolescenza insieme al cugino fornito di autentica vocazione sacerdotale, ma il dono della fede, alimentato dall’educazione religiosa, fu conservato nella vita civile con adeguati meritevoli frutti.

Lo ritroviamo professore di lettere a Roma, dove nell’anno 1875 conseguì’ l’abilitazione all’insegnamento delle lettere (Italiano, latino, storia e geografia) nei ginnasi della pubblica istruzione.


Domenico Camilli


L’anno prima, sempre a Roma, riceve la patente di idoneità alle funzioni di segretario comunale. Tra i documenti ce n’è pure uno scritto in latino: è un diploma di cittadinanza romana onoraria rilasciato dall’”Universalis Quiritum Coetus” (il comune di Roma) il cui sindaco si definisce “dictator” è del 28 maggio 1867.

Il professore collaborò per la sezione didattica al periodico “Gli studi in Italia” se ne conserva un certificato. Il provveditore agli studi di Roma lo nominò Commissario agli esami di concorso per segretario ispettore e vice direttore delle regie poste (3o agosto 1879). Per 40 anni tenne la carica di ispettore nelle scuole pontificie. Nel mese di maggio del 1918 gli istituti femminili gli dedicarono una pergamena.

A Roma aveva conosciuto la nipote del cav. Filippo Petraglia, Erminia, che divenne sua moglie. Nelle vacanze estive tornava sempre al suo Ghivizzano, dove aveva acquistato una villa chiamata “La chiusa” sul Borgo, a tre piani con giardino, venduta da Annibale Pierotti con atto rogato dal notaio Girolamo Biscotti il 26 dicembre 1887. Allora la carta bollata costava lire 1. Questa casa passò in proprietà di Lorenzo Cipriani conosciuto anche dal sottoscritto come un vago ricordo infantile del portalettere. Attualmente è proprietà Lazzareschi.

Nell’archivio parrocchiale sono conservati due scritti a stampa del professore di Roma. Di uno ci siamo serviti per la biografia del vescovo David Camilli: Il secondo è una commemorazione o panegirico del cav: Filippo Petraglia nel primo anniversario della morte (13 maggio 1901) Ebbe solenni onoranze funebri, officiate dal parroco pro-tempore don Amedeo Tofani, molto vicino in sentimenti e affetti al prof: Domenico.

Grande fu la partecipazione degli abitanti memori di quella figura di gentiluomo romano incontrato spesso per le strade del paese durante l’estate, perchè, sul consigli del nipote Camilli, aveva scelto Ghivizzano a sede delle sue vacanze, vi si era trovato bene e non aveva nascosto i suoi elogi per la cortesia e ospitalità della gente. Tale opinione tradotta in fatti di riconoscenza fu la dotazione di lanterne a olio collocate nei punti di maggiore difficoltà e pericolo delle vie del castello.

Chi intendesse occuparsi della storia della pubblica illuminazione del paese può cominciare da questa iniziativa. A prova il signor Vittorio Lucchesi mi condusse in via Sossala dove mi mostrò un braccio o sostegno di tondino di ferro superstite ancora pendente dal muro: serviva a reggere la lanterna che un incaricato lampionaio

ogni sera accendeva e regolarmente al mattino tornava a spegnere. Ce n’erano 7 o 8.

Un secondo dono del Petraglia furono le due campanelle fatte collocare sul tetto degli oratori di Sant’Antonio e della Madonna della Neve. La prima campanella reca a rilievo nel bronzo queste parole: “il cav. Filippo Petraglia di Roma donò l’anno 1894”. Nella seconda è scritto: “Dono del cav. Filippo Petraglia Romano – anno 1893”

Nel panegirico del prof: è scritto ancora che il cavaliere fece collocare a sue spese “la ringhiera” alla scalinata(scaleo) che conduce alla chiesa parrocchiale.

Osservando il passaggio che per capire meglio in riferimento all’appoggio in ferro lungo le scale e ancora al suo posto, era meglio chiamato “corrimano”, si sottolinea la finezza di aver pensato ad alleviar e il disagio della salita alle persone anziane che si recavano a messa.

Il nostro Camilli Domenico non fu meno attento ai bisogni dei compaesani. Aveva notato le lavandaie, cioè quelle povere donne, con in testa la secchia dei panni del bucato, che si recavano alla gora delle Molina, costrette a lavare a cielo scoperto su pietre mobili d’occasione. A sue spese fece costruire il lavatoio coperto. Dotò la chiesa parrocchiale di panche nuove. Di un altra benemerenza siamo informati dalla relazione di don Tofani sulla visita pastorale , fatta a Ghivizzano il 30 giugno 1929 da Mons. Antonio Torrini. Siamo venuti a sapere che in parrocchia c’è una fondazione intitolata al prof. Domenico Camilli consistente in un capitale di Lire 20.000 (più di 40 milioni attuali) in consolidato al 5%, con un interesse di Lire 1000 annue come contributo al mantenimento in seminario diocesano di due alunni.

Dal suo matrimonio ebbe una figlia, Iside: Il 18 ottobre 1906 essa si unì in matrimonio con l’ing. Leonardo De Muro, benedisse le nozze il vescovo di Fiesole, recatosi appositamente a Roma: Morì senza figli, a La Spezia dove abitava, di “spagnola” durante la prima guerra mondiale. Il padre a Roma, dove è sepolto, nel 1922 (18 dic.)












Stemma della casata



Domenico Camilli con la moglie



" La Chiusa"

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