REGOLO PUCCINI E I FIGLI PADRI DAVINO E MANSUETO
Personaggi di ieri
Il Capo “Aggiunto” di Ghivizzano REGOLO PUCCINI
E
I PADRI DAVINO E MANSUETO PUCCINI (suoi figli)
Da un articolo redatto dal Prof. Aldo Pellegrini su Terra Lontana del 1988
LA FAMIGLIA
Negli anni 1806-1814 Lucca era governata dai Principi Baciocchi. Elisa, una delle tre sorelle di Napoleone Bonaparte coniugata con Felice Baciocchi, aveva ottenuto dal fratello, allora divenuto arbitro dell’Europa, il governo dell’antica repubblica lucchese. Le dipendenti vicarie erano state trasformate in comuni con a capo un “maire” che ancora oggi in italiano significa “sindaco”. Il comune di Coreglia comprendeva le attuali frazioni, chiamate allora comunità con a capo un “aggiunto”. A Ghivizzano l’aggiunto si chiamava Regolo Puccini.
Come primo cittadino del paese sorvegliava la vita civile degli abitanti e riferiva al “maire” di Coreglia circa i problemi e ai bisogni per un regolare svolgimento della vita comunitaria.
Di lui si conservano molte lettere nei raccoglitori della corrispondenza del “maire” di Coreglia e queste consentono un giudizio di specchiata onestà.
Dallo stato delle anime della parrocchia di Ghivizzano dell’anno 1812 la famiglia di Regolo Puccini, di anni 40, si componeva: della moglie M. Lucia Cipriani di anni 38 e dei figli M. Camilla(anni 13), Davino (anni 2), Mansueto (mesi 8).
In quel tempo era parroco di Ghivizzano Iacopo Tommasi di Brandeglio, che resse la parrocchia dal 1891 al 1835. Della vita infantile di questi personaggi niente trapela, dallo stato delle anime. Sicuramente i fanciulli alla scuola parrocchiale devono aver mostrato di preferire al lavoro lo studio, ed il padre che sapeva leggere e scrivere, titolo cospicuo per i tempi che correvano, assecondò il loro desiderio di entrare in seminario dei Chierici Regolari della Madre di Dio.
L’ordine religioso dei Chierici Regolari della Madre di Dio.
In Lucca in via Santa Maria Corte Orlandini, presso la chiesa barocca di Santa Maria Nera, esiste ancora oggi il convento dei Chierici Regolari della Madre di Dio, fondata da San Giovanni Leonardi, nato nel vicino paese di Diecimo (1541-16099, canonizzato da Pio XI nel 1938, Attualmente la casa generalizia risiede a Roma in Santa Maria in Compitelli (la chiesa sorge dietro palazzo Venezia).
Non sarebbe male che i cattolici lucchesi conoscessero un po meglio questo santo concittadino, il quale, insieme allo spagnolo Juan Bautista Vives, promosse la fondazione dell’istituto “De >Propaganda Fide”, fondazione ufficialmente avvenuta più tardi, nel 1622, quando il Leonardi era già morto.
Si deve a Papa Gregorio XV.
Nell’archivio del convento di Lucca si conservano alcuni scritti dei due religiosi. Di padre Mansueto sono alcune prediche, di cui la prima è un panegirico di San Luigi pronunziato a Ghivizzano nell’anno 1839. Una documentazione maggiore ha lasciato padre Davino.
Da giovane si sentì ispirato dalle muse e ha lasciato alcuni saggi d’argomento classico: “Ettore e Andromaca”, Ettore ed Enea”, “Didone per la partenza di Enea”, “Scipione va a l’inferno” ecc. Un secondo fascicolo contiene traduzioni dalle “Odi” d’Orazio e dalle orazioni di Cicerone. Resta ancora di Davino la stesura di alcune prediche. Quanto all’arte poetica l’autore consapevole, pare, dei suoi limiti, si guardò sempre bene dal dare sue poesie alla stampa. In una lettera indirizzata a N.N: (è sicuramente la minuta rimastagli) gli consiglia di non dare alla stampa i suoi parti poetici, bensì do conservarli nel cassetto per riesumarli in età matura.
Sotto il ducato di Carlo Lodovico di Borbone (1824-47) il municipio di Lucca aveva ufficialmente inviato la direzione dei Chierici Regolari ad accollarsi l’insegnamento delle scuole secondarie della città. La prima risposta del superiore padre Davino (18 gen. 1837) fu di rinunzia perché gravose e lontane dal loro convento e inoltre intralciavano la soddisfazione dei loro doveri religiosi. Poi ci ripensarono e in data 13 febbraio 1837 padre Davino scrisse la lettera di accettazione, previo nulla osta del superiore di Roma. Nell’archivio si conserva un programma con le varie materie di insegnamento. Gli anni erano quattro, nel primo anno si insegnava grammatica italiana inferiore, calligrafia, aritmetica e storia.
Le materie del quarto anno erano: 1)geometria e disegno geometrico 2)lingua francese 3)geografia e cosmografia
4)esercizi di composizione italiana.
Non siamo riusciti ad identificare la loro casa paterna, né a qual ramo delle numerose famiglie Puccini appartenessero.
A Ghivizzano avranno coltivato le loro amicizie e le relazioni con le famiglie. Si sa soltanto che nella propria residenza si erano fatti costruire una cappellina per celebrarvi la messa.
Ce lo confermano almeno cinque relazioni delle visite pastorali dei vescovi di Lucca mons. Arrigoni e Ghilardi. Lo stato delle anime della parrocchia (si facevano ogni anno) elenca la loro casa tra quelle “fuori porta” del castello.
Qualche cosa di più possiamo scrivere traducendo dal latino i necrologi compilati, per consuetudine, dagli ordini religiosi per i confratello scomparsi.
Di Mansueto, nato nel 1811 il capitolo (assemblea) dei Chierici Regolari del 17-18 ottobre 1889 scrisse che fu accolto nell’Ordine a Napoli, nel convento di S. Maria “in porticu”, dopo il noviziato lodevolmente seguito fece la sua professione. Ordinato sacerdote in Roma, dopo alcuni anni passò a Lucca dove per molti anni insegnò grammatica nella scuola pubblica e contemporaneamente diresse la congregazione dei chierici e dei giovani di Santa Maria della Neve, fu assiduo confessore attese alla predicazione ardentemente desiderando la salvezza delle anime. In Ghivizzano, paese d’origine, dove si era recato per riposarsi fu colpito da una gravissima malattia della pelle, volgarmente chiamata “vespaio”,e in poco tempo, dopo aver ricevuto tutti i sacramenti, spirò il 17 novembre 1878 a 67 anni e il sepolto attende tra i santi la resurrezione.
Fedelmente il libro dei morti della parrocchia registra l’atto di morte il 17 novembre a firma del sacerdote Antonio Bianchi economo spirituale. Al nome di Mansueto segue ancora quello di Giustiniano figlio di Regolo, a sua volta figlio di Regolo. Quando il figlio porta lo stesso nome del padre, di regola è nato dopo la morte del genitore.
Nell’atto di compilazione aggiunge:” assistito da me fino alla morte e fatte le prescritte esequie fu sepolto nel cimitero di Ghivizzano.” Per la storia si verrà, a suo tempo, a sapere che il cimitero era quello, presto abbandonato, di “Pianezzori” a levante del castello.
Di Padre Davino nato nel 1809 il capitolo generale dell’ordine, riunitori dal 24 aprile al 4 maggio 1892 a Roma in S. Maria in Compitelli scrisse: “Della diocesi di Lucca nato a Ghivizzano, morì nel Signore il 4 agosto 1887 nello stesso luogo. Egli seguì egregiamente il costume della nostra congregazione nella educazione dei giovani dell’associazione della Beata Maria Vergine della Neve. Si adorerò a lungo con sommo impegno meritandosi la stima di tutta la cittadinanza.”
L’atto di morte della parrocchia recita: Puccini padre Davino di (fu) Regolo (qondam)= figlio di Regolo e di Lucia Cipriani, morì di anni 78 mesi due meno 4 giorni alle 4 pomeridiane munito del sacramento dell’olio santo e benedizione pontificia, non essendosi potuto amministrare gli altri sacramenti (non scrive il motivo) ed il giorno appresso fatte le esequie con pompa, accompagnato da tutto il paese con ceri accesi, fu sepolto al cimitero nuovo.
L’aggettivo del cimitero cioè “nuovo” dovrebbe indicare quello attuale di Camparlese.
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