MULINI A GHIVIZZANO

 

                                             MULINI A GHIVIZZANO


In data 23 novembre 1812 si trova una comunicazione al “maire” da parte di R. Puccini che dice:

Mi si dice dai mugnai che il Segone in quest’ultima pioggia ha portato via una trave alla steccata che serviva alla gora. Non potendo portare avanti la macinazione per mancanza di acqua si trovano costretti a restituire le chiavi ( i mulini che conducevano erano in appalto) qualora non si provveda la riparazione . Inoltre è necessaria una macina nuova al molino di sopra essendo l’attuale tutta venata”


Altra comunicazione avviene in data 19 giugno 1815 leggiamo:

Il mugnaio Raffaelli vedendo la necessità d’una nuova macina la ordinò allo scalpellino di Gromignana (sicuramente non era quella richiesta tre anni prima). Per farla “tirare” (trasportare) occorre un po' di spesa. E’ stato fatto rifare il muro della gora come da tempo avvertii, ma essendosi tardato la spesa si è fatta maggiore”.


Il mugnaio Carlo nel 1946


Nel dopo guerra c’erano ancora in funzione due mulini: uno nella zona in alto gestito da Carlo e Lucia Lucchesi (fratello e sorella) e l’altro più in basso gestito da Giuseppina Antoni e Cardosi Mansueto (detto “il rosso” o “Barghetta”). Aveva come operaio mugnaio un certo Chiappa che quando lasciò il lavoro i padroni lasciarono l’attività (intorno ai primi anni 50) e il molino fu gestito dai fratelli Frediani Pellegrino, Mery, Dante e Orsoni con chiusura nel 1955. Fu poi comprato dal Comune che lo trasformò in un bel lavatoio al tempo scoperto(se ne parla alla voce pozzi pubblici)


Frediani Pellegrino

Frediani Maria detta Mary

Frediani Dante

Foto della zona dove erano i mulini che poi hanno dato il nome alla via


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N.B.:Gli accessi dagli USA si riferiscono anche ad "accessi tecnici" del sistema