IL BECCHINO A GHIVIZZANO

 

IL BECCHINO A GHIVIZZANO

( Colui che si occupa di seppellire i morti )



Nel nostro paese, fino all’anno 1868, i morti venivano seppelliti sotto il pavimento della Chiesa Parrocchiale.

Si ricorda che il primo cimitero di campagna fu costruito nel 1868 in località “Pianezzori” a levante del Castello (vedi storia dei cimiteri)

-Lucchesi Angelo detto “il Forte”

- Simoni Lorenzo detto “Lore” (periodo in cui i morti venivano

seppelliti solo nella terra)

- Ditta Coppi ( oltre che nella terra in sepolture in muratura con

casse zingate)

-Ditta Edil-Castello di Calavorno (attuale)

(Per quanto riguarda le “lampade votive” la ditta Paoli Giorgio di

Pontetetto)

Nella sacrestia, alla chiesa parrocchiale, si conserva la vecchia portantina per il trasporto dei defunti dalla proprie case fino all’atrio delle donne della chiesa parrocchiale, dove attraverso una botola si seppellivano i morti nella catacomba al di sotto della chiesa. Per il trasporto si usava avvolgere il cadavere in un panno.



Portantina




Atrio nell’entrata della Chiesa dove c’era la botola che comunicava con la catacomba. Nel muro si ricordano alcune lapidi in marmo poi tolte né rimane una (vedi foto) sulla parete frontale con alcuni nomi di defunti seppelliti.


Atrio della chiesa Parrocchiale dove c'era la botola

Lapide in fondo all'atrio



Si ricorda che nel 1885, quando fu rifatta la pavimentazione della Chiesa Parrocchiale, il geometra perito Antoni Silvio nel chiudere la catacomba salvò le lapidi della moglie Giovanna e del figlio Filippo di Francesco Castracani e le riportò a livello del pavimento (come sono ora)

Alla fine del’800 era uso mettere il cadavere dei bambini (a quel tempo abbastanza numerosi) per il trasporto dalla casa alla chiesa in una canestra ricoperta di nastri bianchi, portata sulla testa da una donna che veniva immediatamente dopo il sacerdote. (vedi storia delle Compagnie di San Luigi Gonzaga e dell’Immacolata Concezione)



Commenti

  1. Gentilissimi,

    Desidero ringraziarvi di cuore per il bellissimo articolo pubblicato oggi. Vedere quella lapide è stato per me un momento molto emozionante, perché Lorenzo Puccini e Raffaella Mainardi sono miei parenti, genitori del mio Giovanni prospero Pellegrino Puccini.

    Ho avuto l’opportunità di visitare Ghivizzano a luglio e mi ha emozionato camminare per le sue vie e vedere il castello, anche se purtroppo la chiesa era chiusa e non ho potuto parlare con nessuno. Spero di tornare presto per conoscere più persone, e magari qualche lontano parente.

    Grazie ancora per aver condiviso questo prezioso pezzo di storia locale.

    Con affetto,
    Giacomo Puccini.

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