MEI PASQUINA NEI BONELLI " UNA GRANDE CASTELLANA"

 


Personaggi di ieri


                                      MEI PASQUINA nei BONELLI

                                             una grande castellana


Pasquina nasce a Ghivizzano il 6 agosto 1892 da una famiglia di contadini. Suo padre Mei Mosè, aveva vissuto alcuni anni da emigrato in America, vendeva statuine di gesso fatte a Ghivizzano.

All’epoca era una delle poche risorse del territorio oltre che l’agricoltura.

La mamma Lazzareschi Celide faceva la casalinga e all’occorrenza aiutava nei campi. Pasquina era la più grande di tre fratelli; Bartolomeo (che tratteremo in altro articolo) e Giuseppina successivamente emigrati in Australia.


Mei Pasquina


Fin da piccola ha dimostrato, pur non avendo nessuna istruzione, interessi particolari sia per la lettura che per la scrittura. Appena le era possibile raccontava per scritto la vita di paese e della famiglia anche su fogli di carta “gialla” quella per alimenti.

Ancora giovanissima venne assunta come impiegata a Bagni di Lucca “all’ufficio postale” dell’epoca, perchè da autodidatta aveva imparato a scrivere e decifrare l’alfabeto “morse”, e lì rimase per alcuni anni.


Pasquina giovane impiegata all'ufficio postale di Bagni di Lucca


Durante il periodo della I° guerra mondiale sposò il carabiniere Bonelli Attilio da cui nascono quattro figli e la prima bambina muore in tenera età. Gli altri tre figli, Bianca, sposata Muzzarelli è vissuta fino alla fine dei suoi giorni a Ghivizzano, mentre Dante e Bruna, negli anni 1950, emigrarono in Australia.

Il marito Attilio era carabiniere e per amore della famiglia lascio la carriera in divisa e andò a lavorare alla S.M.I. di Fornaci di Barga.


Pasquina con il marito Attilio Bonelli


Per seguire più da vicino la famiglia lasciò “la posta di Bagni di Lucca” e assunse il ruolo di “segretaria” nella piccola miniera di Bauxite o Lignite in Ghivizzano.

Nel periodo che precedette la seconda guerra mondiale, a Ghivizzano ci fu una grande ondata di emigrazione sia per le Americhe che in Australia, molte persone all’epoca non sapeva né leggere né scrivere e Pasquina diventò la “referente” della corrispondenza fra emigranti e parenti rimasti in loco.

Questa disponibilità che dava ai paesani di Ghivizzano, ne venne a conoscenza il “Direttore di Borgo a Mozzano” il quale le propose di effettuare una “scuola privata” sul territorio che permettesse di alfabetizzare e dare nozioni sufficienti a rendere le persone capaci di leggere e scrivere.

Pasquina accettò con entusiasmo perché la sua vera passione era insegnare. Dopo alcuni anni (siamo nel 1917) lo stesso “Direttore” gli conferì ad “onorem” il titolo di maestra. In quegli anni riceveva un regolare stipendio dalla stessa “direzione”.

Con la fine della seconda guerra mondiale la scuola venne resa pubblica, gratuita e obbligatoria per cui lei lasciò l’insegnamento.

Agli inizi degli anni cinquanta aprì una bottega di paese, in cui si poteva trovare di tutto e di più.



Pasquina sulla porta del suo negozio


All’età di settanta anni partì da sola per raggiungere l’Australia a trovare i due figli, il fratello e la sorella emigrati. A Melbourne rimase sei mesi.

Dopo questo lungo viaggio è rientrata a casa ed ha continuato l’attività commerciale in Ghivizzano Castello. Naturalmente non ha mai abbandonato la scrittura e qui ha completato un libro di poesie regalandolo a parenti e amici. (Che pubblichiamo parte nella quasi totalità).


Copertina della raccolta di poesie


Ci ha lasciato all’età di 91 anni circondata dall’amore della sua famiglia. Ancora oggi molte persone si ricordano di lei con affetto e ammirazione per le sue capacità professionali ma soprattutto umane.

Di lei possiamo dire, benchè nata alla fine dell’ottocento, di essere riuscita a realizzarsi come donna, senza tralasciare la famiglia, in un mondo che al tempo era prettamente maschile.

Durante il periodo della II° guerra mondiale aiutò molti soldati alleati a non essere catturati dal nemico. Per questo motivo gli venne assegnato un certificato di gratitudine e di riconoscenza dal Maresciallo Britannico comandate supremo delle forze armate, che alleghiamo.


Certificato di gratitudine del comando alleato inglese








Ex sede negozio

Cartolina illustrata sulla sinistra di via David Camilli, entrata negozio

l 19 giugno alla bella età di 91 anni ci ha lasciati Pasquina Mei Bonelli. Non sembra affatto vero per la freschezza e vivacità di mente e di cuore che eccezionalmente si riscontravano in lei a novanta anni superati riuscendo a scrivere terzine e quartine sempre esprimendo un profondo significato.

Nella sua vita poesie e prose ne ha scritte tante, molte ispirate a persone e cose belle del suo Ghivizzano.

A cura di don Franco Cerri, allora parroco di Ghivizzano, fu pubblicata una raccolta di ben 120 poesie (che qui, in parte, riproduciamo)

Si ricorda che nel 1917 conseguì il diploma di insegnate elementare privata e che esercitò ampiamente aiutando un folto stuolo di alunni in tempi nei quali l’istruzione era poco diffusa.

Riportiamo i versi di una poesia di Pasquina:

Vicino all’edera che mai non muore

ho qui, posato con tutto il cuore”


Pasquina è stata una benefattrice e un esempio di grande e profondo amore per il suo paese e per i suoi abitanti.


                            Il marito Attilio alle prese con un maiale in fondo allo scaleo

davanti la sua abitazione



Pasquina legge una sua poesia durante la festa degli anziani nella palestra della scuola media

gruppo familiare di Pasquina

Fratello Bartolomeo Mei



























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