ARCHIVIO PARROCCHIALE DI GHIVIZZANO

 


Archivio parrocchiale di Ghivizzano


ANAGRAFE E STATO CIVILE DALLE PARROCCHIE AI COMUNI

Il passaggio dell’anagrafe e stato civile dalla parrocchia al Comune di Coreglia avvenne il 20 dicembre 1865 quando fu eletto alla funzione di “ufficiale di stato civile” il signor Alessio Casci che insieme alla nomina giunse da Lucca anche il materiale per le registrazioni.

Quindi prima di questa data era dato alla Chiesa, attraverso i parroci, l’incarico delle registrazioni e dei contratti.

Nel nostro archivio parrocchiale ci sono per il nostro paese gli unici documenti importanti dal 1500 fino al 1865


Banchetti contenenti i documenti di archivio

Archivio parrocchiale di Ghivizzano


Per il periodo antecedente al 1865 i parroci erano i titolari delle registrazioni di battesimi, cresime, matrimoni, morti e dello stato delle anime e responsabili della conservazione dei relativi registri parrocchiali o libri canonici.( anche dei contratti tra persone)

Lo hanno fatto dalla seconda metà del cinquecento a seguito delle disposizioni del Concilio di Trento e lo stato delle anime veniva compilato dai parroci, visitando casa per casa, durante il periodo pasquale, i propri fedeli

Questi registri sono tra i documenti più importanti per ricostruire nuclei familiari del passato.

Dal 1865 le competenze sono passate ai Comuni le parrocchie archiviano solo i dati di carattere religioso.

Anche nel nostro archivio si hanno documenti fin dalla metà del cinquecento.

Inventario libri parrocchiali

1 Libri dei battesimi 1545-1950 volumi 13

2 Libri dei Cresimandi 1648-1950 volumi 3

3 Libri dei matrimoni 1566-1950 volumi 10

4 Libri dei morti 1683-1950 volumi 9

5 Libri di Stato di popolazione 1624-1950 volumi 18

e uno schedario attuale. (alla data del 10 luglio 1950)

Nell’archivio non v’è il reparto dei documenti segreti perché non ve ne sono.

Naturalmente i registri relativi ai battesimi, cresime, matrimoni e morte, aggiornati a oggi, sono presso la canonica di Piano di Coreglia a disposizione del parroco Don Giuseppe Andreozzi.

L’archivio si trova custodito in due banchetti, nella stanza della Segreteria, al primo piano del Centro Parrocchiale.




Due interni dell'archivio




Bacchetta matrimoni 1750




Registro battezzati  dal 1835 al 1910

Messali antichi

Messale 1770




Da un articolo di Terra Lontana di Moreno Agostini


NOTIZIE D’ARCHIVIO


A Ghivizzano, Coreglia, Lucignana, Tereglio e Vitiana per secoli conservavano statuti e documenti che riguardavano la vita della comunità. Con le riforme amministrative del periodo napoleonico e di quello borbonico questi archivi furono concentrati nel capoluogo amministrativo della Vicaria così ha Coreglia vennero a costruire un solo complesso archivista.

Tutto questo materiale dopo un lungo lavoro di inventariato e di ordinamento, che è durato diversi anni, è stato ordinato e numerato per una rapida consultazione per chi vorrà scrivere su Coreglia e le sue frazioni.

A cura dell’amministrazione comunale è stato pubblicato un volume “Inventario dell’archivio storico di Coreglia Antelminelli” autore Giorgio Tori.

Questo volume è un opera per gli addetti ai lavori, ma anche un libro che dovrebbe entrare in tutte le case dove vi è un interesse per la vera storia delle genti vissute in questi nostri paesi perchè vi è qualcosa in più di una semplice elencazione dei documenti esistenti.

Di Ghivizzano nell’archivio vi è un frammento di statuto anteriore al 1586 e una parziale riforma del 1750 e un infinità di altri documenti che in un articolo non non vi è possibilità neanche per solo citarli perciò ci limitiamo ad una breve spigolatura degli statuti.

Per l’andamento della comunità partecipavano di diritto tutti i capo famiglia maschi di età superiore a 25 anni fino al 1749 poi tutto fu cambiato perché alle riunioni dove pur essendo vietato bestemmiare e dire male degli altri, spesso vi era confusione e disordine perciò fu dato un nuovo regolamento che poggiava essenzialmente sulla costituzione di due congregazioni di 24 uomini ciascuna con l’incarico di governare alternativamente un anno. Queste regole ebbero altre modifiche, ma sempre si cercò, con saggezza, di non cumulare più incarichi su una persona.

Verso i forestieri che venivano ad abitare a Ghivizzano, da ciò che si legge negli statuti che a questo argomento danno grande spazio, non si era tanto gentili: veniva loro imposta una tassa “acciò che i nostri originali homini del nostro comune habbino maggior privilegio; equale trattamento era riservato agli animali che possedevano.

Questo comportamento non piacque agli anziani di Lucca perciò nel 1767 imposero che fossero almeno ridotte.

Il più rilevante patrimonio: le piante di castagno che erano protette in maniera che oggi non è neanche immaginabile. Era vietato a chiunque neanche di tagliare le foglie “quali si adoperano a fare il castagnaccio” pena: venti bolognini. A questo divieto si aggiungeva il vendere paletteria e legname ai forestieri; qui le penalità erano più salate. Questo rientra nella logica di oggi perchè il castagno sappiamo che allora era una delle principali fonti per l’alimentazione come è normale che si imponesse di non tenere immondizie per le strade, pena: quattro soldi per i trasgressori.

Il 13 dicembre 1637 fu introdotto l’istituto del “discolato” ossia del bando dalla comunità di persone ritenute indegne o pregiudizievoli alla tranquillità e all’ordinato svolgimento della vita sociale. La prassi era semplice e chi aveva qualcosa sulla coscienza non aveva via di scampo perché riunita tutta la comunità , il commissario insieme al sacerdote appositamente eletto, doveva ritirarsi in un luogo appartato e ricevere uno alla volta tutti gli uomini presenti alla riunione “et presentino alli detti signori commissario et sacerdote una lizza nella quale sia scritto uno o più nomi di quello , o quelli che giudicassero secondo lor coscienza essere tali che si meritassero esser nominati per scandalosi e mal viventi”.

Coloro che risultavano essere nominati 18 volte avevano punizioni in base alla decisione degli anziani di Lucca.

Si potrebbe continuare ma concludiamo con le norme relative alle festività religiose: era proibito “fare o far fare alcun lavoro, né bastare bestia alcuna, alcun giorno comandato dalla chiesa, e votivo di detto comune”.

Le festività erano: 13 maggio, Santa Maria martire, 28 luglio, S. Nazario,  S. Paolo il 29 giugno, S. Stefano papa e martire il 2 agosto, S. Maria della neve il 4 agosto, S, Rocco il 16 agosto, S Sirio il 9 dicembre.

Oltre a questo era obbligatorio che almeno una persona per famiglia partecipasse alle “Litanie, processioni ordinarie ed luminarie”, uguale obbligo era accompagnare i morti.


Da un articolo di don Giuseppe Andreozzi del 2018


Nei diversi documenti dell’archivio della parrocchia interessantissimi i “Terrilogi”.

Venivano così chiamati i volumi che raccoglievano l’elenco dei beni di proprietà della parrocchia.

Un elenco particolareggiato, con tanto di confini di proprietà. Misure, rendite e persino cartine fatte da professionisti, Vere e proprie mappe catastali fatte ante litteram.

Si vede il disegno settecentesco della Chiesa di San Rocco, qui riportato.

Una vera e propria fotografia dello stato della chiesa , della strada che vi conduce, del terreno di proprietà.

Si nota come tutto è perfettamente conservato ad eccezione dei terreni coltivati oggi tornati a boscaglia.

Un particolare di questo prezioso documento è che i professionisti che l’hanno redatto so sono sbizzarriti nel determinare l’orientamento geografico dei terreni e cose, nel più svariato utilizzo dei criteri presenti all’epoca, affidandoci così uno spaccato quanto mai interessante delle conoscenze geografiche e astronomiche del tempo, come si può vedere nel disegno dell’eclissi di luna, con il sole, e la terra e la luna perfettamente allineati.








Terrilogio rettore di Ghivizzano 1816
















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