Paola Ceccarelli...Dottoressa e Poetessa

Paola Ceccarelli  era nata a  Coreglia Antelminelli il 2 giugno 1956, appassionata di materie umanistiche, tuttavia intraprese gli studi presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Pisa conseguendo la laurea nell’anno  1981 e successivamente si iscrisse al corso di specializzazione in Endocrinologia presso la stessa Università conseguendo il diploma nell’anno 1984.
Nello stesso anno (23 marzo 1984) si sposa col dottor Marco Arganini e si trasferisce a Chicago per un periodo di due anni ove studia e lavora presso l’Università di quella città.
 Il 7 luglio del 1987 nasce il figlio Lorenzo che ha ereditato dalla madre la passione per le materie umanistiche e si è laureato in filosofia presso l’Università di Pisa. Nel settembre del 1987 si separa dal marito e da allora si dedica all’attività di “medico di famiglia” nonché alla professione di “Endocrinologa” nel comune di origine e nel luglio dell’anno 2002 stabilisce la residenza a Lucca, nella frazione di Carignano ove acquista casa.
Nel luglio dell’anno 2013, colpita da una grave malattia, è costretta ad abbandonare l’attività professionale e il 30 luglio 2015  compi l’ultimo viaggio di non ritorno.
Vincitrice del primo premio di poesia “Giovanni Pascoli” 2014 con la raccolta”Poesie per sopravvivere”, sezione edite e 3° classificata con la poesia “Dolore” nell’edizione 2015 dello stesso premio, sezione poesie inedite, che si trascrive qui di seguito:
                                            
                                             “Dolore”
                    E’ la tristezza che passa nei tuoi occhi
            come una nuvola che nasconde lo scintillio del mare
                                              il mio dolore
                     E’ il tuo pianto che non potrò consolare
                                  è la ferita che mi nascondi
                                  è la ferita che ti nascondo.

   Per sua stessa volontà espressa in vita è stata sepolta nel piccolo cimitero di “Pieve Santo Stefano” sulle colline lucchesi, non molto distante dalla propria abitazione di Carignano.



                                     

   Riportiamo il ricordo di Aldo Bicocchi, paziente della dottoressa, della quale esprime graditudine ricordandola scrupolosa e premurosa nello svolgere la  professione e cordiale e serena nel rapporto umano. A conferma ci racconta che una volta è andato a farsi fare una visita da uno specialista di fama, per problemi di tiroide, a Pisa e che il professore dopo avergli chiesto da dove veniva,  sentendo nominare il paese di Ghivizzano, esclamò: “ma…. e vi mettete a venire da me per spendere e fare tanta strada quando in paese avete la dottoressa Ceccarelli che è più brava di me!!!”
                                       

   Abbiamo ascoltato anche la voce  e il pensiero di Maggianetti Cesare, affezionato cliente della dottoressa, che la ricorda come una donna di rara intelligenza, molto preparata nella sua professione e attenta al rapporto umano con i suoi clienti.
   Insomma, aggiunge Cesare, un dottore di una volta che visitava con attenzione e chiedeva ai suoi pazienti ….. dica 33!!
   Una grande perdita!!!

Pubblichiamo volentieri di seguito la sua raccolta di poesie:

POESIE  PER  SOPRAVVIVERE”



DI

PAOLA CECCARELLI




Dedica a Lorenzo

Ricordi quel giorno
quando per farti dimenticar la paura
ti ho portato a far volare un aquilone?
Adesso ti prego
portami per mano
dove volano gli aquiloni

Regalami la parola

Regalami la parola
che sia balsamo per il dolore
faro nel buio
lasciapassare per il mistero
Regalami la parola
che non uccida il sogno



Salpare


Quando la nave mollerà gli ormeggi
sarà un tramonto immobile
l’aria satura di presagi
sul punto di svelare l’enigma.
La nave scivolerà lentamente
allontanandosi dal molo
verso l’altrove
seguendo la luce



Un giorno



Un giorno
stanca
mi stenderò sopra un prato
e sarò vento
e sarò terra



Cocci di vetro



Ho visto infrangersi
nell’arida luce del mattino
le perfette geometrie
di cattedrali di cristallo.
Di tutto rimane
la fugace bellezza
di colori riflessi in un coccio di vetro





Risveglio


Come un cieco
mi aggrappo
a brandelli di sogni





Il Viaggio


Ho camminato a lungo
in strade grigie
senza speranza di cielo
Ho camminato a lungo
con i piedi ed il cuore
pesanti come pietre
Ho camminato a lungo
fino a questo confine di mare
proteso nel nulla
dove ho conosciuto
la leggerezza di vivere



Vorrei le mie parole


Vorrei le mie parole
come il grido di luce della mimosa
nei cieli di primavera
come lo sbattere di lenzuola nel vento
Vorrei le mie parole
come le grida di gioia
di una bambina
che getta via i libri nel sole
l’ultimo giorno di scuola




Ultimo giorno dell’anno


Estranea in mezzo agli uomini
incapace di comprendere il significato delle
loro parole
se qualcosa desidero
è il suono del vento sull’erba
o il silenzio di un eremo
dove tentare una preghiera


Piccolo testamento


E domani, al momento di partire
solo questi ridicoli talismani posso lasciarti
perché li porti con nelle tue tasche
insieme al mio ricordo
Un lupo
per il coraggio di accettare la tua natura
di essere libero
Un tarlo
per la tenacia di ridurre in polvere
ciò che è stato decretato durare nel tempo
Un cane
per la fiducia di poter decidere la tua strada
seguendo la scia di un profumo
Un passero
per l’allegrezza di volare nel vento


La scogliera


Sono tornata sulla scogliera
in questa terra spazzata dai venti
La risacca incessante
ha staccato dalla mia mente
brandelli di pensieri
portandoli lontano
Ed io naufrago Ulisse
liberato dalle catene
riscrivo il mio destino
accettando di perdermi
per ascoltare il canto delle sirene


Avrei voluto



Avrei voluto da te
parole calde come abbracci
struggenti come tramonti
profonde come la notte
parole pure
vergini
come udite per la prima volta
all’alba del mondo
ma ho capito muta
il tuo amore
di soli gesti


Il biancospino



E poi all’improvviso
prigioniera in un grigio cortile
dai muri sbrecciati
il miracolo
della grazia
della candida nuvola di biancospino





Marine


Camminare per erbosi sentieri
fino a marine abbandonate
dove il salmastro scolora
piccole barche rovesciate
Di questo viaggio mi porto dentro
come indicibile tristezza
segreti canti di sirene







Poesia


Parola nel silenzio
come onda
di goccia
che cade nel lago dell’anima




Prima del buio


C’è un’ora di luce
prima del buio
quando i contorni delle cose
diventano indefiniti
Alberi case strade
come presenze inquietanti
messaggeri del mistero
simboli oscuri
in quell’ora di luce
prima del buio









Diciotto anni



Avere diciotto anni e lunghi capelli di seta
avere diciotto anni
e salire su un treno per fuggire
avere diciotto anni
e scendere alla stazione sbagliata
avere diciotto anni e truccare le carte
per essere sicura di perdere la partita
ma quella tenace ragazza dai lunghi capelli di seta
dopo tanto tempo è tornata a cercarmi
ed ecco sono di nuovo su quel treno
con un’altra possibilità





Il Lago


Dopo tanto cercare
ecco davanti a me il grande lago
immobile nella luce del mattino
forse, le tue acque
laveranno la fatica
di questo viaggio





I Barbari



Poi un giorno arrivarono i barbari
scesero dai loro fuoristrada neri
vestiti con abiti scuri e camice inamidate
portavano cartelle piene di numeri
adoratori di Prometeo e del Denaro
diffusero una nuova religione
sancirono l’inesistenza di ciò che non poteva
essere misurato
uccisero il dubbio
Le strade furono illuminate da luci accecanti
perché nessuno potesse vedere
la propria ombra
e bisturi di precisione estirparono d
alla vita il mistero
nuovi feticci soppiantarono gli antichi
e la nuova metafisica fu insegnata a scuola
non ci furono roghi per gli eretici
che furono uccisi di inedia e di abbandono
Fu in quei tempi
che io rimasi, sempre più a lungo, nel mio giardino
ad osservare la grazia di petali di rosa
che danzano nel vento
prima di posarsi sul prato





Maggio

Giocavamo nel fieno
nelle sere infinite di maggio,
nei tramonti di sangue,
nel vento denso di profumi.
Distesa nell’erba,
mi rapiva,
il miracolo di rossi papaveri
e di gialli ranuncoli dipinti nel cielo.
E poi la sera, prima di dormire,
una felicità inquieta
sgorgava dal mio petto,
quasi un dolore struggente
non saper dire,
non saper raccontare.
E domani taglieranno il fieno,
e domani taglieranno il grano.


Amore fatale

Come potevamo cantare
con parole violentate,
uccise,
in una lingua senza storia.
A volte solo il silenzio,
o un grido,
un riso beffardo e amaro,
potevano testimoniare
il nostro segreto dolore.

Tu non ricordi


Tu non ricordi
la notte che abbiamo volato insieme
sfiorando le chiome degli alberi.
Tu non ricordi
la meraviglia del profumo del vento,
dell’immagine capovolta del mondo.

Ora guardo i tuoi piedi,
feriti dai ciottoli sulla riva del mare,
piagati dai sassi della strada,
e immagino il segreto dolore
di avere imparato a volare
prima che a camminare.




Verità


Incanto di parole,
volute di arabeschi,
pinnacoli di cattedrali che sfiorano il cielo,
ponti di luce nel vuoto.

Ma io avevo bisogno della verità della carne.


Naufragi

E se durante il viaggio
la tua nave verrà assalita dai predoni
e tu derubata dei tuoi gioielli,
e dopo un terribile naufragio
il mare ti trascinerà su lidi deserti e sconosciuti,
cammina nuda sulla sabbia
troverai piccoli rami e conchiglie
per costruire la tua capanna.

Io sono Morta Prima

Io sono morta prima
Quando ci hanno fatto credere
Che questo fosse
Il migliore dei mondi possibili
Quando capitale umano
È diventato il nome per indicare
Il prezzo di una vita
Io sono morta prima
Quando le mie figlie sono state comprate
Al mercato della carne
Quando la speranza negli occhi di mio figlio
È diventata rassegnazione.
Io sono morta prima
Quando sono stati uccisi
Il mistero e la poesia
Quando il pozzo profondo
Di un sonno senza sogni
È diventato il solo modo per sopravvivere
Io sono morta prima
Quando la mia anima è stata assassinata.



   

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