Adamo Lucchesi... esploratore e grande benefattore.
ADAMO
LUCCHESI
FILANTROPO
E GRANDE BENEFATTORE
Adamo
Lucchesi, nato il 18 febbraio 1855 a Pieve di Monti di Villa (quando
ancora la frazione era sotto il comune di Borgo a Mozzano, solo nel
1893 passò a Bagni di Lucca), famoso esploratore delle terre a nord
dell’Argentina lungo il fiume Paranà e nella regione di Chaco di
cui dette relazione in un libro.
Studiò nel seminario della Diocesi di Lucca ed all'età di sedici anni, si imbarcò a Genova sulla “Italo Platense” per raggiungere la rada di Buenos Aires.
Arrivato nel sud America trovò lavoro come mozzo su un battello fluviale che risaliva il corso del Paranà, approfittando per imparare la lingua spagnola e leggere libri naturalistici per riconoscere la flora e la fauna dei luoghi.
Fu qui che incontrò una piccola colonia di ricercatori di “Zerba-mate”, una pianta bassa della foresta le cui foglie seccate e bollite davano il famoso tè del Paraguay.
Quindi, imbarcatosi con dieci peones (braccianti locali) e le provviste su una chiatta a remi, raggiunse il porto di Tacurupucù sull’Alto Paranà.
Visse la drammaticità di un naufragio sul fiume Acary e si salvò, ma fu costretto, seminudo e senza scarpe, a dover camminare in cerca di scampo nella foresta. Era il 1877.
Nel 1884 condusse il tenente di vascello Giacomo Bove, esploratore già famoso, fino alle cascate del Guairà.
Col passare degli anni Lucchesi depose gli entusiasmi della gioventù e si dedicò all'agricoltura.
Acquistò, sul fiume Tibicuary, una proprietà ricca di pascoli e legname iniziando anche una piantagione di “Zerba-mate”, ma essendo celibe fu deluso da un nipote che lo aveva raggiunto in Paraguay, ma che non si adattò all'arduo e duro lavoro, tanto che il Lucchesi dovette vendere la proprietà.
Rientrato al paese natio, nel 1906, si dedicò a iniziative filantropiche come la scuola “Giuseppe Mazzini” e un istituto speciale per emigranti, con l’idea di fornire loro un istruzione di base che permettesse di evitare i lavori più umili e faticosi.
Nel 1936 pubblicò un libro nel quale descrisse le sue esplorazioni dal titolo: “Nel Sudamerica-Alto Paranà e Chaco”.
Ma il paese non corrispose al suo filantropico progetto e il Lucchesi allora fissò la sua residenza a Viareggio e fece molta beneficenza. Morì a Lucca il 6 gennaio 1940 e si fece costruire un monumentale sepolcro proprio nel cimitero di Ghivizzano, che considerava il suo secondo paese di origine, dato che la madre Alberta era della famiglia Antoni e dove era tornata la sorella maggiore Giuditta come sposa di Alessandro Puccini delle Molina.
Il monumento è opera dello scultore, suo amico, Francesco Petroni. Sulla lapide l’iscrizione: "Col fascino dell’ignoto conobbe le penurie della vita primitiva e le bellezze tropicali dell’Alto Paranà e Chaco nel Sudamerica. Più fortunato dei compagni insepolti nel deserto, qui, a lato dei congiunti, in pace riposano le sue ceneri."
La storia del Lucchesi è da lui stesso raccontata nell'autobiografia (dal 1871 al 1895), poi servito come base per il libro “L’esploratore delle foreste vergini dell’Alto Paranà e Chaco nel Sudamerica” del Prof. Aldo Pellegrini.
Il suo nome completo era Giovanni Adamo Leone Lucchesi e il padre si chiamava Sebastiano.
Ricerca effettuata da fonti internet e dal libro "Gente nel tempo" da Bellari Giuliano
Studiò nel seminario della Diocesi di Lucca ed all'età di sedici anni, si imbarcò a Genova sulla “Italo Platense” per raggiungere la rada di Buenos Aires.
Arrivato nel sud America trovò lavoro come mozzo su un battello fluviale che risaliva il corso del Paranà, approfittando per imparare la lingua spagnola e leggere libri naturalistici per riconoscere la flora e la fauna dei luoghi.
Fu qui che incontrò una piccola colonia di ricercatori di “Zerba-mate”, una pianta bassa della foresta le cui foglie seccate e bollite davano il famoso tè del Paraguay.
Quindi, imbarcatosi con dieci peones (braccianti locali) e le provviste su una chiatta a remi, raggiunse il porto di Tacurupucù sull’Alto Paranà.
Visse la drammaticità di un naufragio sul fiume Acary e si salvò, ma fu costretto, seminudo e senza scarpe, a dover camminare in cerca di scampo nella foresta. Era il 1877.
Nel 1884 condusse il tenente di vascello Giacomo Bove, esploratore già famoso, fino alle cascate del Guairà.
Col passare degli anni Lucchesi depose gli entusiasmi della gioventù e si dedicò all'agricoltura.
Acquistò, sul fiume Tibicuary, una proprietà ricca di pascoli e legname iniziando anche una piantagione di “Zerba-mate”, ma essendo celibe fu deluso da un nipote che lo aveva raggiunto in Paraguay, ma che non si adattò all'arduo e duro lavoro, tanto che il Lucchesi dovette vendere la proprietà.
Rientrato al paese natio, nel 1906, si dedicò a iniziative filantropiche come la scuola “Giuseppe Mazzini” e un istituto speciale per emigranti, con l’idea di fornire loro un istruzione di base che permettesse di evitare i lavori più umili e faticosi.
Nel 1936 pubblicò un libro nel quale descrisse le sue esplorazioni dal titolo: “Nel Sudamerica-Alto Paranà e Chaco”.
Ma il paese non corrispose al suo filantropico progetto e il Lucchesi allora fissò la sua residenza a Viareggio e fece molta beneficenza. Morì a Lucca il 6 gennaio 1940 e si fece costruire un monumentale sepolcro proprio nel cimitero di Ghivizzano, che considerava il suo secondo paese di origine, dato che la madre Alberta era della famiglia Antoni e dove era tornata la sorella maggiore Giuditta come sposa di Alessandro Puccini delle Molina.
Il monumento è opera dello scultore, suo amico, Francesco Petroni. Sulla lapide l’iscrizione: "Col fascino dell’ignoto conobbe le penurie della vita primitiva e le bellezze tropicali dell’Alto Paranà e Chaco nel Sudamerica. Più fortunato dei compagni insepolti nel deserto, qui, a lato dei congiunti, in pace riposano le sue ceneri."
La storia del Lucchesi è da lui stesso raccontata nell'autobiografia (dal 1871 al 1895), poi servito come base per il libro “L’esploratore delle foreste vergini dell’Alto Paranà e Chaco nel Sudamerica” del Prof. Aldo Pellegrini.
Il suo nome completo era Giovanni Adamo Leone Lucchesi e il padre si chiamava Sebastiano.
Ricerca effettuata da fonti internet e dal libro "Gente nel tempo" da Bellari Giuliano
Carta geografica zona delle esplorazioni |
Casa Istituto per gli emigranti |
casa natale Adamo Lucchesi |
monumento cimitero di Ghivizzano |
particolare monumento |
scuola Mazzini ora adibita a Rifugio |
targa ricordo del Comune di Bagni di Lucca |
targa casa per gli emigranti |
targa casa natale |
targa scuola G. Mazzini |
Da un articolo da “La buona parola” L’eco di Ghivizzano del febbraio 1932
ADAMO LUCCHESI E IL CIMITERO DI GHVIZZANO
Abbiamo appreso con il più vivo compiacimento che fino dal 1 gennaio 1927 il signor Adamo Lucchesi nativo della Pieve di Monti di Villa, ma molto affezionato al paese di Ghivizzano, come lo dimostra il fatto d’essersi già eretto un monumento artistico nel nostro Cimitero, con animo generoso ha donato al Comune di Coreglia due Cartelle del Consolidato 5% per la somma nominale di lire 2000 perché il fruttato annuo di lire 100, sia passato al Custode del Camposanto stesso, con la condizione che detto lascito sia inalienabile ne convertibile ad altro scopo che non sia la nettezza del Cimitero di Ghivizzano. Per questo nuovo assegno il Custode del Cimitero dovrà aumentare in proporzione dell’aggiunta retribuzione, le sue giornate di lavoro, con l’obbligo di tenere aperto al pubblico, il cancello nei giorni festivi, per comodo dei fedeli.
Adamo Lucchesi nella terza età |
Fronte del libro scritto dal prof. Aldo Pellegrini |
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