LA COLTIVAZIONE DEL "BACO DA SETA" A GHIVIZZANO
La bachicoltura è l’allevamento del “baco da seta” (bombyx mon) per la riproduzione di bozzoli” da cui si ricava il filo di seta.
L’allevamento del baco da seta anche a Ghivizzano veniva praticato fino ai primi decenni del 900. Si compravano le uova che la farfalla del baco da seta (falena) depone in numero da 400 a 500 di dimensioni di un millimetro.
Il baco si nutre esclusivamente delle foglie dei gelsi pianta della famiglia delle Moraceae.
Le uova si schiudono tra la fine di aprile e l’inizio di maggio e si sviluppa attraverso quattro mutamenti fino alla costruzione del bozzolo.
L’allevamento veniva curato nelle case dei contadini e per contenere i bachi si costruivano dei graticci o intelaiature in legno con fondo di canne, sovrapponibili per risparmiare spazio.
I piccoli bachi nati dalle uova venivano messi sui graticci e alimentati con foglie fresca di gelso finemente tritata fino alla foglia intera più volte al giorno e quando adulti con tutto il ramo.
In 27/28 giorno i bachi diventavano di 7/8 cm. e in 3/4 giorni costruivano il “bozzolo” Da cui si ricavava un filo continuo lungo dai 300 ai 900 metri che una volta raccolto e lavorato diventava un filato di seta.
Bachi da seta |
Bozzolo da cui si estrae la seta |
Graticci per l'allevamento del baco da seta |
More di gelso |
Morus-alba |
Pianta di gelso |
I primi documenti scritti in Lucchesia risalgono al 1223 e anche nel nostro paese le famiglie contadine hanno praticato l’allevamento del baco da seta considerato che il nostro territorio era ricco di alberi di gelso, unico alimento del baco da seta. Questa attività pian piano è andata scemando e non si ricorda nessun allevamento dopo la prima guerra mondiale.
La vendita del filo di seta era uno dei rari modi per poter avere un po’ di denaro disponibile.
Le piante di gelso nelle nostre zone esistevano di due varietà quella a frutti bianchi e quella a frutti neri, entrambi dolcissimi. Oggi il gelso è diventato una pianta ornamentale da giardino.
Nel passato i campi dovevano dare grano, patate, bietole e foraggio ma i cigli ospitavano file di gelsi che ogni anno venivano venivano capitozzati affinchè i nuovi rami, ricacciati in primavera, producessero foglie più grandi e più belle.
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