Notizie su Ghivizzano tratte dall' Archivio di Stato

                                             NOTIZIE  SU GHIVIZZANO  DAL 1333 


(Dai registri dell'Archivio di stato in Lucca-Vol. 2 del Collegio degli anziani, parte prima e seconda, dell'anno 1333 al 1400)

Candele per la processione di Santa Croce

pag. 12, 9 Agosto 1336. N 56, o 41. Il capitano Zenobio al Vicario di Pietrasanta:- Gli ordina di avvertire la sua vicaria  di preparare, per la vigilia della prossima festa di Santa Croce, le candele, per la luminara. Nella stessa maniere ordina  al vicario di Coreglia,,,, Comune di Ghivizzano, un candelo  di libbre 16

Ser Nicolao.

Pag. 26 n. 139, c. 82 del 16 gen. 1345, é ricordato ser Nicolao  da Ghivizzano, così e pag. 67 n 348 del 3 Ott. 1348, nuovamente  si ricorda ser Nicolao da Ghivizzano.

Il Castracani conte 1348

Pag 67 n 348 del 9 e 10 settembre del 1348, gli anziani del Comune di Lucca scrivono a Francesco Castracani, chiamandolo  Conte.

pag. 649 n. 50 b, del 7  ott. 1335: Francesco Castracani scrive da Ghivizzano agli anziani lucchesi:

Smentisce di essersi inteso con Spinetta Malaspina e coi Guelfi , pretesto messo  fuori da messer Piero dè Rossi per togliergli i castelli e le persone, e dice invece, che avendo.. servito  come Rolando e messer Marsilio avevano trattato con i signori della Scala quello che era contentamento e utile del nostro signor messer lo Re e stato di loro e della città e del conte di Lucca, nostro messer Piero fosse partito dà questo, considerando che era le morte.. dei lucchesi e del contado, come io ero stato con lui., cosi li sarei  lo contrario."

Ser Nicolao da Ghivizzano

pag. 86 n. 530 del 18 ott. 1352, da Pisa: gli Anziani di Pisa agli Anziani di Lucca: Raccomandano l'elezione di Ser Nicolao da Ghivizzano e notaro del Cemerlingo generale di Lucca per futuro prossimo  semestre. A pag. 87 n. 533 gli anziani di Lucca in data. 23 ott. 1352 rispondono agli anziani di sa che hanno eletto Ser Nicolao da Ghivizzano e notaro del Camerlingo generale.

Ser Stefano da Ghivizzano

pag. 12 n. 59 del 13 ott. 1371: gli Anziani di Lucca scrivono ad Andrea Diversi Vicario di Gallicano, ordinando di pubblicare per bando e di persona a tutti i fabbrichieri (operai) de vicaria, i nuovi ordìnamenti fatti sulla miniere di ferro(vedi della cui gabella hanno nominato collettore ser Stefano da Ghivizzano. Così oure scrivono a Michele di Poggio, vicario di Coreglia.

N. 230, a) del 13 setti, 1345: gli Anziani di Lucca -scrivono a Ser Bonaventura Guarsonis vicario di Massa Lunense: "Avendo sposto Arrigo q.Guidi e ser Nicoleo da Ghivizzano, in ordine proventi che Bernerdo’ Sbarra comprò dal Comune di Lucca, della Viceria di Massa e Montignoso per l'anno 1343, che in occasione  della guerra delle genti di. Lucchino non  vi poterono esigere molte “dectas" dovute al detto provento; ma piuttosto i detto Arrigo e Bernardò per via delle guerre dovettero lasciare  Massa e che queste dette

i creditori ora richiedono dai loro creditori, gli ordini di soddisfarli, avendo essi effettivamente sostenuto danno giorno 14 novembre 1343.

Ser Azolini da Ghivizzano

N. 207 dei Regesti del vol. 2 lett. a. del 19 feb. 1345

Giovanni da San Gemignano  e gli anziani di Lucca scrivono a Giovnnino Arnaldi gabelliere a Gallicano, che la vendita della gabella delle terre della vicaria di Barga soggetto al Comune di Lucca é stata aggiudicata a Ser Azolini da Ghivizzano un anno.

Danni recati dai fiorentini a Ghivizzano

 Carteggio degli Anziani dal 1430 al 1472, n. 426 carteggio 147 t 27 luglio 1433: vogliono che Domino Nicolao, oratore a Firenze, di nuovo richieda un riparo alle devastazioni che fatte dai  Fiorentini a Castiglione, a Ghivizznno, a Barga, alla Pieve a Fasciana, a Coreglia e dappertutto.

Pergamena riguardante Ghivizzano e le chiese di S. Pietro e di S. Matteo 1324

Pergamena del 5 maggio  1324

Frenciscus quondam Ser Salvi notaro Vigarelli da Barga:

“Prete Michele e Prete Franco delle Chiese San Pietro e di San Matteo di Ghivizzano dicono e protestano davanti al notaro ed ai testi che, avendo Giglio console del Comune di Ghivizzano: per parte del Comune stesso e degli uomini dello stesso Comune, affermato che ai medesimi gli uomini e persone di Ghivizzano non faranno alcuna (obiezione oblazione offerta ne ad essi daranno  alcun aiuto, se i medesimi cessano di consentire alla permuta ed al cambio di un bosco e dire delle dette Chiese che il sindaco del detto  Comune intendere fare con il sindaco del Comune di Gioviano e Massario delle Luminare di Santa Maria di Gioviano, essi prestato il proprio consenso alla detta permuta e cambio temendo di incorrere dell'ira del comune  ed uomini di Ghivizzano e temendo il danno che potrà sopravvenire se gli uomini non faranno ai Medesimi le dette oblazioni ed offerte, altrimenti non acconsentirebbero a ciò specialmente  perché manca ad essi la licenza dei superiori, che se una qualche licenza intorno alle credette cose si troverà fatta, asseriscono  i medesimi che questa fu fatta senza il loro consenso e con la loro opposizione e perciò priva di ogni valore.

Fatta nella chiesa di S. Pietro di Ghivizzano, testi Terrazzino q. Messinello e Cecco  q.Simone da Ghivizzano.


1450

Libro 61 della Cancelleria Vescovile, foglio 173 t-23 giugno 1450

Testamento di Dina Teddea q.Bartolomeo da Ghivizzano e relitta Lorenzo Luporini.


1354

Libro 67 c.s. foglio 2ot- Allogazione per 2 anni di tutti i ben case, mulini spettanti al Vescovato nei Comuni di Granaiolo, Fornoli, Chifenti, Tereglio, Lucignana, Ghivizzano, Calavorno ed tutti i castelli e ville del contado e vicaria del signor Francesco Castracani, a scudi 60 l'anno 12 Agosto 1354.

Idem. Procure del Vescovo per riconoscere beni e allogatori i detti Comuni.


1365

Idem fogl. 192t-I9 giugno 1365: Rinuncia della Cappella di San Vincenzo nella Chiesa di San Matteo di Ghivizzano.


1421 

Libro 86 fogl. 45T  1 dicembre 1421- Collazione della Chiesa di San Pietro di Ghivizzano.


1439

Libro 88 fogl. 37t- 3I. ott. 1439 Unione ad tempus della Chiesa di San Silvestro di Vitiana alla Chiesa di S. Pietro di Ghivizzano 


1428

Libro 87 fogl. 15t- 7 ott; 1428 Collazione della Chiesa di Ghivizzano (S. Pietro) a presentazione dei parrocchiani.


1444

Libro 94 fogl. 27 19 ott. 1444: rinunzia e collazione del' Ospedale di Ghivizzano.


Via Sossala

Palazzo oggi Asilo Infantile: dei Guidotti, recentemente del Vescovo di Fiesole Mons. David Camilli.

Interessante ( sub sala) Sossala; poiché sopra era appunto la sala della casa del signore. (vedi Sardi)

SMEMBRAMENTO DELLA CURA DI  S.STEFANO DI LUCIGNANA DALLA                           PARROCCHIA DI GHIVIZZANO

I primi tentativi fatti degli uomini della cura di S. Stefano di Lucignana per staccarsi della chiesa matrice di Ghivizzano, risalgono all’anno 1526.

 In detto anno del comune di Lucignana fu dato incarico a Nicolao da Dezza, pubblico agrimensore,  di compilare l’estimo dei beni che le due chiese riunite di S. Pietro  e

di S.Stefano di Lucignana, possedevano in detta comunità. 

Nel estimo di cui se ne conserva ancora copia nell'Archivio parrocchiale  sono sommariamente descritti numero 49 pezzi di terra nella maggior parte castagneti, di proprietà delle due chiese, ed in quei terreni  vengono essegnati N. 29 alla chiese. di S. Stefano di Lucignana e N. 20 alla chiesa di S. Pietro di Ghivizzano, con diritto però al Rettore di quest'ultimo di tenerne 1a totale amministrazione Era allora Rettore di. Ghivizzano Domenico Girolami, morto improvvisamente nel ritornare da Roma. Gli successe D. Pierotti Vincenti  nativo di Castiglione di Garfagnana, che per atto Ser Tomeo Tomasi notaro di Coreglia , in data 24 settembre 1569, prese possesso delle due chiese unitew di  S Pietro e di S. Stefano.

 Sotto però il suo governo parrocchiale l'ammiristrezione dei beni assegnati alla  Chiesa di S. Stefano dell'estimo di Nicolao da Dezza, passò all’ amministrazione dirette del curato di S. Stefano. La maggiore spinta  però allo smembramento della Chiese. di S. Stefano, la dette il fatto seguente:

      il Comune di Lucignana aveva fatto alle chiese unite di S.Pietro e S.Stefano dono di un terreno salvato luogo detto: “nella costa di Pastina”

   Gli uomini di Lucignena, pretendevano che il dono fosse fatto a beneficio di S. Stefano mentre il parroco di S Pietro di Ghivizzano, fu di parere contrario e stipulò  l’atto a favore di S. Pietro. Per definire le questione fu necessario l'intervento di un delegato di Mons. Vescovo di Lucca il quale sentenzio che tale terreno si dovesse dividere in due ti uguali ed assegnarne e ciascuna chiesa, una. Al rettore Pier Vincenti, che, per oltre  35 anni  resse le cura. di S. Pietro di Ghivizzano, successe Giovanni Antonio Vessani di Parma, sotto il cui  governo avvenne le definitiva divisione delle chiese. di S. Stefano  l'erezione della medesime chiesa parrocchiale autonoma.

Il contratto a compromesso, come viene chiamato dal manoscritto stipulato fu, in date. 16 settembre 1596, per mano di Ser Taddeo Giorgi e sottoscritto dal prete Vincenti Pierotti rettore di S. Pietro di Ghitizzano e da Iacopo Marchetti, primo rettore di S. Stefano di Lucignana. Essendo però nate delle questioni nell'applicazione del compromesso e non essendo più possibile ormai venire ad amichevole soluzione, il Vescovo di Lucca, Mons.Alessandro I della  famiglia Guidiccióni, ordinò che le cosa fosse portata presso i. tribunale delle. curia, che emanò in data 29 luglio 1597, sentenza di separazione delle due chiese assegnando ancora inappellabilmente a ciascuna i beni descritti nell'estimo del 1526.

Per comprerare la chiesa matrice fu fatto obbligo al rettore di Lucignana di prestare servizio per le benedizione del fonte il sabato santo e di portare  una libbra di cera lavorata alla Chiesa di S. Pietro di Ghivizzano nel sopradetto giorno.

Ai giudici e compositori, furono nominati Lodovico Controni, cappellano della cattedrale e Federigo Nobili vicario generale ambedue cittadini di Lucca,  i quali sentite le regioni, per scritto e a voce adotte dal rettore della chiesa di Ghivizzano e di Iacopo Marchetti  rettore di S. Stefano di Lucignana, ed invocato il SS. Nome Dio, della Vergine SS., dei Santi Pietro e Stefano e di tutti i santi, sentenziarono doversi stare e quanto era stato fissato n compromesso già firmato in antecedenza dalla divisione dei beni contenuti nell'estimo di Nicolao da Dezza nel 1526. La sentenza resa pubblica in data 29 luglio 1597, presso le Curia di Lucca, alla presenza dei testi, Stefano Marconi dottore in utroque e Domenico Benassi notaro della Curia di Lucca.

Per ricordare il fatto, restaurandosi le facciata principale della chiesa maggiore  di S. Stefano, nell'architrave della porta fu scolpita la seguente scrizione:

"Ex elemosinis tempore Jacobi Marchetti, post divisionem, primi rectoris-Risarcita Anno Domini  MDCXXVI”

                          NOTIZIE STORICHE di S.Michele di Ghivizzano

   In territorio di Vitiana, fra Ghivizzano e Calavorno, in luogo detto. "S.Michele", fino  dal 1392 esisteva unea piccola chiesa dedicate a S.Michele arcangelo, appartenente al popolo e comune di Vitiana.

Visitando la detta località si presentano subito agli occhi, anche di un profano, i resti di un fabbricato assai vasto, costruito con pietre lavorate.

Sono questi gli avanzi della chiesuole di S.Michele, donata  unitamente al terreno attiguo, a S.Pietro di Ghivizzano, con la bolla in data 3 giugno 1392-, da Papa Bonifacio IX, essendo vescovo di Lucca fra Giovanni 3° Saluzzi di Fucecchio, dell'ordire di S.Francesco.

In virtù di tale bolla pontificia le chiesuole di San Michele passò subito in proprietà di quella di S.Pietro di Ghivizzano, ma così non avvenne per il terreno facente parte della donazione stessa. Nel determinare i confini di detto terreno nacquero subito gravi questioni fra la comunità di Vitiana e quella di Ghivizzano e così passarono alcuni mesi senza poter prendere alcuna decisione.  Finalmente per venire ad una conclusione e cessare ogni lite, tanto il popolo di Vitiana, .come quello di Ghivizzano deliberarono

che fossero scelti due uomini dalle due comunità, i quali con pieni poteri si recassero sul luogo detto"S.Michéle", e ivi, di comune accordo, determinassero i confini con la clausola, che il loro giudizio sarebbe inappellabile. La proposta fu subito messe in atto e nello stesso giono il notaro, Ser Nicolao figlio di Ser Pietro da Camaiore si recò e Vitiana, indi  Ghivizzano e redire  le relative procure per lo scopo anzidetto. I quattro uomini dalle due  due comunità designati, si trovarono presente a S.Michele, e alla presenza del suddetto notaro furono posti i termini, servendosi di grosse pietre.

 Sopra il primo termine incisero una croce, due croci e tre stelle, sopra il secondo termine une stella sopra il terzo termine una luna, e sopra il quarto termine ed ultimo, 4 croci, il tutto come é descritto nel contratto. Determinato così il terreno oggetto dell'atto di donazione, divisero pure il detto terreno, che era in parte prativo e in parte castagneto, in 12 particelle, che allivellarono in favore delle chiesa di S.Pietro di Ghivizzano, e a 12 famiglie, con un canone annuo variante da uno staio e una mezza quara di miglio, a seconda delle qualità del terreno.

Il manoscritto_dal quale sono state attinte queste notizie risale al 1525, aggiunge ancora che quelli di Vitiana si tennero per loro i campi posti a  valle ,della Chiesa di S.Michele, assegnando a quelli di Ghivizzano i terreni castagneti, posti a monte della medesima. Tal predetto manoscritto compilato da Michelangelo Pierotti, rettore di Ghivizzano, _e nativo di Castiglione di Garfagnana, morto nel tornare da Roma, si rileva che tali rendite in quell'epoca erano quasi tutte perdute perl'incuria degli ammiinistratori e per pace coscienza dei Livellari. Alcuni anni fa, lavorandosi il terreno racchiuso entro i muri diroccati della  chiesuola di S.Michele, fu rinvenuto un piccolo Cristo fuso in bronzo, di lineamenti assi rozzi, avente tuttora alle mani e ai piedi i chiodi ribaditi, che ritiensi  possa essere il residuo di un crocifisso dell'altare appartenente alla chiesuola anzidetta

N.B. Queste notizie, non firmate, furono compilate da Don Amedeo Tofani, rettore di Ghivizzano, col visto dell'Arcivescovo Antonio Torrini, nelle sue terza visita fattavi il 16 luglio 1936.

                                           NOTIZIE VARIE.


- In data 5 dicembre I930, Mons. Aroc.di Lucca Antonio Torrini nomina il rettore Amedeo Tofani rettore di Ghivizzano, vicario del Vicariato di Coreglia Antelminelli.


In data 8 maggio 1936 Mons. Arc. di Lucca, concede al parroco di Ghivizzano pro tempore il titolo di priore.

          ARNARDO BONAVENTURA su GHIVIZZANO

(I Bagni di Lucca-Coreglia-Barga: Italia Artistica n.75. Bergamo Istituto di Arti Grafiche 1914 pag. 97)

………. Più interessante di tutti per l'aspetto suo e per le memorie storiche, é certamente Ghivizzano. Il visitatore che vi si rechi ha l'impressione di trovarsi dinanzi un pezzo di medioevo rimasto quasi immutato nei secoli: quasi perché, in questi ultimi tempi, qualche stonata di pintura alla facciata di alcune case, qualche intonacatura delle vecchie pietre e qualche altro felice racconciamento, hanno un poco alterato le linee del quadro: me ancor l'intera struttura del paese e i viottoli tortuosi  e gli scuri sotterranei nei quali si aprono di quando in quando gli spiragli delle feritoie e i ruderi delle mura e la rocca ridestano i ricordi e l'immagine della vita medioevale e riconducono il pensiero a quell'età di delitti e di fede, di battaglie e di amori. Il documento più antico in cui si trovino notzie di Ghivizzano é l'atto del 994, con il quale il vescovo di Lucca Geraldo II ne faceva cessione ai Rolandinghi di Loppia.

Allo stesso anno 994 risale la costruzione della chiesa,  primamemte dedicata a S.Martino,  ma successivamente passata sotto la protezione dei Santi Pietro e Paolo.

 In questa chiesa é una pittura di ignoto maestro, rappresentante la Circoncisione. Vi si trovano pure incastrate sul pavimento e ben conservate gli antichi intagli e le antiche sculture, le tombe di Giovanna e di Filippo Castracani, moglie la prima di Francesco, cugino del gran capitano, e figlio l'altro di Lei. Queste tombe servono  ancora le loro iscrizioni che, rispettivamente, sono le seguenti sulla tomba di Giovanna: "Sepulcrum nobilis Dominae, Dominae Giovannae uxoris Nobili Comitis Domini Francisci Kastracanis. Quae obit   A.D.MCCCLXVII die XX Mensis Augusti."

sulla tomba di Filippo: "Hic iacet Filippus Filius D. Francisci comitis Coreliae, qui obit A.D.MCCCLXVII die XX Mensis Augusti”.

Il castello di Ghivizzano che, come vedemmo, andò nel 994 possesso dei Rolandinghi, rimase sotto la giurisdizione di quelli fino al secolo XIV, nel quale passò ai Castracani, che lo elessero a loro residenza e a centro delle loro operazioni guerresche, dalle quali gli derivarono insieme penose agitazioni  e fulgida gloria.

Occupato, poco dopo la morte di Castruccio, dai Fiorentini fu nel 1357 ripreso da Francesco Castracani che vi dimorò lungamente e vi condusse, dopo perduta la prima moglie Giovanna ( e il figlioletto Filippo, le sua seconda moglie Tobiola, figlia di Bandino dei Conti Guidi di Romena, dalla quale ebbe più figli. Dopo di lui, vi dimorò il figlio Nicolao, fino al 1369, quale anno Carlo IV che aveva liberato Lucca dalla Signoria dei Pisani, tolse ai Castratane il possesso di Ghivizzano e lo passò alla repubblica lucchese lasciando a quelli pochissime terre, cui il Castello di Tereglio. Fu allora che i Castracani emigrarono a Fano, ove tuttora dura la loro discendenza.  Dopo varie vicende, alla morte di Paolo Guinigi, tiranno di Lucca, il Castello di Ghivizzano fu assalito e conquistato dai Fiorentini, guidati dal Conte Francesco Sforza, il quale lo tenne fino al 14 maggio  1441 nel qual giorno ne fece restituzione alla repubblica Lucca, a cui anziani gli abitanti di Ghivizzano, aI pari di tutti la Vicaria di Coreglia, fecero giuramento di fedeltà. Ne la storia di quel castello registra da allora in poi, altri eventi di speciale importanza. Solo gioverà ricordare che nel 1592  la famosa rocca, testimone di tante guerre sanguinose e di tante cavalleresche avventure, fu ceduta ad un Marcantonio Lucchese, per abitarvi avendo promesso di racconciarla e che oggi vi si trova collocata molto praticamente se  anche molto prosaicamente, un granaio.

Ebbe In _quei_tempi  Ghivizzano molti uomini preclari o nelle armi, o nella diplomazia, o nelle leggi: tra i quali i  Nucchi o Nuxi da Ghivizzano che si distinsero nei servizi prestati alla repubblica di Lucca e dai quali derivò la nobile e ancora esistente casata dei Ghivizzani, e Ser Nicolò notaro della Repubblica e Giovanni ambasciatore  al Duca di Milano e_Arrigo  uno dei compilatori dei nuovi  statuti della repubblica, ordinati dal Re Giovanni di Boemia.

Veramente stupenda é la veduta che dal piazzale della chiesa di Ghivizzano, si gode, che, mentre al di sotto si stende il paese  cupo sesevo nella sua antichità pittoresca, dinanzi si scoprono verdi praterie e empie vallate in mezzo alle quali si snoda tortuosamente il Serchio come un immenso serpe d'argento e  il quadro si incornicia di alte montagne sparse di numerosi villaggi e in fondo si innalza maestosamente la catena delle Alpi Apuane, onde non a torto il Castello di Ghivizzano fu considerato come uno dei più belli ornamenti delle pendici appennine della provincia luochese.


                                             ARNARDO BONAVENTURA.

   Unione dello  spedale di S. Pietro di Ghivizzano a quello di S. Luca della Misericordia di Lucca.  Atto Ser Lorenzo Motroni del 21 novembre-I439.

   Memorie e documenti della storta di Lucca-Tomo XVI-Carteggio di Paolo Guinigi 1400-1430-Parte prima Lettera di Paolo Guinigi

IACOPO DA GHIVIZZANO

pag. 218 N.377-Bagno a Corsena, 1 e 2 Aprile 1405-a,b)Bonagiunta Martini, vicevicario_in_Valdilima  informa di Nuto Iohanni  morto a Gasoli dai suoi avversari e per cui sonò la campana Controne a martello senza che nessuno potesse accorrere, perché i  terrieri lo vietavano, come ne sarà informato da ser Iacopo da Ghivizzano.


TOMMASO DA GHIVIZZANO

Pag. 228  N 419 da Firenze. 15 _sett. 1405 Per Thomaso da Ghivizzano et Nuccium Johannis. Rendono conto della commissione avuta di trattare con Bartolomeo Valori e con Messer Ranaldo segretamente la concordia et pace fra Pisa e Firenze, e avvisano che attendonsi ambasciatori pisani e gli ambasciatori bolognesi di ritorno  dal Papa.


Caduta di 16 canne di mura di Ghivizzano

pag. 244 N. 576 da Borgo a Mozzano. Bonagiunta Dardagnini 7 mar 1408. Annunzia la caduta delle mura della terra di Ghivizzano,  fino a canne  16 per effetto della pioggia.

Sullo stesso argomento ai 9 di marzo.


Taddeo da Ghivizzano. Il Papa parte da Lucca.

Idem N. 5.17 da Collodi   9 marzo 1408 Per Taddeun da Ghivizzano protestatem Collodi-Riferisce dell'ordine dato dal Vicario di Pescia per 200 fanti da andare alla guardia di Pisa e che quine  de andare a stare lo SS.  Padre e partirsi da Lucca.


Per il campanile di Ghivizzano

Pag. 253 n. 582d. Borgo ecc. 10 giugno 1408 Bonogiunta ecc. Ha seguito l'ordine per il campanile della chiesa di Ghivizzano da non farsi più alto delle prime finestre, senza merli e senza volta.

 


Taddeo da Ghivizzano

Pag. 262 n. 634 Taddeus de Ghivizzano potestas di Colodi 5 settembre  1408

pag. 263 n. 641 da Borgo a  Mozzano 24 sett. 1408 Vicario Dardagmini da conto di un maestro Nicchil sarto di Lamagna che ha battuto la moglie così che se ne é morta e lui fuggitosi.


Campanile e Rocca di Ghivizzano

Pag. 263 n. 643 da Borgo a Mozzano, 25 ott. e 3 nov. 1408 Nicolao  Dardagnini  risponde  della commissione di certe tavole da—Barga e  Castelnuovo, e del campanile di Ghivizzano che deve farsi aperto verso la rocca, contrariamente  all’ordine di prima

che  fosse tutto murato e non vi fossero finestre. Darà ordini ad Oneta di mandargli due ad informarlo del prato con Cerreto.

Palazzo della Rocca di Ghivizzano 1410  e camera della torre

Pag. 299 n.774 da Borgo a Mozzano_1 settembre 1410  Landucci Menabuoi, avvisa, come scrisse ieri, che alla fine delle settimana sarà pronto il restauro 

del palazzo della Rocca di Ghivizzano  e della camera della torre.

Pag. 299 n. 773 da G-hivizzano  2 Sett. 1410    Landuccio Menabuoi,  ripete dell'apprezzamento del palazzo della Rocca  di Ghivizzano, della camera di torre e degli alloggiamenti per 40 0 50 cavalli.

Il Lamberti da buone nuove a Paolo della sua famiglia da Ghivizzano

Pag. 300 n. 779 da Ghivizzano 15 sett. 1410 Piero Lamberti, famiglia, ha per Francesco quanto avevagli mandato: dà le buone nuove di Ladislao, Ilaria e Sveva, Ha  tutto pronto per riceverlo con tutta la sua compagnia. Idem lo stesso giorno 15 settembre 

riscrive da Ghivizzano Piero Lamberti e da buone nuove dei figli. N. 780.

Pag. 303 n. 802 da Ghivizzano, 8 feb e 291uglio 1411 Sindaci Comuni Vicarie vostre  Corellie.  Mandano  Piero Bendinelli da Cerreto,  Antonio Dinellini da Terzone e Santuccio Titi da Cerreto ambascitori per  conferire di cose della Viecaria.


Appendice Paolo Guinigi da Ghivizzano 1418

Pag. 473 appendice alla prima parte. N. 4 da Ghivizzano 18 giugno 1418 Paolus de Guinigiis  Rilascia salvacondotto a Baldassarre Guinigi  e alla sua comitiva fino a 25 cavalieri. (Questo documento e dell'archivio Guinigi ms. 37N.19.)


Ghivizzano Ladislao, Ilaria e Sveva figli di Paolo Guinigi 1411

Pag. 479 n. 52 da Ghivizzano, 30 luglio 1411 (Archivio Guinigi ms. 264 N. 348) e Piero (Lamberti) servo e famiglio, scrive a domina Piagentina e gli dà notizia dei  piccoli figli del Signore di Lucca (Paolo Guinigi) Ladislao, Ilaria e Sveva.


Tommaso da Ghivizzano

Pag. 499 n. 216 da Lucca….senza data ma certo tra il 1421 e il 1430 Dino (Guinigi) dolendosi della sentenza data per chi non ha voluti ben vedere le verità con gli occhi aperti" chiede di potergli parlare alla presenza di Tommaso da Ghivizzano e di Ser Guido da Pietrasanta.

Ghivizzano vedi i n. (t) 773, 779, 780, 802.


Fondazione dell’Oratorio di San Rocco  circa 1550

Oratorio di S.Rocco

Ghivizzano-Libro delle collezioni segnato con la lettera X, a foglio 262, si legge: "Licenza agli uomini di Ghivizzano di costruire un oratorio in onore dei Santi

Rocco e Sebastiano". N.B. Questa notizia l'ho rilevata dal Repertorio delle Collezioni; quindi é che dato che il libro. X, registra le collezioni dal 1546 al 1555, in questi 10 anni va ricercata la data, e siccome la licenza é registrata a foglio  262 é probabile che la fondazione si debba collocare intorno all'anno  1550.

Ghivizzano-Regesti dell'archivio di. Stato di Lucca. 

Carteggio di Guido Manfredi-vedi N. 1260

Giovanni Ghivizzani, vedi N. 3I, 138, 1203, 1226 a.

pag. 239 n. 1260 da Ghivizzano 28 luglio (senza anno-forse) (dal 1429 al 1430) Piero Carducio conestavele a ser Marco Martini:

trovandosi in "luogo servatico" e soffrendo disagio di carne prega che gli mandi la sua tramaglia per prendere con questa rete qualche merlo ed altra cacciagione, che gli offrirà.

Note rilevate dall'archivio parrocchiale di Ghivizzano e comunicatemi   da Don Giuseppe Meschi, parroco del luogo; lasciate dal suo predecessore, ora Mons. Tofani, canonico di S.Martino.

Anno 983 il vescovo di Lucca allivella a Giovanni di Rodilando di Loppia, una casa e della terra appartenente alla chiesa di Ghivizzano…..(?)

18 giugno 994 : Gherardo il vescovo di Lucca concede in feudo

a Rodilando Giovanni di Loppia case appartenenti alla chiesa di Ghivizzano.

1 ott. 1260 Nel catalogo. delle Chiese, ordinato dal Vescovo Lucca, Enrico I, si ricorda la chiesa di S.Martino e di S.Simone di Ghivizzano.

5 maggio 1324 in un atto di Franciscus Ser Salvi notarii Vigarelli di Barga, si ricorda la chiesa di S. Pietro e di S.Matteo.

1387  Nell’estimo delle chiese di Lucca (_catalogo del Bolgi – in archivio di Stato) c'é le chiese di S.Pietro e l'altare di S.Vincenzo nelle chiesa di S.Matteo.

23 gennaio 1390 erezione a chiesa parrocchiale, dopo lo smembramento della pievania di Loppia  atto di Ser Giovanni figlio di Neri.

15 aprile 1445 La chiesa di Ghivizzano ottiene le sacre fonti per atto di ser Matteo fu Giovanni figlio di Guido (Manni Baldassare vescovo di Lucca.).

1774-1779 ingrandimento per due terzi della chiesa di S. Pietro


1885 Sono trovate alcune tombe appartenenti alle famiglia di  Castruccio Castracene (Francesco, non Castruccio) nei lavori sterro per fare il pavimento attuale.

Una tomba é di Giovanna, moglie di Francesco Castracani conte morta nel maggio 1336. L'altra é di Filippo, figlio di Francesco conte di Coreglia, morto nel I368 il 21 di Agosto.

La chiesa di S.Simone andò in rovina, riparata in seguito prese il nome  di S.Rocco.

In archivio c'é pure una pianta( forse l'originale) della fortezza di Ghivizzano.

(Archivio di Stato in Lucca-Fortificazioni-N.43: mappe e fortificazioni  delle Vicarie)

Dai documenti in Archivio non mi risulta che il fonte sia mai  stato segnalato a nessuno.


                                                              GHIVIZZANO

secondo quanto scrive Emanuele Repetti,  nel suo Dizionario geografico-fisico-storico della Toscana.  pag. 440 del vol. 2.

   Ghivizzano nella valle del Serchio castello con parrocchia SS.Pietro e Paolo già S.Martino, nel priorato Com.Giuris. e 3 miglia a ostro di Coreglia ecc.

E' situato sopra un poggio bagnato a levante dal fosso Sorrichiana (Dezza) e a ponente dal Segone, entrambi confluenti del Serchio che gli passa ad un mezzo miglio a libeccio, mentre una fertile pianura resta framezzo ai tre corsi d'acqua.

Il Castello di Ghivizzano fu signoria speciale di Castruccio Antelminelli di Lucca, che vi ampliò il palazzo dei suoi antenati. Anteriormente a quell'età Ghivizzano faceva parta dei feudi dei_RoIandinghi di Loppia da cui piviere dipendeva la Chiesa  di S.Martino di Ghivizzano.

Di Ghivizzano fu un messer Lando del fu Salvi mercante lucchese, stato segretario e agente del magnifico Gherardo Spinola mentre questi nel 1329 era signore di Lucca, il qual Lando, dopo varie ricerche per trovare a cambio 40.000 fiorini d'oro, onde compire il pagamento dei 60.000, che i Tedeschi richiedevano al suo padrone innanzi di rilasciargli lacittà di Lucca, finalmente riuscì nell'intento di ottenere la somma richiesta da 4 ricchi genovesi, Pietro Barsi, Bonifazio Cybo, Paolino de Mari, e Giannotto Gentili, con l'obbligo  di  doverla restituire dentro un anno, e consegnare loro titolo di pegno le fortezze di Pietrasanta, di Massa di Lunigiana di Camaiore e di Pedona. (In Mem. Lucchesi volume  I)

Mancato dopo poco Castruccio,  Ghivizzano col territorio di rCoreglia, fu occupato dall'oste fiorentina, alla quale fu ripreso nel 1352 da Francesco Castracane, da quello stesso dinasta, cui Carlo IV nel 1356 conferì con titolo di conte a il feudale possesso 

del distretto di Coreglia e del Borgo a Mozzano, compreso il Castello e distretto di Ghivizzano. Nel 1386 il medesimo castello ritornò sotto il dominio di Lucca ma fu assalito e. preso di nuovo  nel 1437 dalle armi fiorentine sotto il comando del conte Francesco Sforza, cui, mercé la pace del 1438, venne assegnata la Contea di Coreglia

Senonché egli nel 1441 rivendé il medesimo territorio alla Repubblica di Lucca, per le quale cessione gli abitanti di Gbivizzano, con tutti gli altri della contea di Coreglia nel maggio 1441 prestarono giuramento di fedeltà, mediante i loro sindaci agli  anziani di Lucca.

Nel 1832, Ghivizzano contava 517 abitanti.


San Pietro 1434

Libro 87 della Cancelleria vescovile foglio 78  14 gennaio 1434 Collazione della Chiesa di S.Pietro di Ghivizzano  postulazione dei parrocchiani.

Taddea Luporini 1444

Libro 89 fog. 20t e 22-17 febbraio 1444 Testamento di Domina  Taddea figlia del q. Bartolomeo di Bonaventura da Ghivizzano e relitta di Lorenza Luporini. 

San Pietro e San Silvestro 1439

Libro58, fog. 37t 3I ott. I439-Unione ad tempus della Chiesa di Vitiana alla chiesa di S.Pietro di Ghivizzano.

Prete Bartolomeo da Coreglia riceve in deposito N.1928 dei Regesti Archivio di Stato

“19 novembre I488-Vicario di Castiglione: Siamo rimasti d'accordo con li mandati di codesto comune del rifare codeste mura del Castello in questo modo: che li denari delle pasture comunali si depositino in meno del venerabile prete Bartolomeo da Coreglia, rettore di S.Pietro. Item, che duecento staia di castagne al buono delle comunali se ne faccia farina, la quale si depositi in luogo salvo, pur alIo effetto di rifar le mura, la quale farina si da in pagamento, o vero se ne farà denari, come meglio parrà, et satisfarsi alli creditori che haveranno data materia et opere. 



San Matteo di Ghivizzano 1357

Libro 67 della Cancelleria Arcivescovile fog. 75 18 giugno 1357

Collazione dell’altare di S.Vincenzo in S.Matteo di Ghivizzano.

Item fog. 192, t I9-giugno 1365: Rinunzia della cappella di S. Vincenzo nella Chiesa di S.Matteo di Ghivizzano.

 

1384

Libro 36 fog. 68-1 dicembre 1384-Unione perpetua dell'altare poco fa fondato nella Chiesa di S.Matteo di Ghivizzano da Landuccio  q. Taddeo alla chiesa per metà, e per l'altra metà all'opera della stessa chiesa.


1384

Libro 75, fog. 91,t-17  novembre 1384: si ordina la produzione del testamento di chi ha. ordinato l'erezione dell'altare di S.Vincenzo nella Chiesa di Ghivizzano.


Libro 87 fog. 15 t-7 ott.I428: Collaziohe della Chiesa. di S.Pietro di Ghivizzano a presentazione dei parrocchiani.

1422

Libro 86 fog. 47  30 dicembre I422:Unione ad tempus della chiesa di S.Stefsno  di   Lucignana alla chiesa di S.Pietro di Ghivizzano.

  


S. Matteo altare di san Vincenzo 1357

Libro 21 fog. 109, t-19 giugno 1357: Collazione dell'altare di S.Vincenzo eretto nella chiesa di S.  Matteo di Ghivizzano per anima del q. Landuccio, "iure devoluto per negligenze degli elettori.



Allogazione delle decime  1308

Libro 9 fog. 347-23 gen. 1308: Allogazione delle decine del comune  di Ghivizzano spettanti al vescovato, per anni 29, a rendere l'anno 20 soldi per la festa di San Regolo.


Nicolao da Ghivizzano

Fondo Martini: N. 129-Siena 27, marzo 1460:"Ilario vescovo Orvieto per mandato della Sede Apostolica incarica l'abate del monestero di S.Benedetto di Polirone di mettere in possesso della rettoria e chiesa di S.Martino in Colle Nicolao da Ghivizzano" Actum Senis.

'Ser Nicolao da Ghivizzano fu anziano nel 1354-1357 (Questo però non ha a che fare col rettore di S.Martino in colle.)

2 giugno 1372 anziani a Offitialibus et singularibus personis C.Corellie, b) C. Ghivizzani "Vietano far novità sul terreno di che sono in questione (Regesto degli Anziani-Carteggiob.q104)


Iacopo da Ghivizzano

Fondo Martini N. 158:-Roma 21-dicem. 1517:Bolla di Leone X con quale viene ordinata la composizione per la 1V parte dei frutti dell'eredità de1 fu Iacopo da Ghivizzano Datum Rome, ecc.......

Archivio della Commissione Ecclesiastica: 1804; Compagnia della. Madonna delle Neve "Note di contratti e renditori" dal 1684 al 1798.

Idem. N. 1805:-Libro maestro dei renditori del legato Pierotti dal 1801 al I807.

Idem N. I806:-Compagnia del SS.mo Sacramento (detta dei Rossi) Renditori dal 1795 al 1807. E Libro delle entrate spese e sindacati della Compagnie del 1756 al 1808.

Sercambi Ghivizzano- I°-6-1I. 125, III,351

Antonio da Ghivizzano, a) 146-7

Iacopo da Ghivizzano, a) 359

Tommaso da Ghivizzano, a) 310-1,b-,228, 268, 277, 359.c)728,13, I, 60; 79,344.


Presa di Ghivizzano 1171

Sercambi, vol. I,pag. 6:-L'anno 1171 Lucca (cioé i lucchesi) prese e arse  Calavorno nel mese di Gennaio.

Sercambi, vol. III:-Nota delle spese che bisognano alla guardia di Lucca e del contedo: castello di Ghivizzano 4 sergenti, fiorini 16 Sercambi, pag. 145 del primo vol: come venne a Lucca l'imperatore: andandogli incontro Giovanni dell'Agnello. Il 4 settembre 1368 giunse a Lucca l'imperatore et" entrato per porta Sandonati, et venuto alla torre di messer Guelfo, la quale da- lui poi fu distrutta per fare il suo castello.... andandogli messer Johanni dell’Agnello dinanti honorevile mente vestito di velluto affigurato a ore, giunse al detto messer Johanni uno famiglio, nome Antonio da Ghivizzano, il quale li .disse: in Pisa é levato romore, e detto questo, gli pose una lettera in mano. Al quale Antonio messer Johanni disse: ritorna a Pisa e dì a ser Bartolo d'Arezzo che corra  a Pisa per me. E partendosi il predetto Antonio, comandò ad alcuno suo famiglio il predetto messer Johanni, che dicesse alla guida dinanti che subbito si distendesse verso la porta del castello dell' Agosta, acciocché l'imperatore piuttosto smonti et così fu fatto che la guida conducea la gente dall'imperatore in castello.

Tornato messer Johanni dell'Agnello coi suoi in S. Michele, in su il portico del chiostro della detta chiesa, sopra certi monumenti dei Boccella, si ridusse per voler leggere le lettera che Antonio da Ghivizzano gli aveva recata da Pisa. La quale, aprendola,  sopraggiunsero molti suoi amici e famigli, intantoche i travicelli del detto portico uscirono dal pianale, per la quale cosa messer Johanni dell'Agnello cadde rompendosi la coscia.

(Come il conte Giovanni da Barbiano venne sul terreno di Lucca e si accampò a Massa Pisana, facendo molto danno)

....Avuta tal risposta il detto Stefano, tornando verso Lucca il detto Stefano fu preso presso al Bagno a Monte Pisano dalla parte di là del monte, e con lui insieme ser Iacopo da. Ghivizzano, e in el pigliare, uno cavallo percosse il detto Stefano nella gamba e quella si ruppe. E così fu condotto segretamente a Massa del Marchese. Come il Comune di Lucca, sentì tal presura, subbito co lettere, imbasciate e fanti mandati e Pisa a messer Iacopo et a messer Nicoletto e al conte Giovanni a raccomandare il detto Stefano, avute tali imbasciate per li predetti fu adoperato che il detto Stefano e ser Iacopo funno lasciati e tornonno a Lucca.

……... Come fu tagliata la testa ad Andrea Stornello.

...Andrea, perché ne fu ordinatore, fusse messo in nelle mani  del podestà. Di che, la domenica mattina, il detto Andrea fu preso e dopo molto martorio confessò, per la quale confessione; lo dì, seguente, in sulla piazza di Lucca. al detto Andrea la testa taglieta. E avendo il Comune di Lucca mandato a Pisa messer Tommaso da Ghivizzano per dolersi dell'omo preso in sul nostro 

terreno et per quello riavere, sentendo per lettera venutoli da Lucca che Andrea doveva morire, _di subito deliberò il detto messer Tommaso ritornare a Lucca e così fé. E avendo messer Iacopo d’Appiano sentimento come Andrea era preso, per scampo di lui ordinò messer Tommaso da Ghivizzano fusse preso. E perché il detto messer Tommaso  s'era partito, non poter esser preso. E non avendo potuto far prendere il detto Tommaso, fece prendere ser Nicolao dello Strego e Giovanni Benectoni e alcuni altri cittadini, li quali si trovonno a Pisa. E sentendo il detto messer  Iacopo Vanni suo figlio che era stato tagliato la testa ad Andrea sopra scritto volsero far tagliare le teste ai predetti presi, ma perchè non erano colpevoli, Dio li campò.

……... essendo messer Iacopo d'Appiano et Vanni suo figlio fatti nemici del Comune di Lucca, del mese di Maggio 1394, i predetti fanno venire messer Broilo et Brandolino con moltitudine di gente da cavallo segretamente. E quando funno venuti a Pisa, notificano  a Lucca la venuta, la quale, per lo picciolo tempo ripara non si potea, posto che vi si mandasse Tommo da Ghivizzano per vedere se si potea riparare. E niente valse, che a dì 28 maggio, Vanni d'Appiano diede il passo, con consentimento di mescer Iacopo, che le dette genti venissero sul terreno di Lucca, e così vennero e funno in sulla mezza terza `per tutto iI piano pigliando prigionieri, uccidendo derubando e prendendo prigionieri. E perchè si notifichi il danno si fece, ci dice che più di 250 prigionieri ebbero, e molti ne uccisero, e funno arsi molti palazzi, case, capanne ecc


1444

Libro 91 fog. 52 delle. Cancellerie Vescovile-6 luglio 1444:Collazione dello spedale di S.Pietro di Ghivizzano.

Libro 96 fog. 43-Altre promessa come sopra tra la detta pieve: (la detta pieve sarebbe q.uella di Diecimo. .Ma Ghivizzano era sotto Diecimo? Non era sotto Loppia?) Se si sta strettamente al registro del Cardella bisogna dire come appresso:7 aprile 1447- Altra promessa di concordare tra il pievano di Diecimo e la chiesa di S.Pietro di Ghivizzano, per la controversia del battesimo nella detta chiesa"

N.B. Le promesse

Le promesse sono tre e tutte nello stesso giorno e mese. La prim la fa il rettore di S.Pietro di Anchiano. La seconda quello  di Gello dei Santi Ippolito e Cassiano in Val di Roggio. La terza quello di Ghivizzano.

Libro 94 fog. 27-19 ott. 1444:Rinunzia e collazione dello spedele di S.Pietro di Ghivizzano.

Libro 97 fog. 104 t-2 ott. 1446:Conferma dell'Operaio di S.Pietro di Ghivizzano e conferma di battezzare e di benedire il fonte battesimale in detta chiesa.

Libro 61 dog. I7I,t-19 ott; I444:Conferma del rettore dell'Ospedale di San Pietro di Ghivizzano

Libro 86 fog. 45,.t-13 dicembre 1421:Collazione della Chiesa di S.Pietro di Ghivizzano.


1434

libro 87, fog. 78-14 gen. 1434; collazione della chiesa di S. Pietro di Ghivizzano a postulazione dei parrocchiani.


Unione Vitiana Ghivizzano 1439

Libro 68, fog. 37,t-31 ott. 1439:

Unione ad tempus, della Chiesa di Silvestro di Vitiana alla Chiesa di S.Pietro  di Ghivizzano



Unione dell’ospedale alla chiesa 1444

Libro 91T fog.-I2,:t-6 feb. 1444: Unione ad tempus deIl’ospedaIe di Ghivizzano alla Chiesa di detto luogo.

LibroII3, fog.40-I0 feb.I478:Per l'ospedale di S.PIETRO di Ghivizzano.



Smembramento dell’ospedale 1485

Libro 118,_ fog.II, t-23 feb. 1485: dimembrazione dello Spedale di S.Pietro di Ghivizzano dalla Chiesa di  San Pietro di detto luogo, e rinunzia di questo Spedele.


Rinunzia dell’ospedale 1488

Libro 119, fog. 27-8 dic. 1488: Rinunzia della chiesa di S. Pietro di Ghivizzano e di S.Stefano di Lucignana. E rinunzi dell'ospedale di S.Pietro di Ghivizzano.

Libro 120, fog. 36-I sett. 1493: rinunzia dell'ospedale di S.Pietro di Ghivizzano.

 Libro 15 fog. 67-1 sett. 1344: Licenza concessa al Rettore  della chiesa di Ghivizzano della pievania di Loppia, di poter battezzare gli infanti in detta chiesa e di seppellire le persone di detto luogo nel cimitero di detta chiesa.

Seppellito et onorato il detto messer Iacopo (morto il 5 agosto del 1298 ad ore 9), per dimostrare  buona fratellanza  e per addolcire l'animo di messer Ghirardo e degli altri pisani il collegio di Lucca e il suo consiglio deliberarono di mandare e Pisa a condolersi col detto messer Ghirardo e colli altri pisani della morte del detto messer Iacopo.

E quelli che là andarono funno messer Tommaso da Ghivizzano e Nicolao di ser Guido Honesti, cittadini di Lucca, li quali esposero l'ambasciata graziosamente e benignamente furono ricevuti con raccomendigie e proferte assai. E licenziati tornarono a Lucca esponendo la risposta a loro fatta, della quale risposta per la Comunità di Lucca si sperò bene a riconciliazione del male essuto.

..Come i. Piseni mandarono imbasciate al Duca di Milano

... E fatta le detta deliberazione tra il Consiglio, col nome di  Dio, i1 detto Guido fu per li signori anziani di Lucca invitato che al  dì di Pasqua di Cavalieri, cioé a di 18 maggio 1399, fosse a desinare coi detti Signori e così accettò. E dopo tale desinare, gli fu data risposta della imbasciata data per messer Tommaso da Ghivizzano iudici, di comandamento dei detti signori e con volontà di tutti i Guinigi, il quale messer Tommaso con ogni onestà e con buoni colori tale risposta dié. E così rimase il detto Guido contento, e licenziato ripartì da Lucca X il dì 18 maggio dopo desinare  e secondo il parere di molti malcontento e tornò a Firenze suoi priori.

Pag.277 Come i bolognesi misero oste alle (terre) del conte Giovanni da Barbiano

..Si dice che per la elezione del Signore di Altopascio fatta dal figlio di Lando Moriconi quante inconvenienze ne son nate! Come stato contato, dico che altre a tali inconvenienze, ne funno molti cittadini di Lucca scomunicati, dal papa Bonifacio IX, fra i quali funno: Dino, Lazzaro, Michele, Lorenzo Guinigi, messer Tommaso da Ghivizzano et alcun altro. Prr la quale scomunica il collegio di maggio e giugno del 1398 mandonno a Roma a piatire et dilevere tale scomunica messer Iacopo Viviani; il quale piatendo in corte di Roma et quinestando per circa 9 mesi, opponendo e rispondendo, ultimamente si fermò per lo ditto messer Iacopo che tutti i beni del ditto spidale dell’Altopasció debbiano essere restituiti al figlio di Lando signore del ditto spidale e più promise con sacramento che il comune di Lucca l'obrigerà alla camera di Roma in fiorini 10 mila, per ogni volta che il comune di Luccà si impacciasse del detto ospidale eec, ecc

Come di Lucca si mossero vestiti di bianco moltissimi uomini e donne e il Comune di Lucca non poteo quelli ritrare avendo con loro il Crocifisso...

E riduttosi il Crocefisso a S.Bernardo, e tutti i vestiti, fu deliberato in nel consiglio che subito si mandasse per messer lo Vescovo Nicola Guinigi e per lo capitano del popolo e simile per potestà di Lucca, che comandassero ai preti, secolari uomini e donne, che sotto grave pena et scomunica tornassero i detti bianchi indietro. E a ciò  fu deliberato che furono: messer Tommaso da Ghivizzano, Dino Guinigi, Bartolomeo Balbani, ser Domenico Lupardi; Bonaccorso Bocci, Turchio Balbani; 1i qua Ii andonno, eccettuato messer Tommaso, a aviare tale andata ecc, ecc....

.....Come a Lucca vennero alla guardia molti uomini  amici della casa dei Guinigi…...

....Però che si vede della casa vostra morti alquanti, voi Michele Guinigi, infermo di infermità incurabile, et di voi poco stimo della  persona far si può. Dino Guinigi esser assai di tempo, e a fatiche che occorreranno non poter durare. Paolo Guinigi malato, però che  quando il dicto Paolo fu ritornato a Lucca li venne 1'anguinaia e la febbre, e la maggior parte tenea così era da tenere, per li tempi che occoreano, lui piuttosto doveva morire che campare, per la qual cosa fu figuratamente detto Paolo esser malato, quasi a dire morto, gli altri esser giovani, per le quali parti si conosceva di vero, se pensieri non si prendesse, 1a cosa andar male. E dopo molte ragioni si concliuse che a tale pratica fusse messo messer Tommaso da Ghivizzano; e conchiuses i che  bene era che nella città venissero dal contado uomini alla guardia, tanti che fossero bastevoli.E si  assoldassero alquente bandiere di balestrieri, e che si tenesse  le mani in su le parti di fuori acciò che tutto si senta. E così  si mise in effetto.



Pag. 8 volume III  

…...e così eletto i predetti fenno in palazzo, la dove dimorarono i signori anziani, fare un colle gio  ovvero stenza nuova, e nomavasi il  collegio dei 12 di balia.

E questo fu nel tempo che  Giovanni Testa era gonfaloniere nel mese di luglio e agosto del 1400. Li nomi de quali  di balia sono questi: I). S.Paolino-Giovanni Sercambi, Nuccio Giovanni, Francesco Berindelli, Franceschino Buzolini, Pee S.Salvatore: messer Tommaso da Ghivizzano; Antonio da Volterra, Paolo Guinigi, Bonaccorso Bocci. Per  San Martino: Dino Guinigi, Giovanni Teste, Giovanni Barnardini, Nicolao di Filippo.

….. Come Paolo Guinigi prese il bastone_ del _esser difensore del popolo e della città di Lucca.

...E infra li altri, a cui il predetto Paolo Guinigi e Giovanni appalesasse loro, fu a messer Tommaso da Ghivizzano, ser Guido da Pietrasanta e ser Marco Martini cancelliere; li quali insieme col detto Paolo di concordia, parve bene_e utile del comunità di Lucca e per servezza della libertà, che il tutto il detto Paolo prendesse il bastone di esser capitano e difensore della città di Lucca.

...Giuramento degli ufficiali nelle mani di Paolo Guinigi.

Vendendo Giovanni (Ser Cambi confaloniere) che parte dei predetti di  balia non si accorgevano del bene della libertà e dello scampo del casa dei Guinigi e dei loro amici, per non perder tempo narrò dicendo: Paolo al tutto vuole essere fatto per lo vostro uffizio  capitano e difensore del popolo e che tutti i  soldati da pié e da cavallo ufficiali e capitani e tutti i castellani giurino in sua mano come capitano e difensore di popolo, e questa é sua intenzione, altrimenti

lui lo mostrerà a chi volesse contradirlo. O che vizi si fenno, perché molti di loro avevano l'animo pregno, e pareva ad alcuni esser degni esser maggiori della casa dei Guinigi.

 Di che vedendo messer Tommaso da Ghivizzano, tali vizi  e sapendo_ l'intenzione Paolo, e avendo conosciuto che tale atto era la salvezza di Lucca e della casa dei Guinigi e dei loro amici, confermò quanto aveva detta il confaloniere, dicendo che bene era che Paolo si faccia quello che chiede. Come lo duce di Milano morio, e come il signor Paolo Guinigi vi mandò

 ambascieria a condolersi.


Pag. 60

....Iddio che a se la morte non volse perdonare per li nostri peccati dispose la  sua potenza che il predetto, Duca di Milano, essendo in sommo della rota, avendo acquistato Bologna e parte della Toscana e quasi tutta 1a Lombardia, che il dì 2 settembre 1403 morio, e a dì10 settembre ne  vennero lettere a Lucca della sua morte, e per tutta la Toscana. Della quale morte moltissimi furono contenti, e assai dolorosi, stando ognuno in su pensieri nuovi per la ditta morte.   

 E   dovendosi fare le esequie sue il 22 ottobre, fu deliberato dal consiglio  del Magnifico Signore di Lucca, che si mundasse ambascieria a condolersi della detta morte, e quelli vestiti di bruno. E a ciò furono eletti messer Tommaso da Ghivizzano e Nuccio  Giovanni. E così si trovarono al detto esequio, il quale non si scrive d'alcun signore tanta magnifiecenza, che mai ad alcuno fusse fatta come fatta al detto Signore, così dai forestieri come da suoi sottoposti.

 E fatto il ditto exequio, i predetti ambasciatori a Lucca tornarono.

Pag. 79

Come morio Io Papa Bonifacio e fu eletto Papa Innocenzo VII.

...E in uel tempo cioé a 1 settembre 1404, morio Papa Donifacio IX e fu eletto papa Innocenzo VII. E perché é debito a ciascun lucchese onorare santa chiesa, e simile alli altri dispose il Signor Paolo di Lucca far visitare il predetto santo Papa. E vestiti di velluto (vigliuto) di grana messer Tommaso da Ghivizzano e Stefano di Iacopo di Poggio, col nome di Dio, in compagnia di messer Niccolao  Guinigi vescovo di Lucca,si mossero a dì 19 dicembre ditto anno. 

E caminoro verso Roma,e ricevuti onorevolmente col nome di Dio ritornarono a Lucca.


Pag 344

Danni subiti da Giovanni Sercambi:

Verso al quinto danno ricevuto parendo al magnifico signor Paolo che a me era stato fatto per i detti esecutori grande oltraggio, volse che io principasse in Lucca  il  piato; e io malvolentieri volevo principiare piato, sperar che il predetto signore per le promesse a me fatte e per quello che a loro aveva notificato, che si mettesse di fatto in possesso dei beni dei detti esecutori e per più onestà volse che con ilbelli seguitasse le mia domanda. E pagato fiori 150 di dazio per fiorini 6.000 e durando il piato, quello avvocato del quale io avevo (aveva) buona speranza cioé messer Tommaso da Ghivizzano, in nel processo del piato, trovai lui essermi contrario. Per le quelcosa il predetto Signore fece una inibitoria che si sorrasedesse  finchè altramente fusse per lui provveduto. E così dimorò circa al 14  anno, nel qual tempo tra le spese del piato e meriti pagati per li denari spesi più di fiorini 420 ne fui dannificato, senza la. malanconia ecc…



                                        INVENTARIO ARCHIVIO DI STAT0

Ghivizzano comune, poi sezione con chiesa parrocchiale, prima nel piviere di Loppia, ora nel priorato di Coreglia, sue fortificazioni  chiesa e ospedale dì S.Matteo vol.I pag... vol.IV.


Terrilogio dei beni dello spedale vol.IV pag. 236

Da Ghivizzano Andrea q.Nicolai, notero, vol II pag. 188

Da Ghivizzano Arrigo statuario del 1331 vol.IX pag. 33

Da Ghivizzano, Massaio vol. I pag. 324

Da. Ghivizzano ser Filippo vol. II  pag. 110


Carteggio di Peolo Guinigi; Ser Tommaso da Ghivizzano t. 419

…..Da Firenze 15 settembre 1405; Per Tommaso da Ghivizzano e Nuccio Giovanni: rendono conto della commissione avute di trattare con  Bertolomei Valori e con messer Ranaldo segretamente le concordia e pace fra Firenze e Pisa e avvisano che attendosi  ambasciatori pisani e li ambasciatori bolognesi di ritorno dal. Papa.

Regesti: Guido Manfredi: Gnivizzano 1260 n; del documento: Giovanni da Ghivizzano 31, 138, 1202, 1224(a) N.1260 da Ghivizzano 28 luglio... Pier Carducio conestabile a ser Marco Martini "Trovandosi  in luogo servatico e soffreundo disagio di carne prega che gli mandi le sua tramagliata per prendere con questa rete qualche merlo e altre cacciagione, che li offrirà.

,

Ghivizzano:-occupato dai Lucchesi a)66,67; munizioni mandatevi per servizio degli esteri n.558, 562; inconvenienti coi barghigiani 667 ..Agostino da Ghivizzano, anziano nel 1450 XXXII(1455) XXXI(1459) XXXIV,(I46I) XXXVI; 1436 XVII

Giovanni da Ghivizzano, anziano 1430-XIII,1434 XVI, 1426 XVII; Gonfaloniere 1438 XIX, Anziano 1441 XXI, Gonfaloniere 1443 XXIII, Anziano 1445 XXIV, gonfaloniere 1447 XXVI, Iacopo di Giovanni da Ghivizano anziano 1439 XX, 1443  XXII, 1452 XXIX;1455 XXXI,1456 XXXII,. 1458 XXXIV, I461 XXXVI, 1463 XXVI1,1465 XXXIX, 1468 XLI

Paolo da Ghivizzano:-anziano 1472 XLIV

Pietro di Giovanni da Ghivizzano:-I428 XXX, 1441 XXI; 1442-XX11,  1445 XXIV, 1446 XXV, 1447 XXIV.

Pietro de Ghivizzano 1449 XXVII, 1451 XXXVIII; 1452 XXIX, 1454 XXX, 1456 XXXII, 1459 XXXIV, 1460 XXXV, 1462 XXXVII, 1464 XXXVIII, 1466 1470 XL, 1470 XLIII, 1471 XLIV.


      Da bandi  Lucchesi di Salvatore Bongi pag  I33 bando 150 16 aprile 1341.

...Nel 1327 a Coreglia vi era vicario per Lucca Sandeo Boccadivacca, , nei 1330(e così dopo la morte di Castruccio), vi fu con lo stesso titolo Salvaggio Mordecastelli (come vi ha dai libri civili dell Vicaria  e della Gebella di Coreglia ad anno. Dai titoli dei primi apparisce che i vicari di Coreglia della casata degli Antelminelli risiedevano allora nel Castello di Ghivizzano, 

Nel 1331, Ciomacco di Mugia degli AntelminelIi, nel 1332 Guglielmo di Savarigi degli Antelminelli, poi Veltro dei Corbolani..

Nei primi mesi del 1333  il re Giovanni di Bormia allora signore di Lucca, aveva concesso quella vicaria a titolo di privilegio a Santi  Castraeani' de' Falabrini ma a petizione degli anziani lucchesi, in medesimo anno annullò quella concessione e la trasferì, assieme al possesso del Castello di Ghivizzano, a Francesco Castracani degli Antelminelli, col diploma del 5 ottobre dello stesso anno 1333 il quale fu poi messo in esecuzione da Marsilio de' Rossi vicario reale. 

I1 Castracani sd godette il vicariato  di Coreglia durante le signorie del re Giovanni  dei Rossi e degli Scaligeri; i quali ultimi l'ebbero in principio amico e partigiano, come altrove fu detto. Non però che egli si contentasse in cuor suo d'esser vassallo d'altri, memore forse dell'esser Stato dopo le morte di Castruccio eletto vicario imperiale di Lucca e ambizioso di potere un giorno farsene vero signore. Infatti non appena la fortuna di Mastino dette segno dl volgere in basso ed anche prima che Messer Azzo da Correggio lo tradisse per impadronirsi  di Parma, Francesco  Castracani pensò di togliergli Lucca con l'aiuto dei Pisani,-e disegnò sorprendendola con gente armata, che doveva entrare in città con l'accordo di alcuni di dentro, e specialmente del Petrilla degli Uberti che v'era capitano di una bandiera di cavalieri. Ma come suole spesso avvenire in simili casi, fu scoperta la trama, lo Scannabecchi vicario di Mastino, tenne sodo, e dopo aver posto le mani addosso all'Uberti ed ai cittadini lucchesi che erano della congiura, corse la città per assediarla al suo padrone, il che gli venne fatto senza contrasto Di poi, consentendolo il Consiglio generale di Lucca, fu deliberato di castigare il Castracani con l'assalire le castella della montagna lucchese che si tenevano per lui

facendo contro di quelle una spedizione armata, o come si disse, una esecuzione che fu capitanata dallo stesso Scannebecchi e da Frignano Sesso e durò quanto appare dai conti della spesa pubblica, dalla metà di aprile e parte al  maggio del 1341. Vi si mandarono dei belestrieri, dei maestri di legname e di pietra e degli uomini atti a far cave, i quali furono adoperati contro il castello di Coreglia.

La spedizione (dicono gli storici) riuscì di assai danno al Castracani, essendogli state tolte il più delle terre da lui possedute. Di che egli si vendicò con lo scoprirsi apertamente contro Mastino, ed essendo passato dalla parte dei Pisani si adoperò con ogni suo potere perché divenissero padroni di Lucca, come poi fecero fra non  molto (Messer Francesco fu uno dei principalisimi capitani e consiglieri dei pisani. nel tempo della guerra di Lucca e della susseguente contro Luchino Visconti. (Vedi Roncioni storia pisana 748) Quando poi Lucca fu stretta d'assedio dai- pisani, nell'agosto lo stesso anno 1341, non é da credere che messer Francesco tardasse a riprendere il possesso, se non di tutte, delle maggior parte della vicaria.

Così essendo poi riuscito ai pisani di conquistare le città di Lucca nel mese i luglio dell'anno seguente 1342, si vede tosto il nuovo governo dimostrare al Castracani la sua gratitudine concedendogli varie indennità di passaggi e di gabelle ed altri privilegi per la terra della sua giurisdizione ( come da Atto del 5 agosto 1342 in Aziani, atti vari vol. XVII c.2).

Fu dopo questo tempo che il Castracani assunse il titolo di conte di Coreglia, non sappiamo se di suo arbitrio o per qualche privilegio di cui non abbiamo trovata memoria.

Negli atti della 'pace di Sarzana conclusa nell'anno 1353, fra il 'vescovo Giovanni Visconti e i fiorentini e gli altri Guelfi vi fu compreso il Castracani, che venne mantenuto nel possesso della contea di Coreglia.  Più solenne conferma l'ottenne poi dall’imperatore Carlo IV, il quale col diploma dell'8 maggio 1355 lo insignì di molti privilegi e gli concesse piena giurisdizione ed impero sulla vicaria; designando le terre che le componevano ed erigendole definitivamente in Contea, da tenersi come feudo imperiale de lui e dai suoi legittimi discendenti. Di  questi onori godette poco il Castracani, perché l'anno dopo e cioé nel 1356 fu a tradimento dai figli di Castruccio ammazzato; onde i feudi passarono ai suoi figli. I quali li ebbero pacificamente per qualche anno. Ma restaurata la libertà di Lucca nel 1369, la Vicaria di Coreglia tornò a far parte del territorio repubblicano e lo stesso Carlo IV la comprese nel diploma che ne determinava la estensione, annullando così le antecedenti concessioni.


Albero genealogico dei Castracani:

Ruggero Castracane (anno 1202)

Ruggero Lotario -

Castrocane Gualtiero

Gerio Niccola Francesco Ruggero

Castruccio Filippo Iacopo Andrea

Arrigo Giovanni Valerio

Albero ricavato dal Lettieri da vari contratti contemporanei. 

Francesco Castracane fu creato vicario imperiale di Lucca  nel marzo del 1329 da Lodovico il Bavaro mercé lo sborzo di 22 fiorini.

Ma godette poco di tale dignità dovendola cedere alle prepotenze del avidìssime truppe elemanne stanziate in Lucca che s'erano scelte a capitano Merco Visconti. Nel 1333 ebbe da re Giovanni di Boemia la Signoria di Coreglia, di Ghivizzano e castelli dipendenti col titolo  di Vicario. 

Scrive di Francesco Castracani: Alessandro Carina in :"Dei Bagni di Lucca" Firenze tip.  M.Cellini 1866 pag.157

e Francesco Paolo Luiso nel Bollettino Storico Lucchese Anno III pag. 163: "I cavalieri Teutonici".   

                                        Toponomastica di Ghivizzano

Pieri:Toponomastica delle Valli del Serchio e della Lima" peg. 41 

GHIVIZZANO da "clavidianum (Clavidianu-Clavidius-Clavius)

Di qui probabilmente: Ghivizzano villeggio del Comune di Coreglia: Glaverano vedi Tomo V parte III n.42I an.983 e n.574 an.994 del Barsocchini (Notevole é Chiavisano (Giorgio da Ghiavisano) in "Venti novelle" di Giovanni Sercambi parte II. Volgarmente sul luogo e presso si dice anche, con curiosa, metatesi, "Vighizzano".

Lo stesso luogo é per avventura: Glopezano; vedi Tomo V p.III n. 575 (Betto di Glopezano) anno 995. Se questa ultima forma, ciò che non sembra, meritasse maggior fede, ci porterebbe con le sua sorda labiale protonica a pensare o congetturare altre basi.

I documenti sopra citati del Barsocchini così suonano: Tomo V parte III pag.421 n. 1538: "Teudigrino vescovo allivella a Giovanni del fu  Rodilando una corte padronale con tutti i suoi beni, appartenenti alla pieve di Loppia con le decime dovute a detta pieve delle ville sottoposte, nell'anno 983.... Chorelia....Grimignana...Liciniana...Glavezzano ". E nel tomo V p.III pag. 574 doc.1697 dice: "Il suddetto vescovo Gherardo dà in feudo e Rodilando del fu' Giovanni una corte della pieve di Loppia, con dieci case massaricie appartenenti alle stessa pieve, colle decine delle ville sottoposte, nell'anno 994..Corelia...Grimignana, Licignana, Glavezano."


Carlo Biscotti: Notizie su Ghivizzano

Notizie sommarie delle Chiese delle Diocesi di Lucca pag. 161 "Ghivizzano, delle prima classe del Priorato di Coreglia "Anno 1853; Santi Pietro e Paolo-Benefizio di libera collazione. Molto rev. Giovanni Battista Cheli rettore. Vi é inoltre un'altra chiesa, già parrocchiale sotto il titolo di. S.Antonio. Oratori pubblici due. Confraternite due.  Ecclesiastici dimoranti in parrocchia: Rev. Bartolomeo Pierotti, Sac. Pietro Antoni. Popolazione 653.


Estimo 1260 Tuscia II

Plebes de Loppia....Ecclesia S.Martini da Ghivizzano

 Le decime degli anni I295-1304:Ghivizzano, Ghivistano 4247-4527. Plebes S.Marie de Loppia, pag.274:n.4247: Ecclesia S.Petri de Ghivizzano; pag. 289 n. 4527: Ecclesia S.Petri de Ghivizzano. 

E' fra le chiese che non corrisposero la decima.

Ghivizzano (comune) sua offerta per la festa di S.Croce pag. 37.

case e possessioni che vi ha ivi il Comune di Lucca, pag. 21.

 De  inveniendis terris et domibus auas lucanum Comune habet in Ghivizzano: "Liber Primus" dello statuto del comune di Lucca 1308 pag.21 Cap.XXI.

Cap. XLII sempre del "Liber Primus"  De luminare. Sancta Crucis fienda pag. 37 Comunia.Vicariatus Corellie. Comune de Ghivizzano  unum candelum simili modo floritum lib. sedecim

Statuto di Lucca anno 1539, libro terzo, cap XXXI. Della Luminara di  Santa Croce-Della Viceria di Coreglia il Comune di Ghivizzano, un cero di peso di libbre quindici.


Famiglia Pierotti

Pierotti pag. 127 del vol.1150 dei manoscritti delle Biblioteca Governativa. Stemma:Campo bianco attraversato da due face bleu  ugualmente distanti. 

Molte sono state le famiglie sotto questo cognome. la più antica é quella del Rev. signore Antonio Pierotti da Ghivizzano,  successore dal priorato  dei Santi Paolino e Donato, al Rev. Signor Paolo Guidotti das Ghivizzano e suo zio, l’anno 1564 e governò quella chiesa fino al 1597. Per mano di ser. Benedino Benedini 2 settembre 1600 foglio 144 Iacopo del fu Piero Pierotti da Ghivizzano e C.L.fa il suo testamento nel quale lascia essere sepolto nella Chiesa dei Santi Paolino e Donato, fa legato a  D.Tomaso suo figlio Canonico e reggitore di S. Frediano e di poi lascia eredi Ser Bartolomeo e Angelo suoi figli.

Galvano da Ghivizzano

Regesti dell'Archivio di Stato Carteggio degli Anziani. Vol. II.  Galvano da Ghivizzano, castellano di Collodi; ordini a  Galvano  15 del 25 aprile 1370: Da Lucca gli Anziani scrivono a Galvano da  Ghivizzano, castellano di Collodi, ordinandogli di cedere il suo posto Panuccio Franceschi e di ritornare a Lucca.

Ghivizzano occupato da Lucca 1341

Regesti dell'Arch. di Stato vol.IV

Ghivizzano occupato dai lucéhesi a)66:67. Il giorno 7 aprile 1341; gli Anziani comunicano  la nota dei luoghi occupati dal loro capitano fino e quel giorno, animandoli a seguitare a battere il nemico.  Lettera scritta e Gubernatori Janne e Upezio de Alzete.

In medesima data  degli anziani scrivono e Bonfiglio et Laurentio Bonvisi, mandando la lista dei  luoghi già occupati.


                                OSPEDALE di S. PIETRO di GHIVIZZANO

Inventario dell'Arch. di Stato di Salvatore Bongi, vol. I pag. 22

……...spedale di S.Pietro di Ghivizzano. Albergava i viandanti per tre giorni. IL 9 agosto 1539 fu dal vescovo di Lucca (Francesco Riario Sforza d'Imola  e per -lui Bonaventura Dalmata vescovo Canense) unito allo spedale di San Luca. Soppresso nel 1776 1a sua fabbrica e terra contigua furono venduti dopo due anni.


INVENTARIO dell'ARCHIVIO di STATO di SALVATORE BONGI, vol.124 foglio344

Nel 1329 Francesco zio di Castruccio, donando a Lodovico il Bavaro scudi 22mila fu costituito signore e vicario dell'Imperatore in Lucca, ma nel termine di 15 giorni ne fu privato dai soldati che vi aveva lasciato l'imperatore, forse in pena di aver voluto togliere la signoria ai figli di Castruccio, ai quali si perveniva. Capitano di Giovanni Visconti, signore di Milano contro il Gonzaga. Capitano dei Pisani contro i Fiorentini. Conquistò Coreglia e Barga nel 1353 essendo favorito da Carlo IV, non potendo ottenere per se la signoria di Lucca...ottenne per se l’investitura di  Conte di Coreglia e di 40 castelli e ville in Garfagnana ed il titolo e grado di Cavaliere per i suoi figli. Fu poi ucciso dai figli di Castruccio e fu sepolto in Ghivizzano. Nel 1355 Iacopo, Giovanni e Nicolao figli di detto Francesco furono fatti Cavalieri da Carlo IV.

Nicolao e Giovanni. figli di detto Francesco conti di Coreglia e vicari imperiali sopra 40 castelli e terre, nel 1370 ne fecero convenzione e le cedettero alla repubblica di Lucca.

Francesco Castracani ebbe due mogli, le moglie Giovanna fu  sepolta nella chieseadi S. Pietro di Ghivizzano con Filippo suo figlio,

Biblioteca governativa di Lucca Manoscritti Matraia:Guida monumentale di Lucca città e diocesi; vol.4

Ghivizzano n;43 pag.48, Ghivizzano n.92 rag.86

Il Matraia a pag. 164  dice:-che nel 1172 li Cattani tenevano Givizzano e i Lucchesi andati lo ripresero e demolirono la rocca.


Nell'archivio diplomatico si legge che dagli Antelminelli si fece restaurare la rocca di Ghivizzano nel 1369.

Si legge ancora sempre nel Matraia che il 28 settembre 1388 di una monizione al rettore di Santa Maria di Tereglio a cui é unita le Chiesa di S. Silvestro di Vitiana che possi battezzare altri infanti che quelli di Tereglio, e gli altri di Vitiana vadino alla Chiesa dì S. Pietro di Ghivizzano come si praticava aventi l'unione di detta Chiesa.


Biblioteca governativa di Lucca manoscritto 330:Notizie e memorie Giovanni Battista Orsucci a fol......Ghivizzano, si legge:Il 1172 1i  Cattani tenevano Ghivizzano et i lucchesi vi andarono e lo ripresero. ( I430 Era guerra dei Fiorentini che si perse quasi tutto lo stato.) 

1369:- Per decreto del Comune di Lucca  si ordinò di racconciare la rocca di Ghivizzano dove abitavano gli Antelminelli.

1433:-a 3I agosto: i fiorentini restituirono Ghivizzano.

1438:-I Fiorentini messero la rocca di Ghivizzano nelle manì del conte Francesco Sforza, loro capitano,  per darlo a chi voleva, per mezzo del quale si fece la lega.

1437:-I Fiorentini ci tolsero quasi tutto il paese.

In  Archivio off.diffe, si legge:

1441:-A di 18 aprile Francesco Visconti scrive a Iacopo de Conti di Casalchio suo commissario a  Ghivizzano del Contado di Lucca, con precetto che dia ai Lucchesi Ghivizzano con suo distretto, che ha tenuta nelle sue mani per.volontà dei Fiorentini.

1171:- I lucchesi presero Ghivizzano (Vedi Tolomei nei suoi annali luce.)

1171:- I lucchesi presero Ghivizzano (Vedi Sercambi in Cronache di Lucca..)

1230:- Aliotto soldato di Lucca é potestà di Ghivizzano (vedi Ser Ciabatto in instr. 5 arch. del Capitolo di Lucea.)

1433:- A 25 agosto Lorenzo dell'Aldinari sindaco del comune di Firenze consegnò a_Ceccardo commissario del Comune di Lucca liberò il castello e fortezza di Ghivizzano, e il 26 detto Ghivizzano giurò fedeltà.

                                                                     

                                                                   NUTI

Biblioteca Governativa manoscritto 1122 fog1.649:1V.

Questa famiglia Nuti incominciò e godere del Consiglio Ordinario nelle persona di Tomaso dì Pietro Nuti l'anno 1574. Dopo lungo tempo fu fatto Consiglio ordinario Camillo di Vincenzo del Guidotto, del detto Tomaso, 1651, terminò a 16 di ott. 1660, lasciando tutti beni all'Alma Compagnia del Suffragio. Un Corsellino. Nuti fino al 1331 fu al giuramento di Giovanni Re di Boemia e dopo fu anziano nei mesi maggio e giugno 1371. Il Burlamacchi dice che alcuni di questa famiglia Nuti discendono da messer Paolo Guidotti e sono da Ghivizzano, un. Tomaso fu messer Guidotto.

Per Corsellino Nuti vedere:Regesti dell'Arche di Stato vol.II parte II  fogl. XIII

Marzoccone Nuti del 1354:apparisce in una lettera degli Anziani di Pisa a Giovanni Appiani Cancelliere del Comune di Lucca(vedi registi dell'Arch. di Stato vol.II parte I pag.101 n.663) in essa si dice che si richiede la deliberazione del ribandimento di Marzoccone (Nuti) di Coluccio e di Coluccino Martini, stati banditi per falso.

La lettera é stata datata 10 settembre 1354.

Stefano  Nuti apparisce per una lettera da Collodi segnata nel carteggio col. N.993, datate 30 nov. 1382 diretta dal podestà di Collodi  Iacopo ser Michelli Provinsali agli Anziani lucchesi, nella quale riferisce di aver fatto prendere un certo Ramondo “grande ghibellino e uscito (di Marciaglia) e in tempo di guerra, e molto utile qui in danneggiare di là; sì che non é da credere che tenere" con un tale Nuto Bertucci da lui veduto parlere con Stefano Nuti caporale guelfo di Pescia.

Il palazzo delle belle finestre (oggi Asilo) era un tempo di due proprietari: dei Ghivizzani e dei Pierotti. La parte verso la porta del paese era dei Ghivizzani, l'ala destra. dei Pierotti. 

Fu poi:la parte dei Ghtívizzani, dei Camilli, la parte dei Pierotti, dei Raffaelli.

La chiesa di S. Matteo, oggi S. Antonio, era la vecchia chiesa parrocchiale, la chiesa di S.Pietro, un giorno di S. Martino, era la chiesa della rocca. Passò ed essere parrocchiale solo dopo il suo ampliamento alla fine del 1700.



                                                                   I Ghivizzani

 Arch. di Stato Biblioteca governativa manoscritti 125: famiglie lucchesi T.II C.M. pag. 172: Ghivizzani p.II

I ghivizzani furono nobili del 1300, prima si dicevano de NOXI da Ghivizzano, e si trovano al giuramento di Carlo IV e al giuremento di Giov. di Boemia del 1331.

Il primo anziano fu forse Andrea, Giovanni fu Gonfaloniere nei 1438. 

Nel 1385 Tomaso fu eletto per fare lega coi principi per cagione Pietresanta.

Nel 1430 Giovanni, fu ambasciatore a Milano per rappresentare al Duca il fatto della libertà ricuperata dopo i Guinigi.

Nel 1452; un Nicolao fu arciprete del Duomo, protonotario Apostolico, cameriere del Papa, chierico di camera, governatore di Romagna, abbate di Cantignano, comendatario di S.M.Forisportam.

Nel 1470,. un Iacopo essendo operaio di S.Croce fece rifare le invetriate del duomo con bellissimi colori e l'organo così eccellente; dal maestro Domenico degli organi di Lucca.

Nel 1501, il magnifico e splendido cavaliere d. Iacopo fu Gio di Pietro Nozzi da Ghivizzano, per testamento lasciò a Margherita moglie di Bartolomeo Arnolfini e a Caterina relicta di Martino Bernardini.

 Nel 1657, abbiamo un Giuseppe di Nicolao Ghivizzani.

Nel 1409, un ser Iacopo figlio di fu ser Stefano Nozzi da Ghivizzano

 Nel 1470: Giovanni fu Pietro Nozzi de Ghivizzano.

Nel 1450: Pietro fu Giovanni da Ghivizzano.

Nel 1490: Nicodemo fu Pietro da Ghivizzano.

Nel 1274.: Ser Agostino di Bonaventura di Frediano de Ghivizzani. 

Nel 1349: Ser Stefano di Nozzi da Ghivizzano..de figli da Ghivizzano in contrada S. Matteo.

E Francesco di Ser Matteo Nozzi da Ghivizzano Pievano di Gallicano.

Nel 1358: Prete Giovanni fu Iacopo da Ghivizzano, nominato rettore dell'altare di S.Vincenzo eretto nella chiesa di S.Matteo di Ghivizzano per l'anima del fu Landuccio di Taddeo da Ghivizzano.

Nel 1382: Collazione del Benefizio di S.Tommaso nella Chiesa di San Michele di Montemagno al prete Carlo di Bartolomeo da. Ghivizzano.



                                                                 GU1DOTTI

Sempre vedere Biblioteca Governativa vol.125 fog1.236.Man.

I Guidotti discendono da. Ghivizzano.

Nel 1417: D. Giovanni di Bartolomeo Guidotti ee Tomaso suo fratello. 

Nel 1525: Rev. D.Paolo fu Nicolao Guidotti  da Ghivizzano per privilegio é priore dei Santi Paolino e Donato, Canonico S. Michele in Foro.

Nel I499:. Ambrosio fu Ambrosio di Nicolao Guidotti da Ghivizzano. 

Nel 1318: Coluccio.



                                                                         NUTI

 Sempre a riguardo della famiglia Nuti (vedi manoscritto Biblioteca 1149 fogl.109) questa famiglia discende da Ghivizzano, il primo a godere di Consiglio Ordinario fu Tomaso di Piero Nuti l'anno 1534.

Non ha mai goduto dell'anzianato e l'ultimo a godere del Consiglio ordinario fu Camillo di Vincenzo di ser Guidotto Nuti nato il 12 sett. 1612, morto in parrocchia di S.Martino (Lucca) il 16 ottobre I660.  Altre famiglie portano il nome Nuti ma discendono da Matraia..

                         

                                                                 CAGNOLI

Cagnuoli Giovanni di Pietro da Ghivizzano, oratore a Milano

a)24. mandato in Lucca. dal Piccinino per denari dovutogli, 

b)32 e 253, allo Sforza 37-59, consegna. denaro da parte del Piccinino 

a)64-75-107, danneggiato 426, pagamenti promessegli 516, mandato a Genova e poi a Milano 540-593 di nuovo al Duca 593, e all’Estense 609-734, a Parma 620, al  Piccinino 649,656,665, a Genova e a Milano 710,712,715,743,744,746,in trattate con Pietrasanta e confinato a Perugia 954. Fu anziano 1435, Gonfaloniere 1437 Anziano 1438, 1441, 1444, Gonfaloniere 1447; Anziano 1449,1462, gonfaloniere 1451,1454,1456,1457,1460,1463.

Cagnoli Iacopo di Giovanni da Ghivizzano a)954 B)59

Cagnoli Lorenzo da Ghivizzano anziano 1448,1450,1453.

Cagnoli Pietro (Piero) di Giovanni da Ghivizzano ambasciatore al Piccinino a)803 e 954.


                              CHIESA DI SAN PIETRO E SAN MATTEO

ARCHIVIO di STATO inventario vol. IV pag.127 Catalogo delle Chiese della Repubblica. di Lucca del 1387 .

In Plebes di Loppia si trova: Ecclesia S.Petri de Ghivizzano tassata di Lire 1 soldi 1 denari VI.

Altare S.Vincentii in ecclesia S.Matthei de Ghivizzano tassate soldi XV.

                                             DISEGNO FORTIFICAZIONI

A pag. 258 voi. 1 Inventario dell'Arch. di Stato: disegno. fortificazione di Ghivizzano nei secoli XVI e XVII. 

                                               ARRIGO da GHIVIZZANO

Vol. I pag.33:Arrigo da Ghivizzano  statuario del 1331.

17 dicembre 1331:Hoc  ex est statutum lucani. Comunis factum  compositum et ordinattm per sapientes vires dominos Arrigum de Ghivizzano et Bonmensem de Barga, iudices, Nicolaum Sesmundi Nicolaum Schiacte et Paganellum Bonaiuti, cives lucanús, statuaries dicti lucani Comunis sub A.N.D.MCCC trigesimo primo. Inditione XIII.


                                                  PAOLO GUIDOTTI

Fogl. 99 del manoscritto 1138-Biblliotaca Governativa:

Per mano di ser Piero da Piscilla 10 febbraio 1504:

Il Venerabile uomo D.Paulo Guidotti da Ghivizzano rettore della chiesa di Manabbio elegge suo procuratore..,...Notizia su Ghivizzano dall' Archivio di Stato

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