Il diario di Pia Guidotti 1944-1945

                  DIARIO DI PIA GUIDOTTI
        DAL 8 LUGLIO 1944 AL 5 MAGGIO 1945

La signora Pia Guidotti, maestra, era amica e ospite della signora Edvige Verzani in Pacini nella villa in via Nazionale qui a Ghivizzano e ci ha lasciato un diario che va dal 8 luglio 44 al 7 maggio 45. (in altro articolo si descrive la sua vita)
(Si ricorda che nella villa abitavano oltre la signora Edvige
l’autista  e giardiniere Consalvo Pisani, la cameriera Ida Raffaelli e la cuoca Elide Poli)

lo riportiamo integralmente:

Sabato 8 maggio 1944
Erano le sette, stavamo per alzarci, quando sono cominciati i bombardamenti su Ghivizzano. Sono cadute 16 bombe, hanno fatto certe buche che hanno trasformato il terreno. Hanno sfondato il tetto della villa Pacini, ne hanno spezzato il vetro della lastra, ma Dio ci ha protetto perché non ci sono stati ne morti, ne feriti, varie cose del paese sono state rovinate.

Martedì  11 luglio 1944
In seguito ai bombardamenti e dai mitragliamenti, abbiamo dovuto sfollare tutti da Ghivizzano, nonostante il proposito mio  di Consalvo e di Ida, di restare alla villa.  La signora Pacini è andata con Elide, a Barga dai parenti  poi andranno a Ronchi: La signora Ricci e famiglia con la signora Boni, sono andati in casa della contadina delle Piane.  Consalvo, Ida ed io  ci siamo rifugiati presso il colono delle Coste. Consalvo però tornerà alla villa e ci si tratterrà il più possibile. Che Dio ci aiuti e ci difenda dalle cattiverie degli uomini.

14 luglio 1944
Sono venuti alla villa i primi tedeschi e Consalvo sta con loro per guardare la casa. Partendo hanno portato via un letto matrimoniale con le rispettive reti.

3 agosto 1944
Ida e d io siamo scesi alle Piane per andare alla chiesa per primo venerdì del mese e tornarvi alle Coste il 7. Invece proprio il 7 Consalvo è dovuto andare a lavorare  coi Tedeschi
e io e Ida abbiamo preso il suo posto per costudire la villa.

12 agosto 1944
E’ partito il secondo drappello di tedeschi, subito ne sono venuti di nuovi: 1 generale, 2 marescialli, 2 attendenti e 3 autisti. Tutti gentilissimi, gli ufficiali molto distinti, in casa quiete perfetta. Chiedono i fiori e noi abbiamo ornato l’ingresso, le scale e le loro camere con le migliori piante e con mazzi di fiori. E’ bello vedere la casa  così ornata. Noi siamo tutte occupate a portare via e a nascondere, ma è un lavorone perché la casa  è grande e ci è tanta roba  eppure vogliamo salvare tutto.

3 settembre 1944
Sono partiti, ma questa notte stessa sono arrivati nuovi tedeschi, tanti, hanno portato anche 2 donne giovani con la loro mamma e 2 bambine. Fino a mezzanotte hanno scaricato roba, dopo si sono messi a ballare; sono il rovescio dei partiti, quanto quelli erano gentili e delicati, tanto questi sono ordinari e rozzi. Hanno invaso tutta la casa, in cucina fanno mangiare e mangiano gli ufficiali, nel viale,  davanti alla rimessa fanno funzionare 2 cucine portate da loro su due camion e ci cucinano per i soldati del fronte, La rimessa e il salottino della Signora sono divenuti due magazzini; nel giardino, a destra , ci ammazzano e si appezzano le vacche.
Oltre alle donne, vengano a lavorare per loro, altre donne e uomini di fuori. E’ una confusione terribile. In cucina oltre tutto, ci si fanno la barba. Eppure bisogna avere pazienza ed essere tutt’occhi per sorvegliare e portar via roba. Vero ci danno tanta roba da mangiare e noi ce ne serviamo per pagare chi ci aiuta a sgombrare la casa. Un giorno parlando col maresciallo capo, un uomo tarchiato e robusto come un toro, Ida si azzarda a dirgli: Voi avete anello e avete sposa, niente buono portarvi dietro altre donne, egli ci guardò, poi battendole una mano sulla spalla rispose: vero, vero, signora, ma avere guerra. Alle 18 aspettavamo il ritorno di Consalvo e quando tardava si stava tanto in pena. Tutti i giorni, anzi quasi tutte le ore avevamo sopra di noi aeroplani  e noi fuggivamo in cantina o fuori, i tedeschi si erano fatti delle buche e, nel pericolo, vi si rifugiavano.
Che pena a sentire il fischio sinistro che annunciava lo sganciare delle bombe! Ordinariamente andavano a finire verso Bagni di Lucca e anche sulla Metallurgica. Di notte, spesso  il cielo era illuminato dai bengala ed era bello il vedere quel chiarore simile al sole, ma  che orrore sentire lo schianto delle bombe che innalzavano nuvole di fumo, di polvere e di fiamme!
La cosa più dolorosa però era  il rastrellamento degli uomini; tutti temevano di essere presi e fuggivano nei boschi, si nascondevano nelle capanne e le povere donne, moglie e figlio, li andavano cercando per portar loro un po' da mangiare. Ogni mattina qui nel giardino della villa gli ufficiali tengono rapporto ai soldati e bisogna vedere che disciplina; dritti immobili sembrano statue e in tanto il superiore parla e parla con energia e calore.

19 settembre 1944
Stanotte è avvenuta la partenza di tutto il drappello dei tedeschi, hanno portato via la loro roba, ma hanno lasciato le donne, molto deluse.
Disgraziate, quando io dicevo loro che avevano fatto molto male a seguire soldati nemici, non mi credevano, ma ora hanno visto. Consalvo è stato rastrellato dai tedeschi.


20 settembre 1944
Non siamo state sole che poche ore e subito sono venuti altri tedeschi. Da prima assai buoni, ma quasi subito sono sopraggiunti ufficiali che la notte si ubriacavano e facevano vita sregolata. La notte del 21 fu spaventosa, gli ufficiali ubriachi non facevano che sparare  con la rivoltella nei lampadari e nei muri e spaccare bicchieri e bottiglie. Al mattino nel salottino della Signora vi erano vetri e marmi spezzati alti 5 centimetri, tutte le lampade rotte, i muri forati, i marmi di un tavolino e del caminetto spezzati.
   Era uno spettacolo che stringeva il cuore. Durante tutta la giornata ci fu da lavorare per preparare la sala per una gran cena che doveva esserci la notte. Loro stessi portavano biancheria finissima ed un baule pieno di piatti e vasellami di eccellente maiolica e bicchieri di vetro finissimo. La sala riuscì bellissima, vi erano alle pareti, oltre festoni di foglie decorative, 2 bellissimi quadri a olio, poi piante e fiori con grande abbondanza. Verso sera un maresciallo che sempre si era dimostrato gentile, ha chiamato me e Ida: Voi essere buone, niente buone stare qui questa notte. Via. Vi sarà tanta confusione, e noi senza farci accorgere dagli altri, partimmo per le Piane. La stanza dei banchi era stata trasformata in buffè, l’ingresso in sala da ballo.
Da per tutto fiori, festoni e lampioncini alla veneziana. Un bel pianoforte completava l’arredamento. La vasca da bagno era piena di bottiglie tenute in ghiaccio per la nottata. La notte del 22 è stata nottata di gran festa con cena e ballo. Al nostro ritorno al mattino del 23, quiete perfetta, gli ufficiali dormivano ancora, ma  le sale erano ingombre di vasellame e bottiglie spezzate, fiori per terra, e piante calpestate. La cucina piena di avanzi e di stoviglie sporche. Ci è voluto il lavoro di tutto il giorno per mettere tutto a posto. Il 24 settembre (domenica) sono cominciate le cannonate su Ghivizzano una è caduta sulla piazza ed ha ucciso 2 ufficiali tedeschi e ne ha feriti 5. Il 25 seguitano ancora  le cannonate ed  i tedeschi fuggono, anche dalla villa sono partiti tutti.
Il 26, dopo le 14 è cominciato lo scoppio delle mine con l’intervallo di poco più di mezz’ora l’una dall’altra. Così è saltato in aria il ponte di ferro di Bagni di Lucca, quello di Calavorno, quello del Berti, il ponte a Rio il ponte sull’ Ania. La nottata pure è stata terribile, con lo stesso intervallo di tempo arrivano le cannonate con rombi terribili. Il contadino Monti presso il quale ci eravamo rifugiate, è partito con la famiglia e si è rifugiato in una capanna nascosta.
I signori Boni, Consalvo(sfuggito ai tedeschi) Ida ed io siamo rimaste in casa, ma sempre alzati ed abbiamo pregato la Madonna che si assistesse. Fortunatamente la villa non ha avuto nessun danno. Il 27 e 28 quiete. Il 29 e 30 mitragliamento tra partigiani e tedeschi in fuga.

5 Ottobre 1944
Stamani alle 9 ha ricominciato lo sparo del cannone, i proiettili arrivavano fino presso la casa del Monti. Sono state ore terribili. Tutti sono fuggiti, io con Ida, Stefano e famiglia siamo rimasti, rifugiandosi in cantina e raccomandandoci alla Madonna. Alle 11 le cannonate hanno smesso e subito sì è sparsa  la voce che sono arrivati gli alleati. Che sollievo abbiamo sentito. Tutti son corsi sulla strada a vedere, era proprio vero arrivava un reggimento di Brasiliani, accolto da tutti con esclamazioni di gioia. Siamo andati nella villa, fortunatamente nessun danno notevole.

7 ottobre 1944
Sono venuti a stare nella villa 12 partigiani, guidati dal  sig. Pieri. Fra essi vi è una giovane, figlia del capo  e suo fratello Luciano, 3 fratelli Lunardi, Memo, Alfredo e figli del preside dell’Istituto tecnico di Viareggio, Bruno, un giovane di Ghivizzano, grande e robusto, ma senza un braccio.
I soldato brasiliani  ci sono venuti a trovare, abbiamo dato a loro la merenda ed uno di essi conosceva molto bene il sig. Morgante.

8 ottobre 1944
Finalmente oggi è tornata la signora Pacini, che gioia rivedere dopo tanto tempo.

10 ottobre 1944
Capitano patrioti liberati dalla prigionia, uomini, donne ed anche un sacerdote che ci hanno fatto leggere il testamento di don Mei, il parroco di Fiano, ucciso dai tedeschi. Che parole sublimi! I tedeschi combattono a Barga, vi sono stati 3 morti e vari feriti. Da Barga la gente sfolla, fa pena vedere passare donne, vecchi e bambini. Sono venuti l’ing. Fiori, l’ing. Baldaccini, i signori Cardosi e i signori Ricci con le famiglie.
La signora Pacini  accoglie tutti e cerca d’aiutare e di confortar tutti, ma quanta desolazione.

18 ottobre 1944
Sono partiti i partigiani, ma subito sono venuti i Brasiliani
29 ottobre 1944 (domenica)
E’ da sabato  scorso che siamo rotto il tiro del cannone.
A  Calavorno, a circa 500 metri da noi, hanno impiantato 12 cannoni che sparano su Barga e verso Castelnuovo e nei pressi limitrofi. Barga è assai bombardata e vi sono morti e feriti. Qui  la casa e i vetri tremano ad ogni sparo e noi siamo scesi a dormire al piano terreno. Sono venuti altri soldati Brasiliani e hanno impiantato il telefono mettendo in cantina un centralino. Tutto intorno alla casa e nel giardino un groviglio di fili. Dio ci aiuti.

5 novembre 1944
Sono partiti i Brasiliani e la casa è stata subito rioccupata dagli americani neri, seguitano più accaniti che mai i combattimenti specialmente intorno a Castelnuovo che ha dovuto essere sgombrata. Molta quasi un centinaio, non sapendo dove andare, s’è rifugiata nelle gallerie. Da noi le cannonate si sono un po’ allontanate e la signora Pacini ha imbiancato la cucina e la stanza degli armadi. Ha smurato la mobilia e ha rimesso all’ordine la sua camera e la mia. E’ lieta di ritrovare la sua roba ed io sono felicissima di avere cooperato a mantenergliela.

15 dicembre 1944
Sono partiti alcuni americani e ne sono venuti altri, sempre mori. Ci stanno volentieri perché la casa  è riscaldata. Occupano solo 4 stanze, mangiano fuori, ma ci stanno in tanti. Sono prudenti e cercano di non disturbar molto. Sono uomini alti e svelti, ve n’è uno, un tenente, assai bello; non si capiscono.



24 dicembre 1944
Ci è giunta la notizia della morte del piccolo Carlo Cardosi, nipote della signora Maria, stata con la famiglia varie volte profuga qui alla villa. Il povero piccino è morto trucidato  per la sua imprudenza. In casa abbiamo sempre gli americani neri, ne cambiano alcuni, ma son sempre tanti, vi è il comando con un  Maggiore e le sentinelle  alla porta giorno e notte.
Sono vispi e allegri hanno fatto delle bellissime ghirlande e le hanno appese alla porta d’ingresso, si stanno preparando per celebrare festosamente il Santo Natale. Stanotte  sono passati tanti carri armati.

25 dicembre 1944
E’ il quinto Natale di guerra, preparato con festa cambiato in spavento perché son corse le voci che tornano i tedeschi. I soldati girano per casa preoccupati gli ufficiali vanno e vengano.

26 dicembre 1944
Insistano le voci del ritorno dei tedeschi, passano profughi, molti di Barga si fermano qui per passarvi la notte, intanto molti soldati partono e ci dicono: Pericolo,  via, pericolo, verso mezzogiorno la voce si fa insistente! Ecco i tedeschi, ecco i tedeschi….i pochi soldati rimasti impugnano i fucili e escano nell’orto. Si fanno fuggire i nostri uomini e i profughi rimasti, si resta soli. La signora Pacini, io e le 2 donne Elide e Ida. Non vogliamo lasciare le due donne Elide e Ida. Non vogliamo lasciare la casa, ma le ore sono tragiche. Ci abbandoniamo a Dio. Fortunatamente i tedeschi  sono trattenuti e ci sentiamo più sollevate, ma che tristezza. La solitudine e il silenzio, dopo tanto frastuono...Nella notte cannonate forte cannonate fanno tremare la casa e incutono spavento.

27 dicembre 1944
Dalle prime ore del mattino passano profughi tra essi c’è la signora Onorina con i figli perché le cannonate gli hanno sfondato il tetto della casa. Ha l’aspetto stanco e spaventato e una coperta arrotolata a tracolla. La  signorina Anna trascina a fatica una bicicletta  carica di valige e bagagli. Sono con loro la  Marianna e la nipote, che pena. Oggi stesso giungono gli  indiani, sono tanti, hanno preso quasi tutta la casa, anche la cucina; devono trattenere e respingere i tedeschi. Hanno il n° 58 e sono guidati da un generale, un bel tipo di uomo energico e ardito. Nonostante il freddo rigidissimo fanno le abluzioni di rito, accendano dei fornelli e la per il giardino, si scaldano brocche e secchi d’acqua, si spogliano e se la gettano addosso. Sono molto sudici. Seguitano a venire profughi, questa sera sono arrivati i signori Verzani, compreso il dottore e abbiamo passato una nottata di angoscia. Al mattino del 28 sono tutti partiti per il Borgo, è rimasta la signora Onorina con l’Anna.

10 gennaio 1945
Sono partiti gli indiani e sono venuti gli americani. Vi sono 2 colonnelli e vari ufficiali bianchi, gli attendenti ed i cuochi e gli sciafer sono neri. Hanno occupato tutto il piano terreno, le cantine e 3 camere al primo piano. Appartengono N° 365-inf C.P.

14 gennaio 1945
Domenica: in cantina, un cappellano ha celebrato la messa per i protestanti, con canti accompagnati dall’armonium ed una gran predica. In chiesa vi è stata la messa dei cattolici.

15 gennaio 1945
Oggi nel pomeriggio, ci hanno obbligato a stare tutti noi civili, nel piano superiore, fino al loro ordine, Non si poteva scendere, dev’essere venuto qualche pezzo grosso. Ho cominciato la lezione di italiano a Paris, il segretario del colonnello Armstrong (braccio-forte) un giovane nero, della Florida, cattolico, che dimostra poco più di 20 anni.

23 gennaio 1945 Martedì E’ venuto un generale in ispezione e ci hanno nuovamente obbligato a non scendere dal piano superiore. Tutto bianco dalla neve. Splendida la campagna così candida. Signore, fate bianche anche le anime nostre. Alle 14 un cappellano cattolico nero ha celebrato la s: Messa, noi l’abbiamo ascoltata.

25 gennaio 1945
E’ tornato da Roma il mio scolaro  Paris  e subito mi ha espresso il desiderio di ricominciare il suo studio in lingua italiana, ma con l’italiano della strada  dice lui, voglio imparare il vero italiano secondo la grammatica. Venne in Italia in 29 ottobre scorso, conosce il Francese, sa suonare il pianoforte ed è molto studioso.

7 febbraio 1945
Improvvisamente è arrivato l’ordine di partenza, ufficiali e soldati hanno un gran da fare per allestire le loro cose e per caricarle sui camion. Paris dispiaciutissimo, ci ha salutato commosso, promettendoci di scriversi dalla Florida. Il tenente Tamson ha portato un interprete per ringraziare a nome di tutti, la signora  Pacini delle gentilezze ricevute. Erano alla villa dal 10 gennaio ed appartenevano alla 92° divisione detta del “Bufalo”


9 febbraio 1945
E’ da lunedì che il cannone romba quasi ininterrottamente, causando la rovina di tanti paesi e la morte di tanta gente. Si sa che gli alleati progrediscano: hanno preso il Lama, Castelvecchio e Gallicano. Per sbaglio hanno bombardato Valico. Si è sentito più volte il rumore sinistro degli aeroplani  e il fischio dello sganciar delle bombe. Com’è terribile la guerra. E’ arrivato Alfredo cognato di Ida, un combattente  ritornato da tanti mesi per rivedere la sua famiglia; la moglie e figli, ma non può proseguire il viaggio perché è proibito andare a Castelnuovo. Il poveretto è esasperato. Stamani è tornato il colonnello Armtrong ed ha fatto scrivere sulla porta d’ingresso “Reserved Eor HQRS 365-L.N.F. “ Ha detto che stavano bene e vogliono tornarvi. Occupavano tutta la villa, a noi non avevano lasciato che la camera della signora e la sal da pranzo che serviva per dormitorio a tutti i familiari e l’uso della cucina.

27 febbraio 1945
Ma non sono tornati. Dicono che sono stati mandati sul fronte di Bologna. Vennero domenica vari ufficiali inglesi restarono molto soddisfatti della casa, vi portarono vari oggetti ed uno vi ha dormito tutte queste sere, ma stamani è partito portando via tutto.

3 marzo 1945
Hanno messo davanti al cancello un ufficio di controllo. Due militi della polizia americana neri, Lu Shy(Lio Scial) e Roberto Bobinson, vi lavorano con molto impegno. Esaminano ogni camion, ogni vettura, ogni privato e se qualcuno ardisce reagire, guai. Lu Shy è terribilmente severo con tutti, mette al muro soldati e civili e ce li lascia per ore. Tutti e due dormono qui e quasi sempre ci mangiano. Con noi sono rispettosissimi e gentili. Stamani ha fatto scendere da un camioncino 5 persone e le ha messi al muro. La signora Anna vi ha conosciuto un giovane suo amico. Ha chiamato Lu Shy  e gli ha detto: “quello essere mio amico, mandalo via” Lu Shy  ha preso bruscamente il giovane l’ha portato davanti alla signorina Anna e dli ha detto: “tu conosci?” “si, si molto e in quel momento è arrivata la signora Onorina e ha abbracciato il giovane. Lu Shy ha guardato e poi ha detto: “Ringraziare signorina e via vai”

4 marzo 1945
Lu Shy è d’una vivacità straordinaria, scherza volentieri. Stamani mostrandoci l’M e P stampati sul suo berretto diceva “Molto pazzo-molto pazzo-No dico io- Molto paziente- ma non capiva paziente: Gliel’abbiamo  fatta capire col vocabolario ed allora incrociando le braccia in atto d’abbandono ha detto-così no, inerte no, anzi molta destrezza nel vostro ufficio ma non eccedere mai- Ochey-Bene-Bene, molto pazzo e rideva mostrandoci i suoi bellissimi denti.

5 marzo 1945 Ci è giunta la triste notizia  che il babbo di Ida è stato ucciso da una cannonata, in un momento che era uscito dalla galleria dov’era rifugiato con la famiglia, per spezzare le legna e con lui sono morte altre tre donne. E continuamente si ripetono questi tristi fatti. Cannonate che arrivano e che partono, tetti scoperchiati, case schiacciate e gente uccisa. Che desolazione! Castelnuovo, Campo, Gallicano, Bolognana, Barga, Molazzana, Brucciano, Castelvecchio, Cascio, Monte Perpoli, Fiattone, Sommocolonia, Treppignana e Riana , tutte o in gran parte distrutte e la povera gente profuga per il mondo in cerca di pane e di tetto. Quanto dureranno ancora queste tristi cose?.

7 marzo 1945
 E’ partito Lio, andrà a casa sua, in America, per una licenza di 3 mesi. Anche lui ci ha salutato commosso. Al suo posto è venuto un altro soldato nero Roosewel, grande  come un colosso.

8 marzo 1945
E’ tornata Mariuccia col marito e con le figlie, le care piccine Orietta e Gabriella, vengono da Treppignana, dopo aver passato cinque mesi in una cantina. Nel passare il fronte sono state prese dalle sentinelle americane e mandate a Viareggio per lo smistamento, poi a Lucca per essere interrogate e dopo 3 giorni, finalmente, sono potute tornare qui dalla nonna e da noi che tanto le aspettavamo.

9 marzo 1945
Questa sera è arrivato un drappello di soldati inglesi, sono stanchi ed hanno chiesto di essere alloggiati. Si sono scelte due stanze al pianterreno. Due di loro sono di un’altezza straordinaria, uno invece è piccolo come un ragazzo. Non capiscono l’italiano e ci hanno fatto dire da un interprete che  sono 18 mesi che sono in  Italia, non desiderano imparare la nostra lingua, ma solo tornar presto alle loro famiglie.

12 marzo 1945
E’ partito Roosewel ed i suoi compagni, hanno trasportato il blocco della polizia a Fornaci di Barga.

14 marzo 1945
Questa notte poco prima dell’una, si sono sentiti gran colpi alla porta. Consalvo ha aperto; sono arrivati una trentina di americani bianchi della divisa del “Cavallo alato nr° 597” con tanti camion, carri armati ed anche un cannone. I soldati hanno occupato tutte le stanze libere e l’ingresso. Stamani è un passare continuo di camion e di carri armati , alcuni vanno verso il fronte ed altri tornano in giù. Non si sa che cosa sia e che cosa avverrà.

17 marzo 1945
Sono partiti gli americani e subito sono venuti gli inglesi in buon numero. Nella rimessa hanno fatto deposito di viveri, nel viale cucina, in casa sala da pranzo per gli ufficiali e camere da dormire. Appartengono anche questi alla divisione del Cavallo alato-nr° 339, prendono il tè cinque volte al giorno.

18 marzo 1945
Tristi conseguenze della guerra, in una casa di Ghivizzano alto, questa notte è entrato un moro, ha ferito gravemente una ragazza di 16 anni ed ha ucciso il di lei fratello, un giovane di 20 anni. Andando alla messa ho incontrato un loro fratello più piccolo che piangeva ed ho visto sul terreno delle macchie di sangue. Che orrore. Una giovane sposa è impazzita, va per le vie scarmigliata, con gli occhi sbarrati seguita da un codazzo di ragazzacci. Signore abbiate di noi pietà ed abbreviate questi giorni di orrore!

20marzo 1945
Le cucine hanno molto lavoro, vi prendono il cibo una quarantina di soldati. Durante la distribuzione bambini e bambine vengono a prendere gli avanzi dei viveri e bisogna vedere come sorridono al ricevere d’ogni boccone!

21 marzo 1945
Comincia la primavera, ma quest’anno abbiamo goduto una primavera anticipata. E’ stato un febbraio senza pioggia ed un marzo bellissimo. Non ricordo di aver mai visto questi mesi invernali così splendidi di sole, di luce e di tepore. Dietro la villa, i mori hanno impiantato due tende grandissime per farvi i bagni. Con una pompa aspirano l’acqua dal terreno, la versavano  in un gran pozzo, anch’esso di tela fortissima e di lì alimentavano le docce dove centinaia di mori si lavano. Si dice che siano infetti dalla scabbia. Dietro la casa di Nanni, da vari giorni vi hanno trasportati 5 carri armati.

22 marzo 1945
Stasera partono i mori coi carri armati, sono tutti ubriachi e cantano con voci scimmiesche . Uno balla in cima ad un carro e bisogna vedere che elasticità di movenze e che mimica accompagnata dai movimenti delle braccia, della testa e di tutta la persona! La signorina Anna ed io, ci siamo avvicinate ed un negro, molto giovane è venuto vicino a noi ha estratto dal collo una catenella con una medaglia della Madonna contento l’ha mostrata esclamando: Questa, questa mi salverà. Verso le 20 è entrata nel viale una camionetta con due soldati americani bianchi; si conosceva che erano ubriachi. Uno è sceso, è venuto diretto in casa, ha messo un piede sopra una sedia e: “date cognac o grappa. Non ne abbiamo ha risposto la signora Pacini. Si, si voi avere-NO, ha ripetuto la signorina Anna e poi a voi fare male. Tu stare zitta-Cioccola e in così dire le ha gettato un pezzo di cioccolata. Cognac: fare bene, fare ben-Posso darvi un fiasco di vino-Poco, poco ancora uno. Gli hanno dato un altro fiasco, se l’è  preso fischiettando e a testa alta è uscito di casa, è salito sulla camionetta e via.

23 marzo 1945
E’ giunta la notizia che ieri sera, sul ponte di Calavorno, ieri sera, ribaltò una camionetta con due soldati inglesi che avevano due fiaschi di vino. Uno di essi è morto e l’altro è rimasto gravemente ferito. Certo erano quelli che vennero ieri sera in cerca di vino. Quante disgrazie per l’ubriachezza!
Nella rimessa e nel viale ancora  le  cucine e la casa è sempre tutta occupata. Per tutto il paese gran movimento di soldati.

1 aprile 1945
Pasqua santa, ancora di guerra. Si affacciano leggere speranze di pace   ma sono poco credute. Stamani dalle 5 alle 7 e mezzo grande sparatoria verso Gallicano. Si dice vi siano stati molti morti da ambo le parti e siano stati fatti prigionieri 200 soldati italiani e 50 tedeschi. Verso le nove l’ambulanza della Croce rossa ha portato alla casa  di medicazione una donna gravemente ferita alla testa. Si dice che nelle vicinanze di Gallicano  e di Castelnuovo più di 20 paesi sono quasi completamente distrutti dalle cannonate.

13 aprile 1945
E’ giunta la notizia che è morto Roosevelt, il Presidente degli Stati Uniti, da un emorragia celebrale. Stanotte, verso le 2 è cominciata una terribile sparatoria di cannoni, si sentivano i colpi terribili facevano tremare tutta la casa, hanno durato fin verso le sette e arrivavano a Loppia, alle Fornaci  e in Pian di Coreglia. Intanto arrivavano notizie di morti , di feriti e di distruzioni di case. Che desolazione! E in mezzo a tanti guai i soldati fanno veglie da ballo e le leggerissime ragazze vi prendono parte. Pare una cosa impossibile, eppure è vera.

15 aprile 1945
Da oggi è un mese che abbiamo in casa questi soldati e per dir la verità, sono educati e rispettosi. Verso le 13 sono passati centinai di aeroplani: dove andranno?

19 aprile 1945
Stamani nuova terribile sparatoria di cannonate. Forti cannonate tedesche arrivano fino  in Piano di Coreglia. E’ un gran spavento per tutti e molta gente impaurita fugge da questi paesi. La signora Pacini sempre calma. Nel pomeriggio si è saputo che i tedeschi  fuggono e prima di partire sparano i loro cannoni. Intanto altri morti e altri feriti. Faccia Iddio che sia vero!

20 aprile 1945
Si, i tedeschi lasciano proprio la Garfagnana, dice che si siano ritirati sopra Pieve a Pelago. Castelnuovo è liberata, ma è distrutta  e con essa sono rovinati o distrutti tanti e tanti altri paesi, un tempo ricchi e fiorenti.

21 aprile 1945
Partono anche i nostri soldati, gl’ inglesi dal cavallo alato nr° 339, andranno a Poggio, ma hanno scritto sulla porta d’ingresso -RESERVED ROR339- Vogliono tornare in riposo.

27 aprile 1945
I tedeschi proseguono la loro ritirata quasi fuga hanno passato il Po e corrono verso l’Adige, inseguiti dai patrioti che sono molto valorosi.

28 aprile 1945
Oggi ho veduto ciò che in tanti mesi e con tanta gente diversa, non m’era mai accaduto di vedere.  Davanti alla villa si sono fermati 4 carri armati, i mori che li guidavano erano quasi tutti ubriachi, Ad un tratto hanno cominciato ad altercare, alzando la voce e facendo molti gesti. Due mori robusti, hanno tirato fuori dal carro armato un terzo, che si vedeva spaventato, l’hanno trascinato dentro al giardino , fin sugli scalini dell’ingresso di casa. Uno aveva in mano una mazza di ferro, l’altro ha tirato fuori un coltello. La signorina Anna ed io, ci siamo allontanate inorridite, ascoltando ciò che succedeva e chiedendo aiuto a Dio.
Fortunatamente è passata una gip con sopra un tenente, ha sentito e veduto e subito è corso ad impedire il colpo. Ci siamo sentite riavere. Il tenente ha parlato in inglese e non so cosa abbia detto, ma dal tono della voce e dai gesti si capiva che li rimproverava acerbamente. Li ha obbligati a risalire sui carri e li ha fatti partire, seguendoli.

3 maggio 1945
Si sente dire che i patrioti spingono sempre in avanti i tedeschi che si trovano costretti a fuggire. Così Milano, Torino,Genova e tutta l’Italia settentrionale sono liberate. Tutti i volti rischiarano la gioia. Alfredo, Guido, Arturo ed altri uomini che aspettavano di poter raggiungere le loro famiglie, sono partiti per la Garfagnana. Com’erano felici! E’ doloroso però sentir dire, ed è vero, che  i soldati tedeschi, partendo dalla Garfagnana, hanno lasciato il terreno cosparso di mine: ne sono nei campi, per le case, nelle capanne, da per tutto. Ogni giorno si  sentono raccontare graci disgrazie e vi sono molti morti e molti feriti. Così la povera gente non può tornare alle proprie case, ne coltivare i propri campi. Che cattiverie!

7 maggio 1945
Verso le 16 e trenta un allegro scampanio si è diffuso per tutta la valle. Che cos’è? Tutti i tedeschi si sono arresi; è terminata la guerra in Europa. La notizia tanto aspettata ha riempito tutti di gioia e la gente si riversa per le strade e si ferma in crocchi a parlare  con gli amici. Oh...Signore come ti ringraziamo. Facci degni della pace e fa che possiamo goderne i frutti.                                      (Fine)




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