Ricordi dei Terremoti in Garfagnana

 

TERREMOTI IN MEDIA VALLE  E GARFAGNANA


TERREMOTO IN GARFAGNANA DEL 1920


Il 7 settembre 1920 alle ore 7,56 una violentissima scossa di terremoto colpi la Garfagnana. Il terremoto si ripercosse in tutto il centro-nord con una scossa simica di magnitudo 6,48 con epicentro a Villa Collemandina (IX-X grado della scala Mercalli) con 171 morti e 650 feriti e migliaia di persone senza casa.

Il paese di Villa Collemandina fu distrutto completamente e la Garfagnana riportò moltissimi danni.

Tutto incominciò il giorno precedente con una scossa del sesto grado della scala Mercalli alle 16,25 e una scossa del quarto grado della scala Mercalli alle 22,30.

Molti si salvarono proprio perché decisero di dormire all’addiaccio.

La ricostruzione fu lentissima anche perche la Garfagnana si trovò tagliata fuori da ogni via di comunicazione rallentando l’arrivo degli aiuti.

Non si registravano scosse importanti da 80 anni l’ultimo avvenimento significativo nelle Alpi Apuane nel 1837.

Conseguenze a Ghivizzano

Anche nel nostro paese le scosse furono avvertite

molto forti spaventando la popolazione e la gente passò molte notti all’addiaccio in aperta campagna.

Molte case riportarono gravi danni con crepe pericolose nelle mura delle case, che per essere nuovamente abitabili sono state messe in sicurezza rinforzandole con catene per sostenere meglio i muri portanti e se osserviamo bene le case costruite prima del 1920 sui muri hanno sostegni di metallo visibili ancora oggi (vedi foto)

La notizia del grave disastro avvenuto nella Garfagnana mosse alcuni abitanti di Ghivizzano, che dopo aver prestato soccorso nel proprio paese, andarono con i Confratelli della Misericordia in aiuto alla popolazione garfagnina.

Presero il carro lettiga di Raffaelli Iacopino che era il vetturino pubblico, il quali si mise alla guida del carro trascinato dal cavallo.

Con lui vi presero parte insieme al parroco di Ghivizzano don Amedeo Tofani, il capo fila Antoni Armido, Settimo Lucchesi (padre di Agostino Lucchesi), Puccini Virgilio, Pietro Lucchesi e Camilli Simone (nonno di Bellari Giuliano) così il drappello dei ghivizzanesi si porto a Villa Collemandina e insieme ad altri soccorritori, dettero aiuto alle popolazioni colpite portando i feriti all’ospedale di Castelnuovo Garfagnana e seppellendo i morti, così compiendo una grande opera di misericordia volontaria.

La chiesa e le case di Ghivizzano furono restaurate con l’inserimento nei muri di catene grazie all’aiuto del soldati militari italiani.


 

Sacrestia chiesa parrocchiale ultima parte con

muratura diversa causa rifacimento dopo terremoto

Distruzione a Castelnuovo Garfagnana

Particolari catene messe dopo in terremoto del venti

 Chiesa e Campanile distrutti a Villa Collemandina

 





SCOSSA DI TERREMOTO

E ALLARME SISMICO 1985


L’anno 1985 sarà ricordato per un inizio molto difficile per la nostra valle: un freddo intenso, una bella nevicata e una forte scossa di terremoto.

La mattina dell’antivigilia dell’Epifania ci si sveglia con una bella nevicata (16 cm) e con temperatura rigida che ha gelato la neve rendendo difficile la circolazione stradale.

Ma il freddo non da tregua e arriviamo a metà gennaio toccando i meno 22 gradi, primato assoluto mai toccato nei cento anni addietro. ( si ricorda che anche il tradizionale canto della “Befana” per le vie del paese venne prima rimandato e poi annullato definitivamente). Si riscontrano vari danni alle condutture delle acque interne ed esterne delle case e agli impianti di riscaldamento e gravi perdite di piante da frutto, olivi, fiori e verdure nelle stesse serre.

Ma il bello è ancora da venire, infatti la mattina, alle 11,10, del 23 gennaio la terra trema! Una forte scossa prolungata e violenta del 6° grado della scala Mercalli impressiona tutta la popolazione e alla sera, a mezzo dei canali televisivi, il Ministero della Protezione Civile, dietro indicazione dei tecnici geofisici, che prevedono un’ulteriore grossa scossa sismica, avverte la popolazione consigliando di mettersi al riparo nelle 48 ore successive. La gente allarmata lascia le case e si sistema per la nottata nelle automobili, nei piccoli garagi o presso le stazioni ferroviarie dove erano stati inviati treni con carrozze.

Fu approntato un centro di protezione civile operativo presso

l’ufficio comunale in via Nazionale con in testa il sindaco Poli Nedo per poter aiutare il più possibile chi si trovava nella necessità, mentre presso la scuola media operava un reparto di militari dell’esercito italiano.

Per fortuna passarono le 48 ore senza problemi e tutti rientrarono nelle proprie case.

Questa preventiva mobilitazione voluta dal Ministero della Protezione, guidato dal dott. Zamberletti, è scattato per la prima volta nel mondo ed è stato oggetto di osservazione perfino da una equipe di studiosi giapponesi venuti a Ghivizzano.


UN SUSSULTO SPAVENTOSO


Al termine delle festività, la sera dell’Epifania il 6 gennaio 1969 una forte scossa di terremoto gettava il paese nella paura e nello spavento.

Erano le 23,05, dopo un boato spaventoso tutto si è mosso sotto i piedi in un pauroso ondeggiamento per 5 secondi.

Diverse persone erano già a letto e altre davanti alla televisione ad assistere a “Canzonissima”; Tutti si sono riversati nelle stradee nonostane il freddo intenso per lunghe ore hanno atteso all’aperto, temendo il ripetersi di scosse più forti.

Grazia a Dio, nulla di simile si è avverato e la popolazione fattasi coraggio è rientrata nelle case.

La terra ha tremato nuovamente alle prime ore del giorno 7 gennaio dopo 5 ore dalla scossa fortissima , ma è stato un movimento lieve e da pochi avvertito.

Chi ricorda il terremoto del 1920, che fece tremare tutta la Garfagnana, ha detto che la scossa è stata di intensita poco inferiore anche se questa volta non si sono registrati danni almeno nella nostra zona. Tanta paura ma nessun danno alle cose..solo raffreddori e bronchiti conseguenza del freddo intenso della notte.


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Venerdì 25 gennaio 2013 alle ore 15,48 forte scossa di terremoto 4,8 della scala Richter con epicentro registrato sulle nostre montagne nell’Appennino Tosco-Emiliano. La scossa è avvenuta a una profondità di 15 km ed è stata avvertita sia in Toscana che in Emilia Romagna.

Il sisma sussultorio fortunatamente non ha recato danni a persone e non vi è stato nessun ferito.

E seguito ppoi uno sciame sismico di una centinaio di piccole scosse di bassa intensità e una replica nella notte del 31 gennaio di magnitudo 3,3 con epicentro nei pressi di Fosciandora.

La Protezione Civile di Roma fa circolare a notizia di possibili future scosse e la popolazione decide di passare la notte in macchina o ai piani più bassi pronti a fuggire in caso di necessità.

Per questo terremoto il Genio Civile di Lucca, dopo un sopralluogo, dichiara inagibile la scuola elementare “G.Puccini”

in Piano, che viene chiusa e il Sindaco Amadei Valerio trasferisce la scuola elementare nel plesso della scuola media che riprende l’attività didattica dal 4 febbraio.


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