Ghivizzano

IL CASTELLO DI GHIVIZZANO

Chi osserva il paesaggio risalendo da Lucca la Valle del Serchio nulla scopre di più caratteristico che la sagoma di questo antico castello sopra un colle a guardia della valle e segnato, a levante, dalla torre massiccia e a ponente, dal profilo merlato del campanile ricostruito nel secolo scorso (1857).
L'origine del paese risale ai tempi dell'occupazione dei Liguri-Apuani a cui si contrapposero i Romani avanzati da Lucca (239 a.C.). I nomi stessi del nostro e paesi vicini (Gallicano, Gioviano, Lucignana, Coreglia, Tereglio, ecc.) denunziano l'origine romana.
Dai documenti scritti dell'alto medio evo si può trarre una storia lacunosa basata su carte notarili o diplomi di sovrani che consentono soltanto congetture o ipotesi dubitative sulle reali condizioni di vita degli abitanti. Interessano il nostro paese due carte del sec. X, conservate nell'archivio arcivescovile di Lucca e trascritte, insieme a molte altre, da Domenico Barsocchini, abate e accademico lucchese. La prima è un allivellamento (contratto d'affitto) di una casa appartenente alla pieve di Loppia con annessi terreni, fatto dal Vescovo di Lucca Teudogrimo a un Giovanni del fu Rodilando con le decime dovute a detta chiesa dalle ville dipendenti (seguono 28 nomi di paesi tra i quali "Glavezzano").
Il documento reca la data dell'anno 983 d.C.
Nell'anno 994 un altro Vescovo di Lucca, Gherardo, concesse in feudo a Rodilando di Giovanni una corte di dieci case massericie sempre della pieve di Loppia con le decime dovute da 27 ville (paesi) tra le quali "Glavezzano", Intorno a questo nome uno studio di Silvio Pieri sulla toponomastica delle valli del Serchio e della Lima, prova che Ghivizzano deriva da Clavidianu, a sua volta da Clavidius, nome latino da cui Glavezzano.
La famiglia dei Rolandinghi, longobarda, fu sostituita nel potere sul territorio di Coreglia e Ghivizzano dai Bizzarri che poi cedettero, in un tempo non accertato, agli Antelminelli, famiglia lucchese. Questa mantenne i diritti feudali sulla zona, come vedremo, con difficoltà. Giovanni Sercambi, notaio e storico lucchese del tempo di Paolo Guinigi (prima metà del sec. XV) dalla sua "Cronica" ci fa sapere che nell'anno 1171 di Gennaio i lucchesi presero Ghivizzano e arsero Calavorno.
Foto Pietro F.

Salvatore Bongi, direttore nell'800 dell'Archivio di Stato lucchese, nel secondo volume del suo "Inventario" scrisse che gli Antelminelli (cioè "i cattani" o feudatari del luogo) dovettero spesso difendere i loro diritti su Coreglia e Ghivizzano e dividerne il possesso alternativo col Comune di Lucca nei secoli XII e XIII. Tali assedi ed espugnazioni che con alterna fortuna fecero passare di proprietà il castello, avranno sicuramente provocato più di una demolizione e ricostruzione delle mura del castello e della torre, che ancora oggi domina la sommità della rocca.
  


LA ROCCA E LA TORRE


In un castello medievale la parte più alta e meglio difesa è chiamata "Rocca". Questa di solito è la residenza del signore circondato da una guarnigione di difesa militare. Più in basso si allineano le abitazioni del popolo (castello). Della regola ancora oggi da un tipico esempio il paese di Ghivizzano. 
La torre quadrata (metri 8 di lato, altezza 25 metri) è divisa in tre grandi stanze sovrapposte, il primo e il secondo piano ricevono luce da finestre con arco a tutto sesto (romanico). 
Il caso di torri con finestre accessibili dal piano interno è piuttosto raro nell'architettura delle torri medioevali e la nostra fa pensare sia stata destinata dall'intenzione del committente a torre di abitazione e, a un tempo, di difesa del castello.
Una lettera spedita da Ghivizzano da Landuccio Menabuoi al suo signore in Lucca, Paolo Guinigi, il primo settembre 1410 avvisava: "A fine settimana sarà pronto il restauro del palazzo della Rocca e delle camere della torre". La notizia avvalora, sembra, la congettura. La torre a ponente è collegata da un originale muragliene col fianco nord della chiesa parrocchiale lungo circa 100 metri, oltre il quale dirupa una selva chiamata "Poggione". Le altre mura del castello, ancora riconoscibili nella forma a scarpa, furono in epoca successiva adoperate come fondamenta esterne delle case sorte sulla linea perimetrale.
Quando si indica la torre se ne attribuisce la costruzione a Castruccio Castracani degli Antelminelli (1281-1328). Così si esprimono i cartelli turistici. Succede quando una persona della storia acquista fama popolare, diviene cioè personaggio, gli si attribuiscono opere (colpe o meriti) non sue. Succedono ancor oggi casi di fama usurpata. Pertanto quando si dice o si scrive "Torre di Castruccio" sarà meglio pensare a torre fatta restaurare dal grande condottiero, poiché l'archeologia assegna la costruzione al secolo XII e XIII e in tal caso bisogna risalire agli antenati, sia pure di Castruccio.

LA CHIESA DELLA ROCCA

Particolare degli archetti di gronda dell'antica fabbrica della chiesa
La parte sud della rocca è coperta dalla chiesa col suo campanile. Finché il castello di Ghivizzano conservò il carattere di fortezza militare, la funzione di chiesa parrocchiale spettò all'attuale oratorio di Sant'Antonio Abate, meglio riparato dalle offese d'un assedio. 
Il caratteristico "Scaleo"
per l'accesso alla chiesa parrocchiale
Ma con la scoperta delle armi da fuoco le difese dei castelli tramontarono rapidamente e sul finire del '500 l'Uffizio delle fortificazioni della Repubblica di Lucca ritirò le sue guarnigioni e offrì in affitto a privati cittadini, e anche in vendita, le rocche e ogni altro immobile militare di sua proprietà.
Intanto la popolazione del paese era cresciuta e non potendosi ampliare la chiesa di SantAntonio, assediata dalle case d'abitazione, si pensò dai sette conservatori della comunità di rivolger domanda alla repubblica lucchese di poter utilizzare la chiesa della rocca che avrebbe consentito un convenevole ingrandimento. La domanda, inviata nel 1774, ottenne risposta favorevole il 18 marzo 1777. 
Il Campanile e e l'entrata laterrale
della Chiesa  Parrocchiale
I lavori con la partecipazione gratuita dei paesani (le cosiddette opere in natura obbligatorie) ebbero rapido compimento e così fu ancora decretata la cancellazione della genuina impronta romanica della chiesetta della rocca. Ma due tracce sono rimaste ad aiutare la fantasia di coloro che volessero ricostruire il suo antico aspetto.
Il turista potrà notare sul fianco sud della chiesa, cominciando dal campanile una fila di archetti ciechi consueti nelle chiese romaniche come decorazione della gronda (attualmente gli archetti sono rimasti isolati dalla gronda poiché la chiesa, con un secondo intervento nell'anno 1885, venne alzata, scomparve il soffitto a capriate, sostituito con volta a botte), all'imposta dei quali si vedono scolpite delle teste presenti in moltissime altre chiese della campagna lucchese e del duomo di Lucca.
La seconda traccia, che fa ancora fede delle piccole dimensioni, si scopre nell'abside ancora visibile entrando da una porta sotto il piano dell'attuale pavimento della chiesa, ovviamente rimane
soltanto la base. Dell'interno, trascurando gli abbellimenti recenti, segnaliamo nel coro un conservatorio per gli oli santi, di marmo con decorazioni di stile rinascimentale e porticina di ottone traforato. Non si conosce l'autore, risulta però che di simil fattura si trovano altri conservatori in chiese della lucchesia.
Iscrizioni che figuravano sui bordi delle lapidi a memoria delle salme della moglie Giovanna e del figlio Filippo di Francesco Castracani, rinvenute nel manoscritto 1016 della biblioteca governativa di Lucca di B. Baroni ( 1725-1780).
Per Giovanna: "Sep. Nobilis Giovarmele uxoris nobilis comitis nobìlis Francisci Castracanis quae obiit A.D. MCCCXXXVI. Cuius anima hic requiescat in pace". (Sepolcro della nobile Giovanna moglie del conte Francesco Castracani che morì nell'anno 1336; la cui anima qui riposi in pace).
Per il figlio Filippo: "Hic iacet Philippus filius Francisci comitis Coreliae qui obiit A.D. MCCCXXXXVIJ Die XXI mensis augusti". (Qui giace Filippo figlio di Francesco conte di Coreglia che morì l'anno del Signore 1347 il giorno 21 del mese di agosto).
L'organo all'interno della chiesa parrocchiale,
inaugurato nell'anno 1958

Il campanile visto dal sagrato della chiesa
Sull'attuale pavimento della chiesa, rifatto come indica la data alla porta d'ingresso di fondo, nel 1885, figurano ricollocate due lapidi sepolcrali le cui iscrizioni perimetrali, ormai quasi cancellate dal paesaggio della gente, indicano la sepoltura della moglie del signore del luogo Francesco Castracani, Giovanna e del figlio Filippo: la prima morta l'anno 1336, il secondo l'anno 1347. Conosciamo le iscrizioni perché trascritte e tramandate in un manoscritto della biblioteca governativa di Lucca con il titolo "Iscrizioni delle chiese di Lucca" raccolte da B. Baroni (1725-1780).

CHIESETTA DI SANT'ANTONIO ABATE

Prima era dedicata a San Matteo e tale nome risulta in un documento dell'anno 1660, in un altro del 1696 (visita pastorale del card. Fr. Buonvisi) è nominata di Sant'Antonio. Ha un unico altare con un quadro di quattro figure di santi, dai cui simboli, secondo la iconografia dei pittori, si riconoscono san Lorenzo, san Pietro, san Paolo e sant'Antonio Abate.
Facciata della chiesetta
di Sant'Antonio Abate
Vi sono collocati due fonti battesimali, il più antico è a pozzo di marmo per il battesimo a immersione e risale all'anno in cui il Vescovo di Lucca B. Manni concesse alla parrocchia il privilegio del fonte (1445). E' di forma ottagonale, alto un metro con m. 1,10 di diametro, ha un coperchio di legno. Gli otto specchi esterni sono decorati di simboli tra cui lo stemma dei Noxi o Nuti che dettero origine ai Ghivizzani iscritti nella nobiltà lucchese con diritto d'accesso alla elezione di anziani della repubblica. In questo fonte a pozzo si benediceva l'acqua nel rito del sabato Santo a cui partecipavano tutti i parroci della zona.
'Il fonte battesimale a Pozzo (sec. XV)
Il fonte, fissato nel muro della parete destra entrando, serve per l'amministrazione del battesimo e consiste in una pila di marmo divisa in due cavità con coperchio di legno protetto da lamiera di zinco. Reca la data del 1790. Degna di nota la vasta cornice di pietra serena (m. 2,20 x m. 1,70) con decorazioni e fregi ed una iscrizione in parte consunta con la data 1575 "Vi. P. Cast. Ret." Iniziali che completate rivelano il nome del rettore pro tempore della parrocchia di Ghivizzano, cioè: "Vincenzo Pierotti da Castiglione Rettore". E infatti figura primo nell'elenco dei parroci dall'anno 1554 al 1589.


LA PORTA DEL CASTELLO E VIA SOSSALA

La porta del castello 
con la facciata del palazzo Ghivizzani
Scendendo ancora per una trentina di metri si esce sopra una piazzetta prospiciente la porta ad arco dell'ingresso al castello. Essa è protetta da una loggetta di colonnine panciute di pietra serena. Tra l'arco e la loggia è ancora visibile una pittura murale ormai svanita ma sicuramente di carattere sacro, forse celesti protettori.
Sulla destra, appena entrati, parte una strada coperta di volta lunga quanto l'ampiezza del palazzo Ghivizzani, acquistato all'inizio di questo secolo dal vescovo di Fiesole mons. Camilli e donato poi al paese.
Via Sossala
Sulla facciata di fianco alla chiesa di S. Antonio i paesani riconoscenti nell'anno l911 vollero innalzargli un monumento con sotto riportata un'epigrafe sulla quale si può leggere l'intenzione del benefattore.
La strada sotto fornice, che poi allo scoperto raggiunge la parte opposta del castello, dando accesso alle case interne della parte bassa, è chiamata "Sossala", cioè "sub sala" intendendo quelle ampie stanze del palazzo soprastante. Chi la vede resta particolarmente sorpreso per l'aspetto di camminamento segreto con finestre derivate da antiche feritoie per l'appostamento dei balestrieri quando il castello funzionava da fortezza.
Fontana nella via David Camilli













LO STEMMA DEL PAESE

Abbiamo posto accanto le riproduzioni dei due stemmi della famiglia Nuti (Noxi) e della famiglia Ghivizzani. Questa è stata ripresa dal "Libro d'oro" della nobiltà lucchese, rifatto e aggiornato al tempo del ducato di Carlo Lodovico di Borbone (1824-1847) dopo quello originale del 1628 pubblicato per decreto degli Anziani, col quale si concedeva a duecentoventiquattro famiglie il diritto di partecipare al governo della repubblica. Tra questi nomi figuravano quelli dei Nuti e dei Ghivizzani. Le due insegne dimostrano che i secondi sono derivati dai primi.
L'abate Domenico Barsanti (Pantheon delle famiglie patrizie di Lucca, manoscritto dell'anno 1886 in A.S.L. (Archivio di Stato - Lucca), ci fa sapere che intorno al 1553 un Giovanni di Tommaso da Ghivizzano si fece chiamare "Ghivizzani". Così i Nuti che a Lucca tutti ormai dicevano "da Ghivizzano" modificarono il loro cognome originale. Analogamente modificarono lo stemma dei Nuti (v. foto) diviso orizzontalmente in due campi: sopra il leone e sotto bande bianche e azzurre verticali. I Ghivizzani aggiunsero nella loro arma, divisa in tre campi, l'aquila imperiale in campo lungo, come diritto acquisito con privilegio concesso da Federico III imperatore della casa d'Asburgo (1439-1493) nell'anno 1469 a Pietro di Giovanni di Pietro Nuti da Ghivizzano e a tutti i suoi discendenti.
Dello stesso stemma si fregia il paese di Ghivizzano.



MADONNA DELLA NEVE

Sulla strada che a sud del paese sale verso il castello, si incontra in località Pianezzori la Chiesina della "Madonna della Neve".
All'inizio era una struttura aperta che fungeva da ospitale per i pellegrini, come indicano gli archi primitivi alla sinistra dell'entrata. Nel 1660 per volontà del popolo di Ghivizzano, la costruzione fu ampliata e trasformata in un grazioso tempietto con l'aggiunta di un'ampia loggia coperta, all'ingresso esterno.
La chiesa fu dedicata alla Madonna della Neve a rievocazione di un evento miracoloso, avvenuto nel 352 d. e., sul colle Esquilinio di Roma, dove la Vergine Maria fece nevicare il 5 agosto per indicare il luogo dove doveva essere costruita la Basilica di Santa Maria Maggiore.
Nell'anno 1998, il tempio Mariano di via della Madonna, ha ricevuto sostanziali opere di consolidamento e restauro artistico che riqualificano l'antico cimelio.
Una targa marmorea, posta all'ingresso, attesta il munifico dono per i restauri, della famiglia di Eni Poli Bellandi, alla sua memoria.

L'interno della Chiesina della
"Madonna della Neve"
(foto Pietro Frediani e Francesco Bellari)

ESPANSIONE DEL PAESE 
NELLA VALLE SOTTO IL CASTELLO 

Nel tardo '500 il castello e la rocca furono riconosciuti dall'"offizio delle fortificazioni" della Repubblica di Lucca privi d'interesse militare e se ne trascurò la manutenzione: conseguenza della dotazione agli eserciti delle armi da fuoco. Le mura stesse del castello servirono per la costruzione delle case esterne e si cominciò a costruire anche fuori le mura.
Alcune di queste case più antiche sono ancora visibili sul "Borgo", "In Piano" e "Alla Casetta", cioè sulle pendici del colle, ma poi si cominciò a popolar la pianura del fondovalle, la quale si arricchì particolarmente di case lungo la nuova rotabile Fornoli-Castelnuovo costruita negli anni 1810-14 quando in Lucca regnava Elisa, sorella di Napoleone Bonaparte, insieme al marito Felice Baciocchi.
A quel gruppo di case, dove attualmente risiedono i 4/5 degli abitanti, venne esteso il nome di "Osteria" dal nome d'un primo o tra i primi fabbricati sorti al servizio degli ospiti di passaggio. Questo Borgo col tempo costituì, cancellandolo dal castello, il centro del paese.
Lo prova la costruzione della nuova chiesa del Sacro Cuore nell'anno 1930, benedetta e inaugurata dall'arcivescovo di Lucca mons. Torrini nei giorni 24 e 25 gennaio 1931, conta poi, la scuola media, l'ufficio postale, la banca, gli esercizi commerciali, l'ufficio per il turismo-punto informazioni, un centro di documentazione della Comunità Montana, il rinnovato edificio degli uffici distaccati del Comune, la stazione ferroviaria ed il nuovo "Centro Parrocchiale".
Panorama del Paese (foto Pietro Frediani)


IL CENTRO PARROCCHIALE

Agli inizi dell'anno duemila una imponente costruzione è sorta nelle adiacenze della Chiesa del Sacro Cuore in Via Nazionale: il Centro Parrocchiale.
Il moderno e funzionale edificio è venuto a soddisfare le necessità di locali per lo svolgimento delle attività pastorali proprie dell'ampia comunità religiosa di Ghivizzano e all'occorrenza in aggregazione con quelle di Piano di Coreglia e Calavorno.
Esterno del Centro Parrocchiale (foto Pietro Frediani e Francesco Bellari)
Inoltre la struttura ben ampia e funzionale consente al suo interno anche lo svolgimento di attività di carattere ricreativo, sociale e culturale.
L'edificio ha una superficie di mq. 900 su tre piani:
Piano terra: Salone "Giovanni Paolo II°" per giochi ragazzi, feste per ricorrenze comunitarie e familiari.
Primo piano: Salone "Mons. A. Tofani", con palco — auditorium per manifestazioni sociali, teatrali, festa anziani, canore, convegni. Annesso archivio parrocchiale e biblioteca "Canonico Stefano Antoni".
Piano secondo: Aule per il Catechismo, saloncino per riunioni, aule per Musica e Canto Corale, aule per il locale periodico "Terra Lontana".
L'inaugurazione del Complesso Parrocchiale è avvenuto il 9 giugno 2002 con la partecipazione di tanta folla e dall'Arcivescovo di Lucca, Mons. Bruno Tommasi.
L'Amministrazione della Parrocchia di Ghivizzano esprime un doveroso ringraziamento agli artefici e sostenitori della grande e utilissima opera realizzata.
Il ringraziamento è rivolto alla Conferenza dei Vescovi Italiani in Roma per il sostanzioso aiuto finanziario con i proventi da fondi dell'8 per mille nella dichiarazione dei redditi, alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, alla donazione della Soc. S.C.A Packaging Italia ai fondi della Parrocchia di Ghivizzano, al sostegno amministrativo della Curia Arcivescovile di Lucca, al sostegno amministrativo - burocratico dell'Amministrazione Comunale, alla disponibilità ed impegno dei tecnici progettisti, alle opere in lavoro e finanziamento di molti volontari della parrocchia di Ghivizzano.
Le attività in svolgimento nel Centro Parrocchiale, nei vari settori, fin dall'inizio, sono risultate molto intense e partecipate da tanto popolo, non soltanto della comunità di Ghivizzano, ma anche di Piano di Coreglia, Calavorno e di altre della zona, riscuotendo l'unanime gradimento ed ammirazione.

Salone "Mons. Amedeo Tofani"
(foto Pietro Frediani e Francesco Bellari)


MANIFESTAZIONI

PRESEPE VIVENTE

L'appuntamento fisso che precede le festività Natalizie nel Paese di Ghivizzano, è il Presepe Vivente. Nato dall'idea di alcuni ragazzi allora diciottenni, nell'estate del 1993 si iniziò a parlare della possibilità di far rivivere nel borgo antico di Ghivizzano una rappresentazione sacra, appunto quella del Presepe Vivente.
Quest'idea fu proposta al Gruppo Ricreativo Parrocchiale che da subito ci sostenne con entusiasmo, coinvolgemmo poi le persone residenti a Ghivizzano alto che, subito gentilissime, offrirono la loro disponibilità e anche le cantine necessarie per ricreare quegli ambienti unici nel loro genere e passando di parola in parola tutto il paese intero si volle unire all'impresa.
A distanza di parecchi anni i numeri dicono che il nostro paese è associato ad uno dei presepi più belli della provincia di Lucca e non solo, e la soddisfazione per tutto quello che è stato fatto ci auguriamo sia da motore per il futuro della nostra manifestazione.
L'interessamento negli ultimi anni anche da parte dei quotidiani e delle reti Televisive (Noi TV e Rai Tre) sono la testimonianza dell'ottimo lavoro svolto.
Concludendo questa breve cronistoria non resta che dare appuntamento a tutti nel borgo di Ghivizzano Castello per immergersi nella stupenda atmosfera che questa manifestazione ogni anno ci propone.

(foto Mauro Mattei)

INSIEME SOTTO LE STELLE

In due sabato sera non consecutivi del mese di Luglio si svolge  da oltre venticinque anni lo spettacolo "Insieme sotto le Stelle" organizzato dal Gruppo Ricreativo Parrocchiale. 
Uno spettacolo di arte varia che vede salire sul palco "artisti" di tutte le età, che con canti, balletti e scenette fanno trascorrere due ore e mezzo circa, di sano e allegro divertimento al pubblico che ogni anno è sempre numerosissimo. 
Questo spettacolo nato in maniera molto semplice, ha raggiunto negli ultimi anni un buon livello tecnico, divenendo l'appuntamento di rilievo nel calendario delle manifestazioni estive del nostro paese..

FESTA DEGLI ANZIANI

Altro importante appuntamento organizzato dal Gruppo Ricreativo Parrocchiale nel mese di Maggio è la Festa degli Anziani. E' la sala-teatro "Don Amedeo Tofani" del Centro Parrocchiale a fare da cornice a questa giornata che ha come obiettivo, festeggiare proprio gli anziani della comunità parrocchiale di Ghivizzano, Piano di Coreglia e Calavorno.
Vengono infatti premiati, il più anziano e la più anziana e altri riconoscimenti per il raggiungimento dei 90 anni ed oltre. Da qualche anno si sono uniti come sostenitori di tale evento, la Provincia di Lucca, la Comunità Montana, il Comune di Coreglia Antelminelli e la Federazione Nazionale Pensionati CISL-Mediavalle

TRADIZIONALE 
"CANTO DELLA BEFANA"

Ogni anno la sera del 5 Gennaio si svolge il tradizionale Canto della Befana per le vie di tutto il Paese.
Verso le 19.30 i sei gruppi "attrezzati" di Befana e cantori partono per bussare di casa in casa portando allegria e gli auguri per l'anno nuovo, oltre ai regali per i più piccoli.
Questa serata è molto attesa proprio dai bambini che trepidanti attendono dietro le finestre l'arrivo dell'amata e temuta Befana.
Il Gruppo Ricreativo Parrocchiale, che da oltre 20 anni organizza questa serata, raccoglie i fondi da destinare in vari progetti a favore della Parrocchia e raccoglie anche moltissimi generi alimentari che vengono devoluti ad istituti di beneficenza.

NORCINI A CASTELLO

Nella suggestiva scenografia del Castello di Castruccio Castracani si svolge da diversi anni la festa dei "Norcini a Castello", organizzata dalla Comunità Montana della Media Valle del Serchio, dal Comune di Coreglia Antelminelli, dallo Sloowfood Garfagnana e Media Valle del Serchio, ed è inserita nel calendario delle manifestazioni "Ponti nel Tempo" che ha lo scopo di promuovere e riscoprire i sapori di un tempo.
I visitatori potranno apprezzare le degustazioni dei prodotti tipici dell'arte del norcino e tutto il fascino che questo antico mestiere porta con sé. Il tutto accompagnato dal buon vino delle colline Lucchesi e di Montecarlo. Durante la giornata a rendere ancora più speciale l'atmosfera ci pensano il Gruppo Storico di Ghivizzano e i "Mestieranti di Buonvisi" che ripropongono antichi mestieri medievali, giochi e la visita guidata al Paese.
Possiamo dire che Norcini a Castello è un...gustoso appuntamento a cui vale la pena essere presenti.


TERRA LONTANA
(l'eco di Ghivizzano ai Quattro Venti)

Due parole vogliamo spenderle anche parlando del nostro "Terra Lontana", un giornale nato circa 40 anni fa. 
All'inizio era solo un bollettino Parrocchiale, il cui scopo principale era mantenere un legame con quei paesani che, dopo la fine della seconda guerra mondiale, erano emigrati in paesi lontani, in cerca di lavoro e di un po' di fortuna.
Con il passare degli anni, grazie al lavoro di parecchie persone, che nel tempo si sono avvicendate, la pubblicazione di "Terra Lontana" è proseguita, assumendo forme via via migliori, fino ad arrivare ai giorni nostri, quando la "veste" si è ancora una volta rinnovata.
Raccontando gli avvenimenti più importanti, non soltanto di Ghivizzano, ma anche dei centri limitrofi, crediamo di poter contribuire a realizzare una maggiore coesione tra gli abitanti dei nostri piccoli borghi, nella speranza di limitare la tuttora frequente tendenza ad interessarsi soltanto delle questioni di paese, chiudendosi alle opportunità di incontro e scambio.
Manifestazioni della nostra zona, Vita Parrocchiale, Cucina, Foto Storiche, Attualità, Notizie e Curiosità sono solo alcune delle rubriche che potrete trovare all'interno del nostro giornale, che conta tre uscite annuali. 
Naturalmente Terra Lontana non sarebbe sopravvissuto in tutti questi anni se non avesse potuto contare su un buon numero di abbonati, che, assieme alle inserzioni pubblicitarie, ne costituiscono il sostentamento e permettono di continuare a pubblicarlo ancora oggi, dopo ben quattro decenni.

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Visitatori dal mondo

N.B.:Gli accessi dagli USA si riferiscono anche ad "accessi tecnici" del sistema